24 Febbraio 2017 - 17.32

TRISSINO – Miteni sui lavoratori: “Nessuna patologia legata a PFAS”

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La Miteni di Trissino prende posizione sulle notizie relative all’indagine sanitaria fatta sui propri lavoratori. Secondo l’azienda, gli studi pubblicati sui lavoratori Miteni dicono che non vi sarebbe alcuna patologia correlata ai PFAS.
Per questo ha diffuso un comunicato stampa, che pubblichiamo integralmente.

“Grave creare allarme -recita il comunicato- con ricerche definite parziali e incomplete dagli stessi autori e che giungono a conclusioni errate per evidenti e inaccettabili errori di valutazione statistica.

Leggiamo sulla stampa conclusioni errate e infondate a cui sarebbe giunto lo studio presentato ieri dal dott. Enzo Merler, affermazioni che stanno provocando grande preoccupazione tra i lavoratori di Miteni.

Già da una prima analisi del documento appare del tutto evidente che i dati non esprimono quanto riportato. I risultati indicati si collocano in una variabile che comprende la parità tra dato atteso e dato riscontrato e non è pertanto giustificata alcuna conclusione circa una più elevata mortalità e tantomeno l’identificazione di patologie correlate all’ esposizione da pfas, sulla base di quanto descritto.

E’ opinione dell’azienda che sia del tutto inappropriata questa continua diffusione di dati che dagli stessi autori sono considerati preliminari, non conclusivi e incompleti a fronte di studi attendibili, pubblicati e validati dalla comunità scientifica che esprimono quasi univocamente conclusioni diverse.

Appare evidente inoltre che non è corretto confrontare i lavoratori dell’industria con la popolazione intera del Veneto che è composta da stili di vita e territori molto diversi.

Seguendo lo schema dei risultati illustrati dallo studio bisognerebbe affermare anche che i lavoratori Mteni sono protetti dal tumore al polmone e dalle malattie ischemiche cardiache poiché la diminuzione di queste patologie è uguale all’aumento di altre che vengono invece definite preoccupanti.

I risultati non solo non dicono quanto riportato ma è altrettanto evidente che con numeri così piccoli un singolo malato in più o in meno cambia completamente il risultato, e questo peraltro in assenza di qualsiasi analisi dei fattori di confondimento o di altre esposizioni, come peraltro esplicitato dallo stesso relatore.

Le conclusioni non rispettano elementari regole scientifiche della statistica tra impostazione e conclusioni e creano allarme senza alcun motivo”

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