5 Gennaio 2021 - 15.57

Vaccino: obbligo, non obbligo e passaporto vaccinale

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di Stefano Diceopoli

L’anno che è finito era lo stesso, il famigerato 2020, ma i festeggiamenti hanno dato l’impressione di viaggiare su due universi diversi.

Da un lato l’Italia e l’Europa, in cui la notte di Capodanno le piazze sono state desolatamente deserte, in regime di coprifuoco, dall’altro Wuhan, dove la pandemia è cominciata, ma dove i cittadini sono scesi in massa per le strade per salutare l’arrivo del 2021 (per il calendario cinese anno del Bufalo).

Quelle immagini di migliaia di persone, quasi tutte con la mascherina, che si sono riversate nelle strade per countdown e brindisi, mentre una nube di palloncini si librava in aria, hanno ovviamente fatto il giro del mondo.

Immagino che anche voi vi siate chiesti: ma come è possibile che noi si sia chiusi nelle case ed in Cina cantano e ballano “tutti insieme appassionatamente”?

Non è facile dare una risposta inequivocabile, se non osservare che in un regime autoritario ed autocratico la gestione di una crisi sanitaria come quella da Covid 19 sia sicuramente più agevole per le autorità, che non debbono fare i conti con i principi della democrazia, dai diritti, alle libertà individuali, alla privacy.

Ma qui il discorso si allargherebbe troppo, per cui alla fine sono sicuro che nessuno di noi vorrebbe vivere in un regime illiberale e dittatoriale, e quindi meglio affrontare le limitazioni anti contagio imposte in un regime democratico, anche se magari la vittoria sul virus potrebbe richiedere più tempo.

Immagino che dopo un anno di pandemia vi sia chiaro che la battaglia contro il Covid 19 si potrà vincere solo con un vaccino. Certo mascherine, distanziamento, igiene delle mani, sono fondamentali, ma servono solo per arginare il contagio, per impedire che il numero degli infettati cresca a dismisura, e finisca per mandare il tilt il sistema ospedaliero.

Quindi, piaccia o non piaccia, come è stato a suo tempo per il vaiolo, malattia terribile che nei secoli decimò l’umanità, che è stato debellato con il vaccino sviluppato dal dott. Edward Jenner, così il virus di Wuhan potrà essere sconfitto solo con la vaccinoterapia.

E ciò è talmente assodato, che tutti, ma proprio tutti, i Paesi al mondo stanno iniziando una campagna di vaccinazione di massa.

Il primo vaccino, quello della Pfizer, è già stato autorizzato; a breve ne seguiranno altri, prodotti da diverse case farmaceutiche.

E, come era logico aspettarsi, sono già cominciati i primi problemi con coloro, chiamiamoli per comodità “No Vax”, che di vaccinazioni proprio non vogliono sentirne parlare.

Ma poiché la vaccinazione massiva, per indurre la cosiddetta “immunità di gregge” deve coinvolgere almeno il 70% della popolazione, se il numero dei “renitenti al vaccino” sarà molto elevato, è evidente che inevitabilmente si porrà il problema dell’obbligatorietà.

Come vedete non è un teorema, non è un problema di difficile comprensione. Anzi è proprio facile facile, perchè si riduce tutto ad una semplice domanda: cosa fare se non si dovesse raggiungere la soglia di sicurezza del 70%?

La risposta è altrettanto logica: si dovrebbe imporre l’obbligo!

E qui ovviamente nascono i problemi, che sono di ordine giuridico e politico.

Dal punto di vista giuridico mi sembra che non ci siano dubbi, nel senso che è possibile imporre la vaccinazione ai cittadini.

Non ho trovato finora nessun costituzionalista che non abbia dichiarato che l’art. 32 della nostra Costituzione consente al legislatore di prevedere un obbligo vaccinale, purchè venga introdotto con una legge, quindi con un voto del Parlamento.

Principio confermato anche dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 5 del 2018, in cui si stabilisce che “L’art. 32, infatti, tutela la salute non solo come diritto fondamentale del singolo ma altresì come interesse della collettività e permette di imporre un trattamento sanitario se diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri”.

Dal punto di vista politico il discorso cambia, perchè qui entrano in gioco i partiti, con le loro diverse sensibilità, ma anche purtroppo con il malcelato interesse a “strizzare l’occhio” alla galassia No Vax, perchè la politica è sempre interessata al voto.

Quindi anche se a parole tutti si dichiarano in linea di principio contrari all’obbligatorietà, sono già cominciati da tempo, anche a livello di Governo, vari distinguo fra diversi esponenti, fra chi è in ogni caso per la persuasione, e chi invece non esclude l’obbligatorietà all’inizio almeno per certe categorie professionali (medici, infermieri, insegnanti, forse dell’ordine ecc), da estendersi in caso di mancato raggiungimento della percentuale utile per l’immunità di gregge.

Mentre si discute sommessamente su questo tema, c’è un altro problema collegato; quello del cosiddetto “passaporto sanitario digitale”, con cui il cittadino potrà dimostrare di essere stato vaccinato contro il coronavirus.

E’ un tema ben presente in tutti i Paesi, credetemi, e basta leggere i giornali stranieri per rendersene conto.

Anche perchè, per limitarci ad un solo problema, coloro che amano viaggiare o devono spostarsi in aereo per lavoro dovrebbero avere una sorta di “passaporto sanitario digitale” per salire sui mezzi e per evitare quarantene all’arrivo.

Questa sorta di “passaporto vaccinale” lo stanno chiedendo le compagnie aeree aderenti alla IATA (Air Transport Association). Ma non solo la Iata, anche Il Commons Project Foundation ed il Word Economic Forum, insieme ad alcune compagnie aeree (United Airlines, Cathay Pacific, JetBlue, Lufthansa, Swiss International Airlines e Virgin Atlantic), stanno lavorando ad una sorta di CommonPass, ossia un passaporto digitale che non solo contiene i risultati del test da Covid-19 e lo stato delle vaccinazioni di ogni passeggero, ma che fornisce informazioni riguardo la salute dei passeggeri, in particolar modo quando devono recarsi in alcuni paesi che necessitano di particolari requisiti a livello sanitario.

Non crediate siano ipotesi di scuola. Lo sanno bene i politici, anche se al momento fanno finta di niente, e lo ha capito bene anche Luca Zaia, che il 27 dicembre ha dichiarato: “Il vaccino certamente è volontario, ma chi rappresenta un rischio per gli altri avrà dei problemi. Le compagnie aeree hanno iniziato a dire che vogliono passeggeri con la garanzia del vaccino, ma presto cominceranno a chiederlo le strutture ricettive, gli spazi per congressi e via dicendo. In Veneto, certamente, potremo provvedere rapidamente: siamo stati la prima regione a istituire un’analisi vaccinale che oggi è aggiornata e digitalizzata”.

Oltre a tutto, come accennato, non è un tema di competenza esclusivamente interna: Istituzioni internazionali quali la Commissione Europea e l’Oms stanno valutando una proposta di certificato internazionale digitale. Già ora, una volta effettuata, viene rilasciata una normale certificazione di “avvenuta vaccinazione”. “Da questo documento al “passaporto sanitario” c’è ancora molta strada da fare, ma è senz’altro uno sviluppo possibile.

Uno può pensarla come vuole, ma è chiaro che poiché il virus non sparirà, e ci accompagnerà, magari in forme diverse, anche negli anni a venire, non è fantascienza immaginare che nell’immediato futuro per accedere ad un cinema, ad un teatro, ad un negozio, e chi più ne ha più ne metta, sia necessario mostrare il certificato (magari sullo smartphone) di avvenuta vaccinazione.

Il che renderebbe ben difficile la vita di coloro che avessero rifiutato il vaccino.

Capite bene che anche solo ventilare tali ipotesi, per la galassia No Vax è come buttare aceto su una ferita.

Ed in effetti le prime reazioni ci sono già state, e anche caratterizzate da una certa violenza.

Il clima che si prospetta, anche se mi auguro di no, è analogo a quello che abbiamo vissuto ai tempi dello scontro fra la Ministra Lorenzin ed i No Vax quando venne imposto l’obbligo dei 10 vaccini per i bambini.

I prodromi non sono tranquillizzanti. Abbiamo letto nei giorni scorsi della vicenda di Claudia Alivernini, l’infermiera dell’ospedale Spallanzani di Roma (prima a essere vaccinata contro il Covid in Italia), che ha chiuso i propri profili social dopo numerosi messaggi on line contenenti insulti e minacce di morte da parte dei No-Vax. E non solo: su Instagram sono anche comparsi due profili fake creati a suo nome, tanto da indurre la ragazza a rivolgersi alla polizia postale.

E per dimostrarvi che si prospetta una “battaglia epocale”, senza esclusione di colpi, vi riporto un commento alle dichiarazioni di Luca Zaia circa il “passaporto sanitario”, comparso il 28 dicembre scorso sul sito dell’Agenzia Sputnik Italia: “Una volta di più credo che i leghisti siano dei perdi balle come tantissimi loro colleghi. Insomma Sig. Zaia.. emerito imbecille, se lei vuole scrivere sul passaporto o qualsiasi altro documento personale, se si è eseguito il vaccino o meno, sarebbe tacciato a ragione, il figlio prediletto di Hitler. Mi scusi ma lei ha mai preso in mano la Costituzione italiana ? Ha mai letto quali siano i diritti inalienabili della persona ? Forse il Covid 19 (dicono che lei ne sia stato soggetto) le ha mangiato il cervello quella sostanza grigia che stanzia nella “capa” di esseri viventi; A parte il fatto che lei sono sicuro ne sia privo. Però, un minimo di capacità di intendere e volere dovrebbe possederla. Sig. Zaia, si faccia ricoverare d’urgenza e se possibile si tolga da rompere i foglioni al prossimo. Le sue farneticazioni collimano con quelle udite tanti ma tanti anni fa al avvento del Nazional Socialismo … e quel orrida teoria della “Razza Ariana”; Hitler la nominerebbe , Comandante in capo delle SS naziste, l’Ordine Nero del Führer. Insomma oltre alla vaccinazione si potrebbe anche aggiungere 1) L’appartenenza religiosa; 2) La nascita da genitori extracomunitari; 3) figli di operai.. impiegati.. statali.. nobili.. parlamentari.. finocchi.. lesbiche.. ecc. ; E, perchè no ? Un bel numero indelebile sulla palle dei singoli italiani eccetto quelli del lombardo-veneto !! Che ne dice ?- Sulla sua carta d’identità.. sarebbe sufficiente aggiungere “Rincoglionito senza capacità di intendere e volere” … Ma fatti ricoverare.. sei senza speranze e le tue farneticazioni ci riportano a tempi in cui le camere a gas funzionavano giorno e notte. Sai che ti dico ? Te le farei provare assieme ai tuoi compari”.

Scusate se vi ho riportato questo messaggio farneticante, e sgrammaticato, ma l’ho fatto perchè credo che, meglio di ogni altro discorso, metta in evidenza il livello di accanimento, di contrasto, oserei dire di “odio”, presente in certi settori della nostra società.

Non avevo certo la presunzione di darvi una risposta definitiva al problema dei vaccini, e siate sicuri che nei prossimi mesi dovremo ritornare sull’argomento, ma spero di avervi fornito alcune informazioni utili per riflettere.

Con l’avvertenza che, qualunque tesi, qualunque fake news, qualunque argomentazione anti vaccino possiate leggere, mettete sempre su un piatto di un’ipotetica bilancia la salute ed il futuro della stragrande maggioranza degli italiani, e sull’altro le teorie antiscientifiche di coloro che rappresentano la negazione della scienza e della medicina.

Stefano Diceopoli

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