22 Maggio 2018 - 13.50

VENETO – Sicurezza sul lavoro, Presidente riunisce gli “stati generali”

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Controlli più frequenti nelle aziende da parte dei Servizi di prevenzione igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, interventi ‘educativi’ degli ispettori Spisal più che repressivi, un filo diretto tra Spisal e rappresentanti sindacali della sicurezza, più formazione per i lavoratori e gli imprenditori, maggiori investimenti nella salute e nella sicurezza dei luoghi di lavoro sia nella contrattazione aziendale e territoriale sia nella tecnologia, che può essere una preziosa ‘alleata’ per evitare l’uso improprio di macchine e attrezzature, un monitoraggio sincronizzato e costante degli incidenti e delle loro dinamiche delle cause, perché solo così si riesce ad intervenire in modo adeguato: sono alcune delle proposte emerse oggi al tavolo istituzionale, convocato dal presidente della Regione Veneto, a palazzo Balbi, su prevenzione e contrasto agli incidenti nei luoghi di lavoro. “Il Veneto non è all’anno zero in tema di salute e sicurezza sul lavoro, gli infortuni sul lavoro sono scesi dai 70.961 dei primi anni Duemila ai 34.674 del 2016 – ha ricordato il presidente del Veneto – ma gli ultimi gravi casi di cronaca ci impongono di non abbassare la guardia. Siamo di fronte ad un vero e proprio ‘bollettino di guerra’: 170 morti sul lavoro dal 2015 ad oggi, già 24 dall’inizio dell’anno sino a metà maggio, di cui quasi metà tra agricoltura ed edilizia. Con un tasso di 18,87 incidenti per mille lavoratori nell’ultimo triennio il Veneto è alle spalle di altre regioni ad alta densità aziendale come l’Emilia Romagna, l’Umbria e la Toscana; ma supera di due punti la media nazionale. La sicurezza sul lavoro è un tema di civiltà che non può lasciare nessuno indifferente: in gioco c’è il valore del lavoro e dei lavoratori. Investire in sicurezza vuol dire dare dignità alle persone che lavorano e rendere più efficiente l’intero sistema economico”. “Dagli ‘stati generali’ del mondo del lavoro – ha sottolineato – mi aspetto proposte utili e indicazioni per elaborare un piano di azione sistematico e coordinato, da condividere a ogni livello, tra istituzioni pubbliche e servizi, sindacati, associazioni datoriali e di categoria, autonomie locali”. A stendere un primo ‘canovaccio’ su cosa si può fare concretamente sono state le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, presentando un documento congiunto al tavolo regionale che indica alcune priorità, a partire dal rafforzamento degli Spisal, con “un piano straordinario di assunzioni” e dal potenziamento del programma regionale epidemiologia occupazionale. I sindacati hanno messo sotto la lente, inoltre, il meccanismo degli appalti e la frammentazione dei contratti di lavoro, nonchè la necessità di rilanciare gli investimenti delle imprese nelle nuove tecnologie e nella formazione dei lavoratori. Invitano inoltre a rendere permanente il tavolo regionale, al fine di avere una regìa unica tra i diversi soggetti impegnati nella prevenzione, controllo e formazione. “Invito tutti gli enti coinvolti a valutare attentamente il documento proposto dai sindacati e a formulare emendamenti e integrazioni – ha tirato le fila il presidente della Regione Veneto, che ha dato a tutti i convenuti appuntamento “tra una settimana”, per mettere in campo interventi operativi, chiedendo anche di verificare “se siano necessarie ulteriori norme” a favore della prevenzione e della sicurezza. L’appello del presidente e le proposte sindacali hanno raccolto sin d’ora le prime condivisioni e sottolineature. Se per il presidente di Ance Veneto Giovanni Salmistrari occorre investire nella mappatura dei cantieri esistenti con misure di controllo che prevedano le “notifiche preliminari” e la vigilanza sull’applicazione del contratto dell’edilizia, per il ‘numero uno’ di Confartigianato veneto, Agostino Bonomo, serve più coordinamento tra istituzioni negli interventi di controllo. Dal canto suo, il mondo agricolo, il più esposto in assoluto al rischio di incidenti mortali, con Luigi Bassani, direttore di Confagricoltura Veneto, ha sollecitato un ruolo di vigilanza persuasiva degli Spisal: “Non servono sanzioni più pesanti – ha chiarito – sono più efficaci controlli frequenti e reiterati, ad alta probabilità”. “La tecnologia può aiutare molto in agricoltura – ha aggiunto il direttore di Coldiretti, Alberto Bertin – per esempio evitando ai conducenti di disabilitare la barra di sicurezza sui trattori che ne evita il ribaltamento”. Confindustria Veneto, rappresentata da Gabriella Chiellino, ha richiamato le ‘buone prassi’ nella formazione per settore di produzione e nella scuola anche attraverso i progetti di alternanza scuola-lavoro, e ha invitato a riattivare il Comitato regionale di coordinamento; Andrea Polelli di Cna ha raccomandato percorsi di formazione ‘su misura per le microimprese. Il sindaco di Valeggio sul Mincio, Angelo Tosoni, vicepresidente dell’Anci Veneto, ha richiamato la responsabilità delle istituzioni pubbliche e degli enti locali nell’affidare gli appalti: “Il massimo ribasso non si coniuga con il rispetto della sicurezza”, ha affermato. Per il mondo delle cooperative, “vittime della concorrenza” (come ha ricordato Ugo Campagnaro di Confcooperative), bisogna investire anche i committenti, cioè supermercati e imprese, della responsabilità di garantire sicurezza e salute ai lavoratori delle imprese subappaltatrici. Per la direttrice dell’Inail Veneto, Daniela Petrucci, investire nelql cultura del lavoro e nella sicurezza ‘paga’: “Il costo della mancata sicurezza vale il 4 per cento del Pil– ha ricordato – Le imprese che investono nel migliorare le condizioni di lavoro dei loro lavoratori sono le più performanti”. Il tavolo, presidiato oltre che dal presidente del Veneto dagli assessori e dirigenti regionali alla Sanità, al Lavoro e al Sociale, sarà riconvocato entro fine mese.

 

INFORTUNI SUL LAVORO CON ESITO MORTALE

 

I NUMERI

 

I dati del “Rapporto sull’andamento degli infortuni mortali del quadriennio in corso” evidenziano che

  • nel corso del 2018 si sono verificati 24 infortuni mortali (ultimo aggiornamento 16.05.2018).
  • Nel quadriennio 2015-2018 si sono verificati nei luoghi di lavoro 170 infortuni mortali2015 52

2016               46

 

2017               48

 

2018               24   (al 16/05*)

 

N.B.I dati sono ottenuti integrando le principali fonti informative: SPISAL delle Aziende ULSS, INAIL, sistema di sorveglianza Infor.mo, organi di stampa. Il monitoraggio considera anche gli infortuni ai lavoratori irregolari, intossicazioni acute ed eventi avvenuti all’esterno delle aziende. * I dati non considerano eventi autoprocurati e infortuni avvenuti a soggetti non lavoratori occasionalmente presenti. Eventuali discrepanze con i dati Inail sono attribuibili alla fase di verifica della dinamica degli incidenti

 

LE VITTIME

 

Le vittime degli infortuni mortali sul lavoro sono in prevalenza:

  • Maschi (167 su 170)
  • In grande prevalenza over 51 (65,3%)
  • Spesso pensionati/ultracinquantacinquenni (25,3%)
  • Italiani (81,7%, 139 su 170, la seconda nazionalità è quella romena con 11 vittime)
  • Lavoratori regolari a tempo indeterminato (35%, 59 su 170)
  • Coltivatori diretti (30%, 51 su 170)
  • Datori di lavoro (7%, 12 su 170)
  • Lavoratori autonomi (5,8%, 10 su 170)

 

 

I LUOGHI DEGLI INCIDENTI MORTALI

 

  • In agricoltura (38,2 %, 65 su 170)
  • Nella ditta a cui appartiene il lavoratore (27%, 46 su 170)
  • Nei cantieri edili (14,7% 25 su 170)
  • In un’altra ditta (10%, 17 su 170)

I SETTORI A PIU’ ALTO RISCHIO

 

Agricoltura                 69 infortuni mortali 45,5 % (26 nel 2015, 17 nel 2016, 18 nel 2017 e 8 nel 2018)

Costruzioni                34                               20%   (13 nel 2015, 10 nel 2016, 6 nel 2017 e 5 nel 2018)

Metalmeccanica         19                               11,1% (4 nel 2015, 5 nel 2016,  8 nel 2017 e 2 nel 2018)

Trasporti                    11                               6,4%

Servizi                        11                               6,4%

 

 

 

LE MODALITA’ DEGLI INCIDENTI MORTALI

 

Le modalità più ricorrenti sono:

  • Schiacciato/colpito da materiale 37        (22%)
  • Ribaltamento trattore agricolo o muletto 36        (21%)
  • Caduta dall’alto 33        (19%)
  • Schiacciato/incastrato in impianto macchina 22        (13%)
  • Schiacciato/colpito da automezzo 10        ( 6%)

 

 

LE PROVINCE

 

Le province più coinvolte da infortuni mortali sono Vicenza e Verona;

a seguire Treviso, Venezia e Padova

 

VICENZA                             40

VERONA                              29

TREVISO                             26

VENEZIA                              24

PADOVA                              23

BELLUNO                            15

ROVIGO                              13

 

 

 

OBIETTIVI

 

Obiettivo della Regione, nella sua funzione di pianificazione, coordinamento e monitoraggio delle attività a tutela della salute e della sicurezza negli ambienti di lavoro, è di tendere a zero infortuni mortali, attraverso il sistema di sorveglianza del fenomeno e la programmazione mirata degli interventi di prevenzione. Anche quando non si verificano casi mortali, o sono in apparente riduzione, restano latenti le situazioni di rischio.

Il numero degli infortuni non è una misura del rischio, ma una misura del danno.

Senza la riduzione del rischio ottenuta dalle azioni di prevenzione (-12% del tasso standardizzato di incidenza tra 2012 e 2016) nel 2016 si sarebbero dovuti conteggiare tendenzialmente almeno 4.000 infortuni riconosciuti in occasione di lavoro in più e circa 3 eventi mortali in più.

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