23 Maggio 2019 - 14.29

Una firma per fermare il cibo anonimo in Europa




Principi e contenuti, dibattiti e confronti, ma soprattutto etica e pensiero morale legati al cibo ed ai rapporti tra campagna e città sono i temi portanti del Festival Biblico in corso in questi giorni a Vicenza. Coldiretti, tra le associazioni promotrici, ha animato la serata di ieri al Palazzo delle Opere Sociali, a cui hanno partecipato Ermete Realacci presidente onorario di Legambiente e della Fondazione Symbola, Bruno Barel avvocato e docente universitario di diritto internazionale e Carmelo Troccoli direttore della Fondazione Campagna Amica, moderati dal giornalista vicentino Antonio Gregolin.

L’occasione è stata propizia per raccogliere firme per la petizione #stopciboanonimo, che ha l’obiettivo di coinvolgere l’Unione Europea nel controllo della circolazione di beni alimentari senza origine. Un’attività che i giovani e le donne di Coldiretti stanno sostenendo in tutto il territorio nazionale e che nel Vicentino ha riscontrato grande interesse da parte dei cittadini. 

“Il legame con la nostra terra si traduce anche nell’esigenza di rispettarla, quindi il tema della sostenibilità e della coesione sono strettamente correlati. E tutto questo si traduce nel concetto di bellezza – ha spiegato il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola, in apertura di serata – automatico è dunque il riferimento alla natura ed il discorso sui cambiamenti climatici, nonché sul riscaldamento globale, fenomeni acuiti dall’uomo che non si preoccupa, per interessi economici di breve periodo, delle conseguenze dell’inquinamento e dello sfruttamento intensivo delle risorse, provocando uno squilibrio che avvelena suolo, acqua ed atmosfera, ma soprattutto i rapporti umani”.

Stagioni con prolungate piogge o lunghe siccità mettono a repentaglio l’agricoltura e la biodiversità. Da più parti è stato citato Papa Francesco con la sua Enciclica “Laudato Si’”, che ha lanciato un avvertimento all’umanità, perché prenda coscienza di nuovi stili di vita, di produzione, di consumo così nel nostro piccolo cerchiamo di scuotere le coscienze, perché il creato non sia un oggetto da sfruttare ma un valore universale da tutelare. “Siamo a Vicenza e non siamo immuni a queste problematiche – ha concluso Cerantola – considerato quanto capitato con i Pfas e la devastazione dei boschi dell’Altopiano. Coldiretti vuole cercare una prospettiva ed esprimere fiducia verso un possibile salto culturale che parta da un modello di sviluppo più sano di cui la campagna è testimone naturale

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA