21 Gennaio 2019 - 13.53

SALUTE – Depressione post-partum: il lato oscuro della maternità

Il gravissimo fatto che ieri sera e stamattina ha sconvolto il Vicentino, con la piccola Alice di appena 3 giorni uccisa da mamma Federica a Lisiera, porta alla ribalta un tema che pare non essere mai sviscerato abbastanza dai mass-media: la depressione post-partum.

La nascita di un bambino, tipicamente, viene considerata un evento di ideale felicità, soddisfazione e gioia per i genitori. Il più delle volte è proprio l’ambiente che circonda la neomamma (familiari, amici, compagno) a festeggiare la nascita, dando quasi per scontato che sia pressoché impossibile per una donna che ha avuto da poco un bambino, per di più sano e bello, non essere pienamente felice.
In realtà, malgrado il compiacimento e la soddisfazione che spesso accompagnano il periodo della gravidanza, con la nascita del bambino, una donna si trova inevitabilmente a fronteggiare alcuni vissuti emotivi complessi e delicati, e si prepara ad acquisire un nuovo ruolo proprio attraverso l’esperienza dell’essere genitore.

Cos’è il “baby blues”?

Più spesso di quanto pensiamo, nei primi giorni di vita del bambino la neomamma sperimenta uno stato emotivo di profonda tristezza e affaticamento, il cosiddetto maternity blues, o “sindrome del terzo giorno”. È del tutto normale che in queste settimane iniziali una donna manifesti frequenti sbalzi d’umore e crisi di pianto. Generalmente questi sentimenti vengono accettati con molta difficoltà, non solo dalla madre ma anche dal contesto sociale, che spesso risponde allo stereotipo secondo cui la maternità sia un evento esclusivamente felice. Di conseguenza, proprio per adeguarsi alle aspettative, in alcuni casi la madre dissimula le sue preoccupazioni, mascherando il suo stato d’animo con un’apparente felicità per la sua nuova condizione.
Questa reazione emotiva, piuttosto comune tra le madri, dura di solito pochi giorni (al rientro a casa), e tende a diminuire spontaneamente e ad andare incontro a un progressivo miglioramento.
Proprio per questa ragione è molto importante che la neomamma possa sentirsi libera di piangere e sfogare i suoi sentimenti, senza doverli reprimere o nascondere.

L’importanza di ricevere il giusto supporto

Le persone che sono intorno alla donna (partner, amici, fratelli, sorelle) hanno un ruolo di supporto importante. Alle volte la mamma ha solo bisogno di avere qualcuno accanto che accolga le sue reazioni senza allarmarsi né minimizzarle. La si può sostenere concretamente, ad esempio cucinando per lei o aiutandola nelle faccende di cui momentaneamente non può occuparsi. Inoltre, è meglio non darle consigli, a meno che non siano richiesti, in quanto alimentano i suoi sensi di inadeguatezza: presto la neomamma troverà da sé le proprie strategie.

Quali sono invece le caratteristiche della depressione post parto?

La depressione post partum, o depressione postnatale, è un disturbo psicologico che colpisce il 10% circa delle donne (ma alcune statistiche parlano addirittura del 20%) nelle settimane o mesi successivi al parto e che, se non riconosciuta e curata con tempestività, può avere ripercussioni anche molto profonde non solo sulla neomamma, ma anche sul partner e sullo sviluppo cognitivo, psicologico, comportamentale e sociale del bambino.

Le madri che soffrono di depressione post-partum sperimentano dei profondi sensi di inadeguatezza e incapacità al punto da sentirsi inutili e vuote, fino a perdere, nei casi più gravi, la motivazione a vivere. I segnali più comuni sono dei sentimenti intensi di incompetenza, tristezza, vergogna, collera, con difficoltà nel sonno e calo dell’appetito. Spesso questo stato mentale è associato a una maggiore irritabilità e ad altri disturbi somatici, come il mal di testa, nonché a una trascuratezza verso sé stesse (e in alcuni casi verso il bambino). Possono anche essere presenti pensieri insistenti, seppure di breve durata, che ruotano attorno al fare del male al bambino o al farlo cadere.

Alcune donne hanno la sensazione di essere incompetenti e di non riuscire a fare quanto dovrebbero per essere delle “brave madri”; altre, invece, possono percepire il loro bambino come difficile da gestire perché non si adatta ai loro ritmi. Ciò le porta ad abbattersi e a sentirsi intrappolate, sommerse e assorbite completamente dalle richieste del neonato. Questi vissuti suscitano nella donna profondi sensi di colpa e sentimenti di vergogna, perché l’immaginario collettivo, fortemente alimentato dai media, vede la maternità come un momento di totale appagamento ed assoluta felicità, in cui non può esserci posto per la tristezza o la depressione. Da qui la sensazione di essere sbagliate, di non saper apprezzare la gioia che il proprio bambino porta, di essere delle cattive madri. Da qui, di conseguenza, la difficoltà a chiedere aiuto, a confidare a qualcun altro l’inferno che si muove dentro.

Riconoscere tempestivamente i primi segnali di depressione post partum è invece fondamentale per limitare i danni di una sofferenza che, se non adeguatamente curata, può causare conseguenze anche molto pesanti nella donna, nella sua relazione con il partner e soprattutto nella relazione con il bambino.

Data la molteplicità delle cause che possono portare a sviluppare questo disturbo, è difficile parlare di prevenzione. Quello che si può fare però è prevedere degli interventi mirati ad una diagnosi precoce, sia attraverso un’adeguata formazione di ostetriche, ginecologi, pediatri e medici di base, sia fornendo una corretta informazione alle gestanti e ai loro partner, ad esempio nei corsi di preparazione alla nascita. Informare durante la gravidanza le donne ed i loro familiari sulla depressione post-partum e su come riconoscerne i primi segnali è fondamentale. Sapere che l’emergere di determinati vissuti emotivi è dovuto ad un disturbo psicologico che ha un nome ed una cura può risparmiare alla neomadre tutto il carico di colpa e di vergogna che si accompagna al vivere sentimenti di insofferenza, di disperazione, di tristezza di fronte al proprio bambino; può inoltre aiutare i familiari della donna a chiedere tempestivamente aiuto e dare il sostegno necessario, invece di rischiare di colpevolizzare ancora di più la neomadre per la sofferenza emotiva che prova. Conoscere la depressione post-partum e saperne riconoscere i sintomi significa offrire alla donna la possibilità di chiedere aiuto senza sentirsi fallita, o incapace.

Una donna che soffre di depressione post partum ha bisogno di ritrovare la fiducia nelle proprie capacità di madre, a volte di ricostruire la relazione con il proprio bambino, sempre di essere accolta, ascoltata, sostenuta e liberata dai sensi di colpa e di vergogna che questa sofferenza le ha provocato, minando profondamente la sua autostima e l’immagine di sé come donna e come madre.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
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