29 Agosto 2018 - 9.20

VALCHIAMPO – Laura: “Su quella spiaggia ho solo fatto il mio dovere di infermiera”

“Non sono un’eroina, ho fatto solo il mio lavoro” – Laura Dalla Gassa esce allo scoperto dopo una giornata in cui il suo nome è rimbalzato in tutti i media vicentini e non, dopo che la nostra testata ha raccontato per prima, creando poi un rilevante tam-tam mediatico, la sua bella storia del salvataggio in spiaggia del ragazzino senegalese colpito da un fulmine nel Salento. Laura, ancora un po’ stordita da tanta attenzione ma anche da tante manifestazioni di stima ed affetto da parte delle tantissime persone che hanno commentato il suo gesto, ha affidato a Facebook il suo commento al riguardo, accompagnando le sue umili quanto intelligenti parole con la canzone “Ohi Vita!” di Lorenzo Jovanotti.
“Eccomi qua, un po’ imbarazzata un po’ stordita da questa risonanza su quello che è successo. Cercherò di esprimervi il mio pensiero, sperando che non venga preso come presunzione o all’estremo opposto.  Io sono una infermiera e faccio il lavoro più bello del mondo.
Mi sono trovata nel posto giusto al momento giusto. Insieme ad un altro infermiere, ad un civile e ai bagnini abbiamo aiutato quel ragazzo. Dopo di noi è stato nelle mani di altri infermieri e medici preparati, il lavoro non era certo finito dopo di noi. Non mi sento una eroina per questo.
Essere infermiere è il lavoro più bello del mondo ma è anche molto difficile. Tutti i giorni, possiamo sentirci eroi e possiamo sentirci impotenti di fronte alla vita e imparare a convivere con questo è forse il più grande dei super poteri.  Papà dice che c’è bisogno di testimonianze buone, di cose belle, e si, lo credo anche io. Spero sia questo quello che rimarrà. VIVA LA VITA e i suoi colori. Un pensiero ai veri angeli in terra… i nostri colleghi del SUEM che tutti i giorni si trovano di fronte a fatti come questo  e alla mia zia che mi ha ispirato nella scelta di questo lavoro”.
ECCO LA STORIA COMPLETA DI LAURA COSì COME L’ABBIAMO RACCONTATA:

C’è un po’ del grande cuore vicentino nell’episodio di cronaca di qualche giorno fa avvenuto in una spiaggia del Salento. Come tutti i mass media hanno raccontato, infatti, sabato un fulmine ha colpito uno stabilimento balneare di Porto Cesareo, schiantandosi nella spiaggia libera.  Il fulmine si è abbattuto su un gruppo di ragazzini senegalesi che giocavano a a calcetto su un tratto di spiaggia libera tra i lidi ‘Le Dune e ‘Il Tabù’. Un tredicenne, in particolare, è andato in arresto cardiaco ed é stato rianimato grazie al pronto intervento del bagnino locale, accorso col defibrillatore, e da alcuni infermieri liberi dal servizio che si trovavano nello stabilimento balneare, tra cui la giovane Laura Dalla Gassa. Sì, perché ciò che pochi sanno è che  la giovane vicentina si trovava in vacanza proprio lì, con il fidanzato, in quel tratto di spiaggia. Spettatrice suo malgrado in diretta del dramma, Laura, che di professione fa l’infermiera nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Santorso, si è subito prodigata per aiutare il bagnino nel tentativo disperato di rianimare il ragazzino senegalese, colpito in pieno dalla scarica potentissima del fulmine. E così, anche grazie al grande cuore della giovane Laura, il brutto episodio non si è tramutato in vera tragedia. Il 13enne senegalese é arrivato in ospedale privo di coscienza dopo le manovre di soccorso avanzato compiute sulla spiaggia, ma già domenica si è risvegliato ed è stato dichiarato fuori pericolo. Gli altri due feriti, un 17enne senegalese e un 29enne italiano, hanno lasciato l’ospedale nella serata di sabato. E’ stato il padre di Laura, a raccontare – cuore di babbo! – ai social network come sua figlia abbia partecipato attivamente ai primi soccorsi al ragazzino, sicuramente salvandogli la vita.

Ecco le parole di Diego Dalla Gassa, scritte di getto già domenica e condivise in rete: perché quando al mondo esistono ancora giovani come Laura, credere in un futuro migliore per l’umanità, anche in giorni spesso bui come quelli che ci troviamo a vivere, è più che una mera speranza.

«Laura Dalla Gassa, ieri pomeriggio eri proprio lì, su quella spiaggia del Salento. Hai visto il bagnino correre e l’hai seguito, arrivando a quel ragazzino senegalese che era stato colpito dal fulmine. Insieme, l’avete soccorso e rianimato fino all’arrivo delle ambulanze. Forse l’avete salvato. Speriamo… Si può pensare che è il tuo lavoro, che sei una professionista, che ti sei diplomata e laureata con il massimo dei voti e lavori da infermiera nel reparto di rianimazione di un ottimo ospedale del nord Italia. Ma per me che sono tuo papà, non è solo questo. E non scrivo questo post solo perché sono orgoglioso di te, anche se ovviamente lo sono. No, non è solo questo. Scrivo perché, da papà, ammiro il coraggio, l’empatia, la generosità, la bontà verso questa umanità così piena di colori e di storie. So che per te e i tuoi colleghi e per tutti i soccorritori in generale, professionisti o volontari, questo è normale, è la vita, nient’altro che la vita. Ma le tue gioie, i tuoi turbamenti fino alle lacrime, io li vedo e li sento. Ecco, da papà e da nonno, auguro a tutti quelli che leggeranno questo post, di trovare il coraggio di dare una mano a chiunque gridi aiuto, da qualunque posto arrivi. Il coraggio di credere nel futuro di questa umanità. Il coraggio di dire anche soltanto un semplice: Sì.»

 

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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