19 Aprile 2018 - 14.16

VENEZIA – Prete si gioca mezzo milione della parrocchia al casinò

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Prete si gioca mezzo milione di euro della parrocchia al Casinò: grande risalto mediatico per la vicenda di don Flavio Gobbo, parroco di San Vito e Modesto a Spinea, a Venezia. Nell’ottobre del 2016 il prete fece le valigie e partì precipitosamente, dicendo ai fedeli di avere bisogno di un periodo di riposo. Solo successivamente venne scoperto un ammanco a cinque zeri nel bilancio della parrocchia. Tra le varie ipotesi del paese, don Flavio Gobbo e il suo legale Barbara De Biasi hanno chiarito la vicenda: l’ammanco era superiore ai 500 mila euro, che il prete aveva perso giocando soprattutto ai casinò. La sua vocazione, sottolinea il Corriere del Veneto, non è stata mai in dubbio: nessuna donna misteriosa, testa persa per il gioco. Attualmente don Flavio Gobbo, già da quell’ottobre di due anni fa, è in cura per ludopatia. La scorsa settimana l’uomo ha patteggiato una pena di due anni, sospesa, per appropriazione indebita, sottolineando la sua volontà di voler restituire tutti i soldi gettati via. Attraverso una lunga nota, la Diocesi della Marca ha commentato la vicenda: “Don Flavio Gobbo, in questo periodo di sospensione del ministero, concordato con il vescovo, è sempre rimasto in contatto con i suoi superiori e con i suoi confratelli sacerdoti non lo hanno mai abbandonato, offrendogli l’aiuto e il sostegno necessario. Egli ha accettato sin da subito di sottoporsi ad un impegnativo programma terapeutico riabilitativo in un centro specializzato per curare una forma patologica di disturbo da gioco d’azzardo, una dipendenza che, si è visto, può coinvolgere chiunque”. E ora l’obiettivo è quello di tornare sulla retta via dopo la sbandata per il gioco d’azzardo: “In questo lungo e faticoso percorso è stato sostenuto principalmente dalla preghiera ma anche dalla volontà di tornare presto a svolgere il suo ministero nel quale non ha mai smesso di riconoscersi”. Nel frattempo don Flavio Gobbo, come promesso, ha già iniziato a onorare la promessa, restituendo i primi denari del mezzo milione di euro sottratto alla parrocchia.

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