24 Marzo 2021 - 10.55

Venerdì in Piazza dei Signori il flash mob “Insieme per il wedding”

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Trentuno piazze italiane manifestano a sostegno del comparto

 per una ripartenza immediata venerdì 26 marzo il mondo legato al “wedding” di Vicenza si mobilita dalle ore 10 alle 13 in Piazza dei Signori. Il movimento apolitico e apartitico “Insieme per il Wedding”, nato in Friuli Venezia Giulia, ma ormai diffuso in tutta Italia, si fa portavoce di tutta la filiera, che a causa della pandemia versa in uno stato di estrema difficoltà e totale abbandono. Per porre fine a questa situazione e chiedere una interlocuzione chiara con il governo nazionale, imprenditori, associazioni, federazioni di settore e futuri sposi hanno deciso di unire le forze e scendere in piazza il 26 di ogni mese, a partire da febbraio fino a quando non avranno ottenuto risposte soddisfacenti. Trentuno piazze italiane, dal Nord al Sud, ospiteranno manifestazioni a supporto del comparto per chiedere principalmente una data certa per la ripartenza della celebrazione dei matrimoni e aiuti concreti a sostegno di un settore che era in crescita nel periodo pre-pandemia e che ora è praticamente distrutto. Nel Vicentino aderiscono all’iniziativa 40 wedding planner, 27 fioristi, 28 aziende di catering, 142 fotografi, 20 atelier di abiti da sposa.
Fra i quesiti posti anche quello che chiede perché siano consentite le crociere, nelle quali sono presenti migliaia di persone, mentre ai matrimoni non sono più consentiti nemmeno 30 ospiti. “Una soluzione potrebbe risiedere nello stabilire il numero degli invitati in proporzione della capienza della struttura scelta come location per le nozze, seguendo i protocolli di sicurezza, che prevedono, tra l’altro, la possibilità di effettuare un tampone a sposi e invitati nelle 48 ore precedenti la cerimonia” fa presente Vinicio Mascarello, uno dei coordinatori della piazza di Vicenza, wedding ed emotional planner di lungo corso. Gli fa eco Anna Ianno’, presidente delle Botteghe del Centro: “Le soluzioni pratiche per la normalità devono partire proprio da piccoli eventi controllati e ben organizzati.” Principalmente quattro i punti che raccolgono le varie richieste: una normativa chiara e stabile; un protocollo per la celebrazione di matrimoni sicuri a livello nazionale; incentivi fiscali per le coppie; un piano di aiuti per il settore nuziale.
Con un giro d’affari di 67 miliardi di euro, il comparto conta 90 mila aziende e partite Iva, oltre un milione di lavoratori regolari e circa 150 mila stagionali e presenta attualmente un calo di fatturato medio intorno all’85%, dal momento che nel 2020 il calo dei matrimoni è stato circa l’80%, solo per citare quelli religiosi. Inoltre, sono drasticamente passati da 1 miliardo e mezzo a zero le presenze della clientela straniera, che sceglieva l’Italia per il proprio viaggio di nozze.
Si ricorda, inoltre, come il fatturato dipenda da una lunga programmazione che viene svolta in previsione di una data: l’allarme lanciato da “Insieme per il Wedding” è che mancando tale informazione, il risultato sarà quello di andare incontro ad un’ulteriore mancanza di guadagno che rischia di portare l’intera filiera al fallimento.
Le trentuno città coinvolte sono Ascoli Piceno, Asti, Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Caserta, Catania, Cosenza, Cuneo, Genova, Lecce, Milazzo (Me), Milano, Napoli, Nuoro, Pescara, Pistoia, Palermo (in richiesta), Roma, Salerno, Sanremo, Sassari, Taranto, Trieste, Udine, Venezia, Vicenza, Viterbo.

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