16 Luglio 2019 - 17.53

Tragedia dell’Antonov: il libro, i mancati risarcimenti e la “strategia del logoramento per i familiari delle vittime”

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(da comunicato stampa dell’ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DEL DISASTRO AEREO DI VERONA )

Dopo 24 anni un libro indagine sulla strage di Santa Lucia È un libro-indagine, quello realizzato del giornalista Gianni Favero, che per primo ripercorre i fatti che videro la morte di 49 persone nello schianto di un Antonov in partenza dall’aeroporto di Verona. Era il 13 dicembre 1995. Con la penna del cronista d’agenzia Favero ricostruisce il contesto socio-economico del Nord-Est nella metà degli anni ’90 e fa emergere, intervistando svariati protagonisti direttamente coinvolti nel disastro aereo, le molte facce della vicenda. L’impeccabile ricostruzione del contesto nel quale è maturato uno dei fatti di cronaca più gravi del Nordest, apre poi alla rapida sequenza nella quale imprenditori, familiari, senatori ed imputati raccontano, in modo diretto, le conseguenze di quel tragico evento. Il risultato dell’esposizione delle testimonianze, asetticamente brutale, lascia una totale libertà di valutazione ed interpretazione dei fatti, delle reazioni e delle ragioni degli intervistati. A 24 anni di distanza, Favero riporta alla luce avvenimenti scomodi o sottaciuti ed azioni mai confessate aprendo il libro a molteplici letture. “Un pugno nello stomaco. Leggendo le asciutte pagine del libro è riemersa, dopo tutti questi anni, una profonda rabbia. – ha dichiarato Francesco Zerbinati, presidente dell’Associazione dei Familiari delle Vittime del Disastro Aereo di Verona – Ho scoperto aspetti inediti legati al disastro aereo di Verona che non conoscevo. Favero, che aveva seguito professionalmente la vicenda, è stato bravo a far emergere la doppiezza dei rappresentanti delle istituzioni locali e la vanezza delle promesse di chi ha rappresentato lo Stato Italiano. Noi familiari in quasi un quarto di secolo abbiamo letto tanti articoli di giornale che distorcevano la realtà: quella che esce dal libro è, per quanto dura e scomoda, l’unica verità.” Il volume titolato “Antonov 24, la stage di Santa Lucia”, edito da Linea Edizioni di Padova, sarà presentato in anteprima il 18 luglio a Cortina d’Ampezzo nell’ambito della manifestazione “Una montagna di libri”.

Ecco le informazioni di sintesi che riassumono la situazione ad oggi.

I fatti e il processo penale

La notte del 13 dicembre 1995, Santa Lucia, alle ore 19.55 si schiantò a meno di un chilometro dalla pista di decollo dell’aeroporto di Verona -Villafranca un Antonov 24 di nazionalità rumena. Tutti i 49 occupanti perirono per lo schianto ed il successivo incendio: 41 passeggeri e otto membri di equipaggio. Tra le vittime 31 italiani, 13 di nazionalità rumena, 4 dell’ex Repubblica Jugoslava e uno di nazionalità olandese. Le indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Verona, individuarono una serie di concause: gravi carenze nei controlli da parte del personale dell’aeroporto e del personale del Ministero dei Trasporti, trascuratezze da parte dei piloti che ignorarono il sovraccarico del velivolo e la nevicata in atto.

Il direttore dell’aeroporto scaligero, Francesco Canfarelli, Renato Rossato, addetto all’ufficio controllo traffico, Antonio Realdi, direttore della società di servizi dell’aeroporto Catullo e Davide Albieri, addetto a centraggio vennero condannati dalla corte d’Appello di Venezia nel febbraio 2001 e in via definitiva nel settembre 2003.

Secondo quanto calcolato dal prof. Carlo Casarosa, perito del pm, l’aereo sarebbe decollato con un peso di 23.576 kg anziché i 21 mila kg previsti dal costruttore, un sovraccarico di 2.576 kg, non considerando il peso supplementare provocato dal deposito di neve sulle ali. La IV Sezione Penale della Cassazione nella sua sentenza ha ben chiarito come l’indissolubile nesso di causalità tra il comportamento degli imputati, dei piloti e l’eccessivo carico sia stato tale per cui se solamente uno dei coinvolti avesse rispettato le norme, l’evento non si sarebbe verificato. Lettura, questa, ben differente dalla semplice e comoda “presenza di giaccio sulle ali”, versione proposta nell’imminenza dell’evento e continuamente ripresa dagli organi di stampa. Processo civile e risarcimenti ai familiari Nonostante le difficoltà in cui, nell’imminenza dell’evento, versavano molte delle famiglie che persero il capofamiglia o il titolare dell’impresa, nessuna anticipazione economica, pur promessa dalle assicurazioni, è stata concessa. Le famiglie ricevettero i primi soldi solamente a 7 anni dal disastro quando, anticipando la sentenza penale definitiva, i legali dell’aeroporto Catullo proposero una chiusura transattiva limitatamente alla loro quota di responsabilità. Soldi, questi, che furono immediatamente assorbiti dalla parziale copertura delle spese legali accumulate. Nel 1997, parallelamente a quello penale, i familiari avviarono un procedimento davanti al Tribunale civile di Verona. Dopo 10 lunghi anni di dibattimento questo si è bruscamente interrotto, nel luglio del 2006, perché il giudice incaricato, a pochi giorni dal suo pensionamento, sentenziò la propria incompetenza territoriale rinviando al Tribunale di Venezia il giudizio e, per giunta, lasciano le spese di giudizio accumulate sulle spalle delle famiglie. Riavviato con molta difficoltà il procedimento civile si è concluso davanti al Foro di Venezia solamente nel 2010 con la valutazione dei risarcimenti non patrimoniali: circa 150.000 euro per i coniugi superstiti ed i figli e 50.000 euro per fratelli e genitori. Risarcimenti rimasti sulla carta a causa del ricorso in appello da parte delle assicurazioni condannate a pagare.

La strategia di logoramento delle famiglie ha visto (strategia ancora in atto) le Assicurazioni presentare proposte di transazione per valori mediamente dimezzati rispetto a quanto chiesto o sentenziato dalla Giustizia. Questa strategia, in alcuni casi di maggiore necessità dei familiari superstiti, ha visto addirittura il rifiuto di transazione. Nel settembre del 2016 arriva l’attesa sentenza di appello civile e con essa ancora una brutta sorpresa. Ogni nucleo familiare è condannato a restituire 30.000 euro perché, secondo i giudici veneziani, “gli attimi di terrore in cui gli occupanti dell’Antonov durane i quali furono coscienti di morire” sarebbero stati troppo pochi per giustificare un danno iure hereditatis di 50.000 euro, come precedentemente identificato dai loro colleghi. La conferma dei risarcimenti per le i responsabili, però, ancora non convince le assicurazioni del Ministero dei Trasporti italiano e della compagnia Romavia a risarcire i parenti delle vittime. – In sintesi molti familiari, pur di chiudere con una sofferenza costantemente rinnovata e nella difficoltà di trovare i soldi per sostenere il costo degli avvocati, hanno accettato risarcimenti iniqui, quando, non hanno addirittura abbandonato l’azione legale. Alcuni hanno tentato, con esito spesso negativo, il pignoramento di beni del Ministero del Trasporti; – Nessun risarcimento è stato liquidato nell’importo sentenziato dal Tribunale. Coloro che hanno chiuso con le assicurazioni hanno dovuto accettare risarcimenti (spesso anche molto) inferiori; – Oggi, a quasi 24 anni dallo schianto di quell’Antonov, sono ancora vari i nuclei familiari che non sono stati completamente risarciti per il loro morto; – La somma delle spese legali sostenute dai familiari nel frattempo si avvicina a circa 8 milioni di euro. Il Ministero dei Trasporti italiano è tra quelli più riottosi ad onorare i risarcimenti.

(a seguire l’elenco delle vittime)

ELENCO DELLE VITTIME

ITALIA (31)

VENETO (14) Paolo BIASON, 49 anni, imprenditore, Venezia Antonio CAGNETTA, 36 anni, commerciante, Treviso Franco CAMMELLI, 42 anni, commerciante, Treviso Edith DELLA LIBERA, 35 anni, imprenditrice, Treviso Danilo FURLAN, 49 anni, industriale, Treviso Guido GALEOTTI, 44 anni, commercialista, Treviso Romano GAZZINI, 54 anni, imprenditore, Verona Franco MAZZOLIN, 49 anni, artigiano, Padova Stefania MODESTI, 27 anni, hostess di terra, Verona Otildo MORELLO, 59 anni, agricoltore, Padova Franco MORTILLARO, 46 anni, tecnico industriale, Vicenza Ottorino PANDIN, 52 anni, direttore tecnico, Padova Giuseppe PIONA, 43 anni, imprenditore, Verona Giorgio ZAGO, 39 anni, imprenditore, Padova EMILIA ROMAGNA (4) Luigi BRANDANI, 57 anni, commerciante, Modena Bruno BEVILACQUA, 43 anni, ottico, Parma Lorenzo DOMENICHINI, 46 anni, operatore commerciale, Bologna Giancarlo GUARNIERI, 50 anni, geometra, Bologna

FRIULI-VENEZIA GIULIA (4) Federico BATTISTINI, 60 anni, artigiano, Udine Giorgio BEAN, 48 anni, docente universitario, Trieste Luca BUTTOLO, 29 anni, agente di Polizia, Udine Ferdinando PULLELLA, 27 anni, ricercatore universitario, Udine

LOMBARDIA (3) Giovanni BARIANI, 49 anni, impresario edile, Cremona Giovanni BELTINI, 48 anni, artigiano, Brescia Alberto RAMERA, 44 anni, libero professionista, Brescia

MARCHE (2) Enzo MARCONI, 51 anni, imprenditore, Pesaro Ernesto PALAZZI, 44 anni, imprenditore, Pesaro

TRENTINO ALTO ADIGE (1) Alberto ZUCCATI, 34 anni, manager, Trento

LIGURIA (1) Charles JAPPELLI, 48 anni, imprenditore, Genova

TOSCANA (1) Cristina Monica CUCU, 24 anni, operaia, Livorno

CAMPANIA (1) Ciro DI GIOVANNI, 35 anni, maestro d’orchestra, Napoli

ALTRE NAZIONALITA’ (18)

ROMANIA (13) Aurica BAGNARA LACATUSU, 36 anni, casalinga Panainte BOGATU, 24 anni Corina Michaela CHELU, 21 anni, hostess Gabriela GHIRAN, 27 anni, ballerina Anesia Nicoleta GLICA, 26 anni, assistente di volo Claudia Paula INDRICAU, 25 anni, commessa Dimitru Marin IVAN, 52 anni, comandante-copilota Vasile Dan IVAN, 38 anni, comandante-primo pilota Dulfu MIRCEA, 33 anni, commerciante Ilie Nicolae Viorel MIRCEA, 36 anni, meccanico di bordo Costantin Gheorghe POPESCU, 50 anni, meccanico di bordo Alexandra Alina SOCOL, 30 anni, hostess Alexandru Cornel VLAGEA, 42 anni, navigatore SERBIA (4) Mohammad ADEMI, 27 anni, operaio, Titovska Mitrovica Senjur ADEMI, 5 anni, Titovska Mitrovica Igbal GUSANI, 29 anni, casalinga, Titovska Mitrovica Savic ZORAN, 41 anni, autista, Draganici

OLANDA (1) Jam VAN DER HEIDE, 39 anni

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