20 Ottobre 2017 - 17.04

VENETO – Allarme smog, Coldiretti: “Basta cementificare”

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Smog e qualità dell’aria: bisogna mettere la parola fine alla cementificazione
Il presidente Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù: “il rispetto del territorio e dell’ambiente
sono priorità che non vanno messe in discussione”

Vicenza, 20 ottobre 2017. “Il rispetto del territorio e dell’ambiente sono priorità che non vanno messe in discussione. Non possiamo andare avanti di questo passo, con livelli di inquinamento elevatissimi e cantieri aperti per nuove costruzioni, proprio laddove ve ne sono altre inutilizzate. Per non parlare, poi, dei capannoni industriali di cui è disseminata la provincia e che sono diventate cattedrali nel deserto”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola ed il direttore Roberto Palù intervengono per commentare la grave situazione ambientale che non risparmia neppure Vicenza, che al pari di altre città d’Italia rischia di soffocare nello smog, con una media nazionale di soli 31,1 mq di verde procapite. A favorire lo smog nelle città è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi. In Italia, infatti, ogni abitante dispone in città di appena 31,1 mq di verde urbano, mentre nelle campagne è scomparso un albero da frutto su tre negli ultimi dieci anni. È la denuncia lanciata dalla Coldiretti al Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio, alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti. Senza sperare nella pioggia e nel vento occorre intervenire in modo strutturale potenziando il verde nelle città e nelle campagne considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili, un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Al contrario negli ultimi quindici anni è scomparsa una pianta da frutto su tre, secondo un’analisi Coldiretti sugli ultimi dati Istat, con il Frutteto Italia che è passato da 426mila ettari a 286mila, con un crollo netto del 33 per cento. Il taglio maggiore – sottolinea la Coldiretti – ha interessato i limoni, con la superficie dimezzata (-50 per cento), seguiti dalle pere (-41 per cento), pesche e nettarine (-39 per cento), arance (-31 per cento), mele (-27 per cento), clementine e mandarini (-18 per cento). Ma la situazione non è migliore nelle città, dove il verde urbano rappresenta appena il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di metri quadrati) per una media di 31,1 metri quadrati a testa sulla base dell’ultimo rilevamento Istat. Tuttavia la situazione è profondamente diversa lungo la Penisola con il 17,2% delle città la dotazione pro capite è pari o superiore ai 50 metri quadrati per abitante, mentre nel 16,4% non si raggiunge la soglia dei 9 metri quadrati pro capite. Matera, Trento, Potenza, Sondrio, Iglesias, Terni, Pordenone, Gorizia, Reggio Calabria e Verbania salgono nella top ten dei capoluoghi con maggiore densità di verde pubblico per abitante mentre in fondo alla classifica si trova Caltanissetta e a seguire Crotone, Trani e Taranto, Trapani, Isernia Olbia Genova Chieti Barletta e L’Aquila. Per quanto riguarda le grandi metropoli a Milano sono disponibili 17,2 metri quadrati per abitante mentre a Roma 15,9 e a Torino 21,7.

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