23 Novembre 2020 - 11.06

Vaccino: opinionisti-virologi avete rotto le scatole!

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di Marco Osti

Andrea Crisanti, direttore di microbiologia e virologia all’Università di Padova, in questi giorni ha in sostanza affermato che, finché non vede i dati sulla sperimentazione del vaccino contro il virus Sars-Cov-2, lui non si fida.
Questa presa di posizione fa seguito ad altre, su molteplici argomenti legati alla pandemia, di vari medici e scienziati che in questi mesi sono diventati personaggi pubblici, intervistati ogni giorno e ascoltati da persone e istituzioni.
Più o meno tutti, dopo qualche dichiarazione fuorviante rispetto alla lotta contro la pandemia, dicono di essere stati fraintesi.
Data la situazione dovrebbero avere ormai compreso le dinamiche della comunicazione, invece, per alcuni di loro, sebbene siano persone seriamente impegnate contro il virus, pare non sia così o, peggio, che non se ne interessino.
Dovrebbero avere capito che certe frasi, su cui anche nel merito c’è molto da eccepire, ma poi lo diremo, sono manna per negazionisti, per chi sottovaluta la pandemia, per anti vax e sciacalli vari, che loro stessi peraltro da mesi in effetti combattono.
Dovrebbero avere compreso che ogni volta che aprono bocca sono ascoltati da milioni di persone e, quindi, la necessità di misurare le parole, per evitare di essere strumentalizzati da gente che non ha altro da fare che passare il tempo a inseguire ambulanze con lo scopo di negare l’esistenza della pandemia, in offesa, con i loro comportamenti, ai morti, alle sofferenze dei parenti e ai sacrifici del personale sanitario e di tutta la popolazione.
Invece no, questi scienziati, nonostante si battano contro questa gentaglia, troppe volte parlano in libertà, come se non fosse in atto nel mondo una guerra pericolosissima contro la scienza, cavalcata anche da politici che sfruttano la crisi sanitaria ed economica mondiale per loro interessi.
Ce n’è in ogni parte del globo e in Italia abbiamo i nostri.
Ultimo, in merito alle dichiarazioni di Crisanti, il senatore Gianluigi Paragone, che ora, dopo averne imbracciate diverse, sventola la bandiera Italexit per l’uscita del nostro Paese dall’Europa e cavalca le dichiarazioni del microbiologo veneto facendo il segno dell’ombrello e gridando “Tié” al vaccino.
Ennesima dimostrazione del livello a cui si può scendere per cercare di raccattare una manciata di voti, ma anche di come parole sbagliate di personaggi pubblici, che hanno conquistato credibilità, come Crisanti, diventino armi contro la medicina e la scienza nelle mani di persone senza morale e senza scrupoli, pronte a sfruttare la paura di cittadini, che aspettano invece indicazioni chiare.
Viene da chiedersi se, al di là delle loro conoscenze specifiche, certi medici, diventati divulgatori, si siano accorti dove vivono e quanto estesa sia la questione, anche politica, sociale e culturale, fuori dai loro reparti e dai loro laboratori.
Poi Crisanti si stupisce e si lamenta per essere stato assimilato ai no vax.
Allora, diciamolo con chiarezza, lui non ha mai parlato contro i vaccini e la loro efficacia, ma quanto ha affermato è comunque molto grave, perché solleva dubbi sul fatto che siano sicuri quelli annunciati contro il Sars-Cov-2, data la velocità con cui sono stati realizzati, finché non vedrà i dati, dal momento che ora siamo di fronte solo ad affermazioni delle case farmaceutiche che li stanno producendo.
Una festa per le orecchie di chi è contro i vaccini, che tra le tante teorie sostengono da tempo anche questa.
La dichiarazione di Crisanti è quindi del tutto fuori luogo, per gli effetti che produce e nel merito, perché gli uomini di scienza sanno benissimo che i vaccini, come tutti i farmaci che vengono messi in circolazione, devono essere autorizzati da Autorità preposte. E non da una sola, peraltro.
Ad esempio la Food and Drug Administration negli Stati Uniti, la Ema (European Medicines Agency) l’Agenzia Europea per i Medicinali in Europa, la Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) in Italia, senza contare il lavoro del Consiglio Superiore di Sanità guidato da Franco Locatelli, che in questi mesi si è distinto per competenza, chiarezza ed equilibrio.
Come ripetuto ormai ovunque la distribuzione dei vaccini avverrà solo dopo l’approvazione da parte di questi enti, che stanno infatti vagliando la documentazione presentata dalla Pfizer e da Moderna, le aziende che hanno dichiarato di avere concluso la loro sperimentazione con gli ottimi risultati che hanno alimentato le speranze di tutto il mondo.
Le stesse agenzie valuteranno e si esprimeranno sull’efficacia e la sicurezza anche degli altri vaccini che arriveranno.
Sono loro che sono preposte a guardare i dati e lo sono sempre state.
Questo iter è chiaro, conosciuto e peraltro è il motivo per cui ancora il vaccino non è distribuito, nonostante sia già pronto e sia stato sperimentato su decine di migliaia di persone.
Affermare di voler vedere i dati, come se non fosse chiaro che i vaccini saranno diffusi solo una volta che saranno validati, come se il giudizio di Crisanti sia determinante e non quello delle agenzie mondiali, significa porre in dubbio il valore e l’affidabilità delle Autorità chiamate a esprimersi sul vaccino.
Se Crisanti, o chi la pensa come lui, ha elementi concreti su cui basa perplessità o contrarietà, li esponga nelle sedi preposte, all’interno della comunità scientifica, alle Autorità stesse e non sui giornali.
Altrimenti queste affermazioni valgono quelle di ogni cittadino o di un Paragone qualsiasi, che, senza essere esperto o professionista della materia, dice che gli devono dire tutto del vaccino e si erge a giudice più competente delle Autorità stesse.
Perché in questo sta la gravità della situazione creata da Crisanti: se afferma che senza i dati, che sa per certo saranno validati da professionisti, lui non si fida, legittima tutti a non fidarsi, anche quando i dati vi saranno, perché in quel momento chi garantirà sul giudizio di qualsiasi medico, o di lui stesso, che dovesse approvare i vaccini?
È proprio quello scenario privo di certezze che gli sciacalli auspicano, per diffondere veleni e sospetti, per far crescere il loro consenso, a qualsiasi prezzo.
Anche il prezzo della vita delle persone, cui certamente medici e scienziati come lo stesso Crisanti stanno dedicando energie e sacrifici innegabili.
Per questo meritano sempre un riconoscimento, un po’ meno, alcuni, evidentemente, per come fanno comunicazione.

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