22 Giugno 2018 - 12.17

SCHIO – Fatture false per 1,5 milioni tra Santorso e Milano, sequestro di 350.000 euro a Schio

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Negli scorsi giorni i Finanzieri della Tenenza di Schio, nell’ambito dell’operazione denominata “Trasporto a Vista, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo per equivalente emesso dal Gip presso Tribunale di Vicenza, mettendo i sigilli a vari conti correnti,  4 auto, quote societarie e 2 immobili residenziali di Milano. Il provvedimento, finalizzato alla confisca sino al valore di circa 350.000 euro, è stato emesso nel contesto delle investigazioni coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza.

LE INDAGINI

Le indagini erano state avviate quando le Fiamme Gialle, grazie ad un innovativo strumento di analisi di rischio nella selezione dei target ispettivi elaborato dal Comando Provinciale di Vicenza, avevano individuato una società sospetta, con sede dichiarata in Santorso e  operante nel settore dell’ottica, che tuttavia intratteneva per importi significativi rapporti con imprese in settori del tutto differenti dal proprio.

L’ultimo amministratore dell’impresa vicentina moriva pochi mesi dopo la nomina non venendo più sostituito, mentre il precedente legale era un pensionato milanese settantaquattrenne che, a dispetto dell’età, risulta amministratore di ben 30 società e cooperative.

GLI ACCERTAMENTI

I Finanzieri scledensi a questo punto avviavano una serie di accertamenti di polizia economico-finanziaria che permettevano di scoprire come la società di Santorso – senza dipendenti o mezzi ed inesistente presso l’indirizzo dichiarato – avesse emesso fatture fasulle per circa 1.350.000 di imponibile ad oltre 285.000 euro di IVA a favore di una cooperativa e di un’impresa di autotrasporti con sede a Milano e Trezzano sul Naviglio.

I tre indagati – il pensionato con la “passione” dell’amministrazione ed i legali rappresentanti delle due imprese che hanno beneficiato delle fatture false – hanno quindi ricevuto il controllo delle Fiamme Gialle scledensi che, oltre a perquisire le loro abitazioni e le sedi delle imprese, hanno apposto i sigilli ai beni aziendali ed a quelli personali. Gli investigatori hanno anche scoperto come l’intraprendente settantaquattrenne amministratore di 30 aziende fosse domiciliato in una casa popolare di un condominio  “alveare” di Milano occupata abusivamente, che è stata sgombrata dall’ente gestore dell’immobile proprio grazie all’intervento dei finanzieri.

IL FALLIMENTO

Mentre le indagini proseguono la società cartiera scoperta è stata da poco dichiarata fallita dal Tribunale di Vicenza su richiesta dell’A.G. inquirente in considerazione di debiti tributari mai pagati per circa 800.000 euro.

L’operazione delle Fiamme Gialle si è sviluppata secondo il dispositivo operativo del Corpo nell’ambito del contrasto all’evasione, all’elusione e alle frodi fiscali facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria ed è stata condotta tanto sotto il profilo amministrativo-tributario quanto quello penale con il conseguente sequestro preventivo del patrimonio finalizzato alla confisca, che è obbligatoria nel caso in cui il procedimento penale si concluda con la condanna degli indagati.

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