13 Maggio 2020 - 17.48

Storia di un’amicizia nata quasi per caso

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Nell’ultimo periodo ascoltando la TV o leggendo i giornali le notizie portano solo ansia, negatività e preoccupazione. Con questo breve articolo, grazie alla disponibilità ricevuta dalla direzione, diamo voce al desiderio espresso da mister Checo Maino nel raccontare una bella storia di amicizia, vera, mai tradita, nata quasi per caso tra lui e chi scrive questo pezzo, nella consapevolezza della pochezza dei contenuti ma con l’intento per una volta di portare serenità al lettore.

Tutto nacque quando patron Rino Dalle Rive artefice del progetto calcistico ALTOVICENTINO che racchiudeva le società calcistiche di Schio, Marano e Thiene decise di affidare la guida tecnica di quest’ultima a mister Maino coadiuvato come secondo da mister Rossi.

Francesco era all’inizio della sua carriera di allenatore, mentre per Fabio era la prima esperienza. Sulla carta era una missione sportiva impossibile poiché il Thiene era l’anello debole del progetto, quasi un corpo estraneo, un qualcosa in più.

Fu allestita una squadra in fretta e furia, senza logica e senza basi, che a fatica si sarebbe potuta salvare anche in categorie minori. Una squadra lasciata a sé stessa in tutti i sensi, destinata comunque a non dover esistere più. Chi mandò, forse anche volutamente, allo sbaraglio quella squadra, sottovalutò l’attaccamento ai colori rossoneri del Thiene dei due “pelati”.

Checo Maino fu uno dei protagonisti del Thiene dei primati guidato da Sergio Gasparin, mentre Fabio era nato e cresciuto calcisticamente nell’AC Thiene 1908, fino alle soglie della prima squadra fermandosi poi, calcisticamente parlando, per continui problemi fisici alle ginocchia.

Da lì nacque un’amicizia fraterna, nel condividere le continue e giornaliere difficoltà, un’amicizia che neppure la lontananza degli ultimi anni ha intaccato.

Per onore di cronaca riuscimmo a creare un gruppo di ragazzi stupendo, capaci di salvarsi nel campionato di promozione all’ultima giornata, andando contro i pronostici di tutti quelli che ci davano spacciati ancora prima di iniziare il campionato. Come ben previsto l’anno successivo il Thiene non venne iscritto in nessun campionato, ma noi due potemmo andare fieri nel dire di aver salvato l’ultimo vero AC Thiene.

Campionato successivo, le nostre strade sembravano doversi dividere. Francesco era destinato alla prima squadra del Sarcedo in promozione, mentre il sottoscritto chiamato da Dalle Rive avrebbe dovuto allenare gli allievi del settore giovanile dell’Alto Vicentino. Ma non poteva finire così, quindi nonostante l’incazzatura del compianto Rino Dalle Rive, prendendomi l’etichettatura di “mercenario”, salvo poi ricevere le sue scuse, scelsi di seguire non il collega ma l’amico Francesco a Sarcedo.

Altra stagione difficile, culminata causa i capricci non di alcuni giocatori ma bensì di alcuni “bambini” con l’esonero di Francesco a novembre. Esonero che non aveva “colpito” anche Fabio, anzi per certi versi avrebbe potuta essere stata un’occasione. Per coerenza e rispetto nei confronti dell’amico Francesco scelsi di dimettermi rinunciando al compenso pattuito ed alla faccia di chi erroneamente in estate mi aveva etichettato come “mercenario”.

Raccontare in poche righe l’intensità di quei momenti sportivi e difficile per non dire impossibile. Quindi meglio raccontare e rendere protagonista dell’articolo mister Maino attuale allenatore del Bassano e fresco di rinnovo contrattuale alla guida della prima squadra per il terzo anno consecutivo.

Come non ricordarsi di Francesco Maino giocatore. Fiato da vendere, tecnica non pervenuta, determinazione e forza di volontà unica. Arrivato al professionismo in tarda età, non per colpa sua se pensiamo che iniziò a giocare intorno ai sedici anni di fatto senza aver fatto le giovanili. Con il senno di poi, se avesse iniziato prima da piccolino e se fosse arrivato prima al professionismo, la serie A era un obiettivo alla sua portata.

Unico ad aver giocato in tutte le categorie dalla terza alla serie B. Memorabile la cavalcata dalla serie D alla serie B con la maglia del Treviso allenato da mister Bepi Pillon, senza dimenticare le altre esperienze a Vicenza, Modena e Mantova. Unico difetto come giocatore nel riuscire a giocare solo con il 4­-4-2 , perché se tolto dalla sua fascia diventava uno dei tanti.

Chi è invece Checo Maino allenatore. E’ un perfezionista , meticoloso, un martello che pretende tantissimo ma al tempo stesso ricambia dando al giocatore moltissimo. Metaforicamente vive di calcio, probabilmente pensa al calcio anche nel momento delle coccole con la moglie. I successi che sta ottenendo negli ultimi anni, partono da lontano, dai sacrifici fatti e che hanno fortificato il già forte carattere di Francesco. E’ diventato grande o meglio maturo, qualcuno di questo si è accorto, qualcuno probabilmente si sarà visto anche pentito di come lo ha trattato in passato, e qualcuno come il sottoscritto sa bene che mister Maino avrebbe tutte le carte in regola per far bene anche a livelli più importanti.

E per finire chi è veramente Francesco. Checo è una gran bella persona. Un amico fraterno, un fratello maggiore, a cui voler solo bene. Una persona a cui la vita non ha mai regalato nulla. Questa è la breve storia di un’amicizia nata quasi per caso, nella speranza di avere soddisfatto tutte le aspettative di Checo Maino e nella fiducia di trovare prima o poi un pazzo che unisca nuovamente anche se con ruoli diversi la coppia.

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