15 Maggio 2017 - 16.48

VENETO – Mafia e agricoltura, un binomio da sconfiggere

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Mafia ed agroalimentare, un binomio da sconfiggere al più presto
Il presidente Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù: “lo sfruttamento del lavoro
ed i prezzi gonfiati dei prodotti dalla mafia vanno affrontati e debellati”

Vicenza, 15 maggio 2017. “Non se ne parla sufficientemente, ma le agromafie esistono e vanno contrastate nei terreni agricoli, nelle segrete stanze in cui si determinano i prezzi, nell’opacità della burocrazia, nella fase della distribuzione di prodotti che percorrono centinaia e migliaia di chilometri prima di giungere al consumatore finale. L’arma da mettere in campo è quella della trasparenza e dell’informazione dei cittadini, che devono poter conoscere la storia del prodotto che arriva nel piatto”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù evidenziano come “per l’alimentare occorra vigilare sul sottocosto e sui cibi low cost, dietro ai quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi se non l’illegalità o lo sfruttamento”. Il volume d’affari complessivo annuale della criminalità nell’agroalimentare è salito a 21,8 miliardi di euro, con un balzo del 30% nell’ultimo anno con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, della sua produzione, trasporto, distribuzione e vendita. È quanto afferma la Coldiretti In riferimento all’operazione interforze della Polizia di Stato e della Guardia di Finanza coordinata dalla Dda di Milano, che ha posto in amministrazione giudiziaria quattro direzioni generali della società di grande distribuzione Lidl, cui afferiscono circa 200 punti vendita. “Le mafie – sottolineano Cerantola e Palù – dopo aver ceduto in appalto ai manovali l’onere di organizzare e gestire il caporalato ed altre numerose forme di sfruttamento, condizionano il mercato agroalimentare stabilendo i prezzi dei raccolti, gestendo i trasporti e lo smistamento, il controllo di intere catene di supermercati, l’esportazione del nostro vero o falso Made in Italy, la creazione all’estero di centrali di produzione dell’Italian sounding e la creazione ex novo di reti di smercio al minuto. In questo modo la malavita si appropria di vasti comparti dell’agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma compromette in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del marchio Made in Italy”. Proprio per alzare il livello di attenzione verso le “agromafie”, Coldiretti ha costituito l’Osservatorio sulla criminalità in agricoltura, presieduto dal presidente Roberto Moncalvo e con il dott. Giancarlo Caselli alla guida del comitato scientifico, che presenta annualmente con l’Eurispes il Rapporto Agromafie.

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