15 Settembre 2017 - 11.03

VENETO – Processo Mose – Condannato Matteoli e assolta Lia Sartori, lei: “Una liberazione”

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L’ex ministro Altero Matteoli è stato condannato a 4 anni di reclusione e a oltre 9,5 mln di euro di multa per corruzione nell’inchiesta Mose. Esce illeso dal processo, per assoluzione o prescrizione di parte delle vicende ascritte, l’ex sindaco Giorgio Orsoni che era accusato di finanziamento illecito ai partiti. Lo ha deciso il tribunale di Venezia presieduto da Stefano Manduzio.

Sono usciti dal procedimento, perché assolti o per prescrizione, anche l’ex presidente del Magistrato alle Acque, Maria Giovanna Piva, l’ex presidente del consiglio regionale del Veneto, Amalia Sartori, e l’architetto Danilo Turcato che aveva curato i lavori di restauro della villa già di proprietà di Giancarlo Galan, l’ex governatore del Veneto che aveva patteggiato la pena. Condannato invece l’imprenditore Nicola Falconi a due anni e 78mila euro di multa, Corrado Crialese a un anno e dieci mesi e 1000 euro di multa, pena sospesa, e l’imprenditore Erasmo Cinque a quattro anni e nove, 5 milioni di euro.

“Come ho avuto modo di confermare anche stamani davanti al Tribunale di Venezia non sono un corrotto, mai ho ricevuto denaro né favorito alcuno. Non comprendo quindi questa sentenza verso la quale i miei avvocati ricorreranno in appello. Ho il dovere di credere ancora nella giustizia nonostante la forte amarezza che patisco da quasi 4 anni per una vicenda che non mi appartiene”. Lo dichiara in una nota il senatore Altero Matteoli.

Lia Sartori, ex deputata di Forza Italia all’europarlamento, è stata prosciolta dall’accusa di finanziamento
illecito perché il fatto non costituisce reato e perché non sussiste.
“Una liberazione” ha dichiarato la Sartori ai suoi avvocati. Nel giugno del 2014 venne emessa a suo carico un’ordinanza di custodia cautelare e un mese dopo fu arrestata e posta ai domiciliari. Ha sempre dichiarato di non aver mai ricevuto soldi in nero. Era accusata dai giudici di aver intascato 250 mila euro da Giovanni Mazzacurati, a capo del Consorzio Venezia Nuova. Ha sempre dichiarato di aver ricevuto soldi leciti, in bianco, per la campagna elettorale e mai in nero.
Nel corso del dibattimento non sono quindi emersi altri riscontri alle accuse di Mazzacurati che aveva riferito di averle dato soldi. Gli avvocati difensori Alessandro Moscatelli e Franco Coppi hanno accolto con soddisfazione la sentenza ribadendo che è stato ribadito come non vi fosse alcuna prova che Lia Sartori avesse preso soldi da Mazzacurati.

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