7 Maggio 2019 - 16.27

Smantellata maxi-rete di richiedenti asilo spacciatori

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8 richiedenti asilo centroafricani, sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Trento perché ritenuti responsabili di traffico di sostanze stupefacenti. Gli arresti scattati il 16 aprile e proseguiti nei giorni successivi fanno parte di una operazione, iniziata a marzo del 2018 della Mobile di Trento diretta dal Vice Questore Salvatore Ascione.

Questo è il primo risultato dell’operazione “Predatori”, per la quale l’Autorità Giudiziaria di Trento. su richiesta del P.M. Davide Ognibene ha emesso 12 ordinanze cautelari nei confronti di cittadini della Nigeria ed Italia e 11 decreti di perquisizione, sempre nei confronti di altrettante
persone.

L’operazione ha portato alla luce un vasto traffico di droga tra Trento, Rovereto, Verona, Vicenza e Ferrara, gestito da un’organizzazione criminale, i cui appartenenti erano giunti in Italia come richiedenti asilo per motivi politici-umanitari o di protezione sussidiaria. Gli investigatori hanno denunciato in totale 12 richiedenti asilo, in parte anche accolti in Trentino, coinvolti a vario titolo nell’indagine della Squadra Mobile di Trento contro lo spaccio di droga.

Il lavoro della Squadra Mobile di Trento ha preso spunto dalle indagini “Mandinka e Bombizona”, conclusesi l’ultima l’anno scorso, con l’arresto, in totale, di circa 60 persone ed il coinvolgimento a vari titolo di oltre 100 persone, quasi tutte richiedenti asilo, alcune delle quali, poi, denunciate a piede libero ed altre destinatarie di misure cautelari del divieto dell’obbligo di dimora nelle province di Trento, Verona e Vicenza.

Durante le fasi finali di quell’attività, emerse, infatti, una nuova “batteria” di richiedenti asilo che trafficava in stupefacenti. Proprio a seguito di quella prima indagine gli investigatori scoprirono come dietro alle richieste d’asilo si nascondessero alcune persone che avevano quale obiettivo quello di costituire delle organizzazioni criminali volte a favorire traffici illeciti.

Nel corso delle indagini è stato dimostrato come lo stupefacente immesso sul mercato, prevalentemente eroina e marijuana, era spacciato nelle principali piazze cittadine quali: piazza Dante, piazza Santa Maria e nel centro storico arrivando fino al “Muse”. Gli.spacciatori per evitare i numerosi controlli di polizia, comunicavano tra di loro tramite WhatsApp ed avevano costituito una “rete”. di cui facevano parte anche italiani tossicodipendenti, capace di intercettare la maggior parte di tossicodipendenti provenienti dalla provincia.

La consorteria aveva, anche, intuito che assoldando tossicodipendenti italiani, grazie alle conoscenze dirette di quest’ultimi, si poteva consegnare la merce agli “amici” in luoghi diversi da quelli soggetti a controllo da parte della polizia. Non solo, quindi, si fidelizzavano i tossicodipendenti provenienti dalle valli, con un prezzo leggermente ribassato, ma si permetteva a questi, di essere certi di non essere oggetto di controlli e del sequestro della “roba” da parte della polizia.

La forza del sodalizio che operava principalmente nelle città di Trento e Rovereto, derivava proprio dalla stretta sinergia che intercorreva tra tutti gli associati, che rinvestivano gran parte dei proventi per l’acquisto di nuove partite di droga.

Risultavano, inoltre, vincolati da un legame di mutuo soccorso volto a risolvere i problemi legati alle vicende giudiziari degli affiliati, motivo per il quale utilizzavano parte degli introiti per il pagamento di spese legali.

Nel corso dell’indagine sono stati, inoltre, arrestati altri 2 nigeriani che si vanno a sommare agli 8 provvedimenti emessi dalla A.G., per un totale di 10 arresti tra custodia cautelare in carcere e flagranza di reato.

Sono stati, infine, sequestrati diverso stupefacente e contanti derivanti dallo spaccio della droga.

Tutta l’attività, seguita dalla Servizio Centrale Operativo, ha visto il contributo delle Squadre Mobili del Nord Italia ed in particolare di Verona, Ferrara e Vicenza e del Commissariato di P.S. di Rovereto, dove, con l’importante impegno delle locali Squadre Mobili e del Commissariato, sono
stati eseguiti diversi provvedimenti cautelari.

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