16 Gennaio 2017 - 16.28

VENETO – Scuola, valzer di insegnanti di sostegno: ne mancano 1500

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“Chiedo ai miei colleghi delle altre Regioni e al ministero della Pubblica istruzione un atto di onestà intellettuale e di responsabilità collettiva: dobbiamo rivedere le regole per la determinazione della pianta organica e la mobilità dei docenti dei sostegno. Credo sia compito di un paese civile saper anteporre i diritti dei più deboli, in questo caso gli allievi disabili, a quelli precostituiti di categoria”.

L’assessore alla scuola della Regione Veneto Elena Donazzan, all’indomani della pubblicazione del dossier di Tuttoscuola dedicato alla ‘mobilità selvaggia’ nei posti di sostegno, annuncia di voler sollevare la questione nell’ambito della prossima seduta della IX commissione della Conferenza Stato- Regioni, che si occupa appunto di “Istruzione e lavoro”, ed è convocata per mercoledì 18 gennaio.

“La figura dell’insegnante di sostegno è stata introdotta quarant’anni fa come elemento-chiave per consentire e garantire l’effettivo diritto all’integrazione scolastica degli alunni con disabilità certificate – fa notare l’assessore veneto – Sotto questo profilo la scuola italiana è stata paladina di civiltà, perché ha consentito di superare isolamenti, ghettizzazioni e scuole speciali. Ma, negli anni, quell’innovazione che ci ha reso orgogliosi, ha dimostrato anche i suoi limiti, primi tra tutti la mobilità e l’accesso alla professione. Bambini e ragazzi con gravi deficit, e quindi più sensibili e più fragili nell’apprendimento e nella socializzazione, non possono tollerare il valzer dei docenti e supplenti. Né le rispettive classi di inserimento possono lavorare se manca l’insegnante a sostegno del coetaneo disabile o se l’insegnante in questione cambia in continuazione. In Veneto, purtroppo, conosciamo bene il problema: quest’anno i posti di sostegno vacanti sono oltre 1500. Tanto che l’Ufficio scolastico reginale ha dovuto assegnare incarichi provvisori a 2632 supplenti non specializzati su 7052 cattedre di sostegno attivate. C’è una carenza strutturale che le università del Veneto, anche nella loro ultima programmazione dei corsi autorizzata dal ministero per l‘Istruzione e l’Università, non riescono a soddisfare: l’offerta formativa quest’anno per docenti specializzati nel sostegno negli atenei veneti è di appena 500 posti”.

“Ho presentato istanza al presidente della IX commissione, la collega toscana Cristina Grieco – anticipa l’assessore – perché l’organo deputato della Conferenza Stato-Regioni, affronti su scala regionale e nazionale gli aspetti ‘chiave del problema: 1) la programmazione del fabbisogno formativo e quindi della pianta organica dei docenti, che dovrebbe avvenire su scala regionale e non nazionale, 2) la specializzazione dei docenti di sostegno, che dovrebbe essere sostenuta da una adeguata offerta formativa da parte delle università: 3) regolare in modo diverso la mobilità dei docenti di sostegno, in modo da privilegiare continuità didattica, esperienza e specializzazione professionale, vicinanza territoriale”.

“La mia proposta – spiega Elena Donazzan – è definire una pianta organica specifica per il sostegno, calcolata su base regionale, in rapporto alla popolazione studentesca ‘certificata’ con handicap, con possibilità di deroghe per garantire il sostegno anche ai casi non previsti dalle legge 104, cioè per gli alunni con gravi problematiche educative e difficoltà di apprendimento . Qualora vi fossero eccedenze negli organici regionali, queste andrebbero valutate caso per caso dagli Uffici scolastici territoriali, privilegiando comunque il criterio-guida della continuità didattica agli studenti più fragili”.

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