9 Luglio 2021 - 10.07

Variante Delta problema per i non vaccinati: eventuali lockdown non possono essere per tutti

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di Umberto Baldo

Qualche giorno fa, in un editoriale titolato “ Covid: è in arrivo la variante Fiesta”, avevamo riferito che, grazie alla ripresa della vita notturna, delle feste e delle gite di fine anno scolastico, della nuova stagione di festival e concerti, e delle regole più morbide per gli accessi ai locali e alle piazze, l’epidemia da “variante Delta” del Covid 19 in Spagna è ripartita alla grande, con un’impennata dei contagi in particolare tra gli under 30.
E che si tratti di un allarme serio, lo dimostra da un lato il fatto che diverse Comunidad autonome spagnole (corrispondenti alla nostre Regioni), come la Galizia, la Cantabria, Valencia e la Catalogna, hanno già deciso, o manifestato l’intenzione, di ripristinare misure di prevenzione più severe già nei prossimi giorni per cercare di arginare nuovi picchi, e dall’altro l’invito che il Ministro francese Clement Beaune ha rivolto ai suoi connazionali, di evitare le vacanze in Spagna (in particolare la Catalogna) e in Portogallo.
Sia chiaro che non si tratta di un fenomeno limitato alla penisola iberica; l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha reso noto che la mutazione al 1° giugno era stata rilevata in 62 Nazioni, ma a metà giugno siamo arrivati a 80, e la settimana scorsa a 104 (7 nuovi Stati in 7 giorni).
In Inghilterra poi, il Paese europeo in cui la variante Delta si è diffusa per prima, e dove siamo arrivati al record di oltre 32.500 nuovi positivi in 24 ore, l’allarme è tale da indurre 122 medici e scienziati britannici a scrivere una lettera al premier Boris Johnson, pubblicata sull’autorevole rivista Lancet, in cui lo invitano a ripensare il piano già annunciato di riaperture e di abolizione delle ultime misure introdotte con la pandemia.
E lo hanno fatto senza giri di parole, scrivendo: “Siamo convinti che il Governo stia intraprendendo un esperimento pericoloso e immorale, e lo invitiamo a sospendere i piani per abbandonare le restrizioni il 19 luglio 2021″.
Appello che purtroppo sembra cadere nel vuoto, visto che Johnson ha dichiarato che, pur di tornare alla normalità, è disposto a fare i conti anche con picchi di 100mila infezioni giornaliere, e ad un’impennata del numero dei morti (sic!).
Atteggiamento, questo del premier britannico, che mi sembra fare a pugni con la logica e l’etica, visto che nel Regno Unito, che pure è lo Stato che più di tutti in Europa ha vaccinato la sua popolazione, ed in tempi rapidissimi, è in atto un trend in peggioramento, con la curva dei ricoveri in aumento, con gli ospedali tornati ad essere sotto pressione per l’incremento di pazienti Covid, e con il personale sanitario costretto all’isolamento dopo avere avuto contatti con persone positive. Con il bel risultato che diversi ospedali hanno ricominciato a rinviare gli interventi chirurgici, compresi quelli oncologici.
Credo sia importante segnalare che, come in Spagna e Portogallo, anche in Inghilterra l’infezione stia colpendo in modo sproporzionato (parole degli scienziati) i più giovani, ai quali non è stato offerto il vaccino.
E in Italia?
Sperare che la variante Delta risparmi il nostro Paese, dato che il virus si muove con le persone, viaggia sugli aerei, si sposta con i flussi turistici, è fuori dalla realtà.
Certo non siamo ancora ai grandi numeri, ma casi di infettati da variante Delta sono stati riscontrati in tutte le Regioni italiane, Veneto compreso, ed i numeri stanno mostrando una allarmante tendenza alla crescita.
E dato il livello di contagiosità nettamente più alto, è certo che la “Delta” supererà rapidamente le altre varianti, ed entro la fine di agosto diventerà dominante.
In questo quadro di insieme francamente inquietante, c’è una differenza sostanziale rispetto alle prime ondate. Che dove è in atto l’esplosione della “Delta”, la curva dei contagi (in forte aumento) sembra, ma il condizionale è d’obbligo, sganciarsi da quella dei ricoveri e delle vittime (incremento più contenuto).
E non c’è alcun dubbio che questo sia dovuto all’efficacia dei vaccini, con il risultato che anche se la variante Delta può “bucare” le difese dei vaccinati, in genere lo fa senza sintomi gravi e necessità di ricovero.
Ne deriva che, avendo messo in sicurezza buona parte dei soggetti più a rischio, ovviamente gli anziani, il numero dei decessi al momento non mostra particolari impennate.
Ma se ciò è vero, come è vero, si apre adesso il grande tema dei non vaccinati, che ovviamente diventano i più esposti, i più a rischio, rispetto alla nuova ondata pandemica. Con tutto ciò che ne consegue in termine di rischi sanitari, individuali e collettivi, di ospedalizzazioni e quant’altro.
Ed è chiaro che se la campagna vaccinale continuerà a ritmi serrati, e se per metà ottobre gli italiani vaccinati con due dosi saranno attorno all’80/85%, la variante Delta potrà esser contenuta. Diversamente, se il livello di immunizzati fosse ad esempio del 60/65%, il che vorrebbe dire 16/17 milioni di italiani non vaccinati, e quindi esposti al rischio malattia ed ospedalizzazione, allora potrebbero essere dolori.
E purtroppo i segnali non sono del tutto incoraggianti, visto che ad oggi ci sono ancora oltre 5,75 milioni di over 60 a rischio di malattia grave perchè privi di adeguata copertura contro la variante indiana (fonte Fondazione Gimbe).
Ecco perchè le Autorità sanitarie e politiche, tipo Luca Zaia, continuano a martellare sulla necessità che chi non lo ha ancora fatto si vaccini.
Non ci stancheremo mai di dirlo; si tratta di una questione di responsabilità, di rispetto degli altri, oserei dire di moralità civica.
E ciò vale in particolare per quei soggetti il cui lavoro li porta a diretto contatto con gli altri, in primis personale sanitario e insegnanti.
Non è accettabile, non è ammissibile che una persona rispetti scrupolosamente tutte le regole e le restrizioni anti contagio, e poi magari si infetti facendo una visita medica, o frequentando la scuola.
Capisco bene che in una democrazia parlare di obbligo vaccinale è difficile, e che tutti i Partiti hanno il timore di “indispettire” i cosiddetti “no vax”, perchè alla fine anche loro votano.
Da qui le difficoltà a sospendere il personale sanitario che rifiuta il vaccino, nonostante esista una legge nazionale che lo preveda.
Ma così non se ne esce!
Mi hanno colpito al riguardo le parole di una professoressa di 59 anni che in un’intervista ha dichiarato di essersi sempre curata con la medicina alternativa, l’omeopatia e la fitoterapia, di preferire che sia il corpo a dare le risposte reagendo alle malattie, e di confidare che sia inutile inserire nel corpo medicinali i cui effetti non sono certi sul lungo periodo, e quindi di preferire quei pochi rimedi che avevamo a disposizione prima del Covid.
Lungi da me contestare la libertà di pensiero di questa insegnante, ma mi chiedo con quale diritto pensi di entrare in un’aula scolastica, esponendo i suoi allievi al rischio infezione.
E questo del contemperamento della libertà individuale con il diritto della collettività a proteggersi, è il problema su cui ci stiamo avvitando da quando sono a disposizione i vaccini, unico argine al Covid ed alle sue varianti.
Poiché credo che non potremo permetterci altri lockdown o altre chiusure, pena gravi problemi economici e sociali, se lo zoccolo duro dei “renitenti al vaccino” continuerà ad essere consistente, e come accennato anche in categorie che svolgono lavori delicati, allora bisognerà pur prendere delle contro misure.
Che non potranno essere che un inasprimento delle limitazioni nei confronti di chi non intende immunizzarsi.
A questi signori e signore bisognerà dire chiaramente: non vuoi vaccinarti? Padronissimo di farlo, ma non puoi pretendere di continuare a fare una vita normale, di continuare a visitare pazienti, di insegnare in un’aula, di guidare un autobus!
Una volta che lo Stato ti ha dato tutte le possibilità, che addirittura ti ha fatto scegliere il vaccino, che ti ha rincorso porta a porta, se continui a dire di no, la collettività avrà o no tutto il diritto di difendersi e proteggersi?

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