25 Marzo 2019 - 17.25

Veneto, Legambiente: qualità dell’aria preoccupante

L’arrivo del Treno Verde alla stazione di Padova ha rappresentato l’occasione per Legambiente Veneto di tracciare un quadro sull’inquinamento atmosferico in città, con particolare riferimento all’inverno appena giunto al termine.

Se n’è parlato sabato, a bordo della quarta carrozza, con Simone Nuglio, portavoce del Treno Verde, Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, Piero Decandia, direttore di Legambiente Veneto, Lucio Passi, responsabile politiche antismog del Circolo Legambiente di Padova, Giulia Diomede, responsabile vendite Divisione Passeggeri Regionale di FSI e Anna Manzone, responsabile Circolazione Area Venezia – Trieste di RFI.

Dopo la presentazione delle buone pratiche del veneto avvenuta venerdì, sabato a bordo del convoglio ambientalista si è discusso a proposito della qualità dell’aria e dell’inquinamento atmosferico, particolarmente accentuato in Veneto come in tutta la pianura Padana. L’Agenzia Europea per l’Ambiente stima in oltre 80 mila i decessi prematuri dovuti proprio alla qualità dell’aria che respiriamo. La maggiore causa di emissione di pm10 nelle città è decisamente il traffico veicolare, dato confermato dall’analisi INEMAR, che analizza le emissioni primarie di inquinanti per ogni comune.

A tal proposito la situazione di Padova non è affatto positiva: “Si è trattato dell’inverno peggiore dell’ultimo decennio – ha affermato Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente Padova – Attualmente Arpav fornisce i dati valicati di due stazioni di rilevamento situate in città, all’Arcella e a Granze, mentre quella della Mandria è silente dal mese di ottobre dello scorso anno. Ebbene dal 1 gennaio al 21 marzo a Granze si sono verificati 46 superamenti del limiti di legge giornaliero, ed all’Arcella 44. Possiamo affermare che l’inquinamento medio della città sta nel mezzo: l’aria, più di un giorno su due è risultata inquinata al di sopra del limite di legge”.

“Il limite per il Pm10 – ha ricordato Passi – è di 50 microgrammi per metro cubo d’aria da non superarsi per più di 35 giorni all’anno. Se confrontiamo l’inverno appena terminato con gli anni precedenti notiamo che è stato il peggiore. Nel 2018 i superamenti furono 33 sia a Granze che all’Arcella. Nel 2017 a Granze 44 ed all’Arcella 42. Nel 2016 29 e 33, nel 2015 39 in entrambe le centraline, nel 2014 nelle due stazioni sono stati registrati 27 superamenti, nel 2013 24 e 29, nel 2012 36 all’Arcella e nel 2011 25 (il dato per Granze non è disponibile). Per il 2010 dati del periodo non disponibili”.

Nel corso dell’incontro l’associazione ambientalista ha formulato una serie di proposte al Comune di Padova: “Ora che le parziali limitazioni del traffico stanno per concludersi, a maggior ragione chiediamo all’Amministrazione Comunale di varare con urgenza i provvedimenti strutturali necessari – ha affermato Passi – Si tratta di un mix di provvedimenti per diminuire l’uso preponderante del mezzo privato, oggi utilizzato in maniera esorbitante per il 58% degli spostamenti quotidiani in città, sottolineando come sia indispensabile puntare alla politica della sosta, sul potenziamento del servizio pubblico aumentando le frequenze e aumentando la velocità commerciale, puntare sulla ciclabilità con l’introduzione della zona a ciclabilità diffusa in tutto il centro e con l’adozione di un PUMS lungimirante che miri a ridurre sotto il 30-35% gli spostamenti con l’auto privata”.

“La situazione in regione è drammatica – ha sottolineato Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – l’accordo di bacino padano non è sufficiente in quanto non è stato in grado di ridurre il fenomeno, sono altresì necessarie misure strutturali di pianificazione regionale che attualmente sono latitanti, è necessario potenziare il trasporto pubblico locale, il trasporto su ferro, la micro-mobilità e la sharing mobility. Diventa sempre più evidente come le morti premature, che ogni anno avvengono nel nostro Paese, siano originate anche da una responsabilità politica che ha dimostrato poco impegno e colpevole disattenzione negli ultimi decenni”.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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