16 Luglio 2022 - 10.35

Seconda stella a destra, questo è il cammino…

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“Seconda stella destra, questo è il cammino   E poi dritto fino al mattino   Poi la strada la trovi da te   Porta all’isola che non c’è…..”

Chissà magari è proprio questo il “cammino”, nel senso di indirizzo politico, indicato dall’Avvocato del popolo Giuseppe Conte ai Parlamentari del Movimento 5 Stelle ormai riuniti permanentemente in conclave per decidere cosa fare dopo la “genialata” della crisi del termovalorizzatore di Roma Caput mundi!

E a giudicare dai tentennamenti dei Ministri grillini che Conte voleva far dimettere, e dei molti peones preoccupati di non maturare i 4 anni, 6 mesi ed un giorno di legislatura, necessari per acquisire il diritto alla pensione (il termine è il prossimo 24 settembre), questi devono aver letto anche un’altra strofa della canzone di Edoardo Bennato che recita:  “.. E a pensarci, che pazzia   E’ una favola, è solo fantasia   E chi è saggio, chi è maturo lo sa   Non può esistere nella realtà….”

Sta tutto in questo “non può esistere nella realtà” l’azzardo di un uomo che forse ha sofferto l’avvento di Draghi come un affronto personale, come una ingiusta defestrazione, e che forse pensava che l’ex Presidente della Bce fosse come tutti i politicanti italici incollato alla “cadrega”, al grido di “Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca”.

Invece ha sbagliato i calcoli. Draghi si è dimostrato fedele al suo clichè di uomo serio che, mettendo la propria dignità davanti ai giochi di palazzo, è asceso al Colle per dire “mi dimetto, mi sono rotto i c….”

Ma Giuseppe Conte evidentemente al “cammino” sembra crederci, in ossequio ad un altro verso della canzone: “Se ci credi ti basta perché   Poi la strada la trovi da te..”.

Non mi azzardo certamente a cercare di profetizzare come si chiuderà questa crisi, perché nella Nuova Bisanzio affacciata sul Tevere nulla è scontato, e qualche soluzione pasticciata tanto per “tirare a campare” la si può sempre trovare.

Mi limito quindi a qualche osservazione di scenario.

A cominciare da Enrico Letta, che sull’alleanza organica con i 5Stelle ha impostato la  linea politica del Partito Democratico.

Certo una topica l’aveva già presa il suo predecessore Luca Zingaretti, che ebbe a definire Giuseppe Conte “il punto di riferimento dei progressisti” (sic!).

Si sa che “errare humanun est”, ma perseverare diabolicum, ed in effetti faccio fatica a capire come un politico navigato come Letta, ex Presidente del Consiglio, non abbia capito di quale pasta fossero fatti i grillini, privi da sempre di una linea politica, dipendenti dagli umori di un “Elevato”, propugnatori di provvedimenti demenziali, ed esiziali per le finanze pubbliche, quali il Reddito di cittadinanza ed il Superbonus 110%.

In altri Paesi il voltafaccia di Conte sarebbe sufficiente a costringere Enrico Letta a dimettersi da Segretario e a tornare ad insegnare a Parigi.

Invece a quanto si legge Letta sarebbe intenzionato ad andare avanti con “una parte dei 5 Stelle”.

Quale sia questa “parte “non è dato sapere, e forse ce lo spiegherà più avanti, ma mi chiedo come faccia il Pd a celebrare in questi  giorni le primarie in Sicilia, presentandosi assieme a chi sta mandando a casa il Governo Draghi.

E’ inutile nasconderlo, anche se tutti ci ripetono fino allo sfinimento che “la crisi mette in estrema difficoltà il Paese in un momento drammatico”, il problema dei nostri Demostene è quello che, a parte Giorgia Meloni, che forte dei sondaggi favorevoli suona la grancassa “elezioni, elezioni!”, tutti gli altri, chi per un motivo chi per un altro, le elezioni le temono, eccome se le temono, e sicuramente non le vorrebbero a tamburo battente.

Da qui gli equilibrismi verbali per spingere anche i riottosi come Matteo Salvini e Silvio Berlusconi a dare la disponibilità per la continuazione dell’esperienza del Governo di unità nazionale.

Più facile a dirsi che a farsi, perché Salvini, pur pressato dai suoi colonnelli pro Draghi, avrà pure qualcosa da chiedere in cambio per giustificare questa scelta apparentemente masochista, visto che tutti concordano che le prossime elezioni le vincerà il centro destra.

E se chiedesse per fare un solo esempio una netta chiusura alle Ong, alle navi battenti tutte le bandiere che fanno da taxi ai cosiddetti migranti, come la metterebbero le anime belle del Pd?

Accetterebbero di consegnare al Carroccio quella che potrebbe sembrare una golden share sull’Esecutivo?

Che senza i  5 Stelle avrebbe indubbiamente una trazione destrorsa!

E se Giuseppe Conte, con una di quelle “giravolte” degne di un trapezista, dichiarasse improvvisamente prima di mercoledì prossimo:  “Ragazzi abbiamo scherzato, visto che ormai il termovalorizzatore è legge, noi confermiamo la fiducia a Draghi”?

Potrebbe a questo punto sembrare fantapolitica, ma se ci pensate bene i pentastellati la fiducia l’hanno votata alla Camera dei Deputati, e per gli  illusionisti della politica della Repubblica di Pulcinella non esiste alcun limite di decenza e coerenza.

Comunque la si veda, questa che stiamo vivendo è una di quelle situazioni che avrebbe fatto impazzire persino Kafka, ma che sta avviandosi ad essere la regola in questo Paese sempre più sull’orlo del baratro.

Chissà se in queste ore nelle Cancellerie di tutto il mondo si sta studiando la tattica, la linea politica dell’Avvocato con la pochette:  “Seconda stella destra, questo è il cammino   E poi dritto fino al mattino   Poi la strada la trovi da te   Porta all’isola che non c’è…..”

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