7 Novembre 2016 - 8.39

RENZI in declino ma l’unica alternativa è il populismo

 

Speriamo sia veramente la volta buona. Per cosa?

Per vedere mantenute un po’ delle tante promesse fatte dall’attuale Governo e dal suo Premier.

E’ indubbio che forse oggi, Renzi, sia l’unica figura spendibile all’estero, causa la mancanza di una classe politica dirigente di peso; di sicuro da buon toscano la dialettica non gli difetta. Che la persona non fosse Politically correct lo sapevamo e gli stessi compagni di partito sembra lo sopportino a stento. Fortunato, lui, e favorito dalla mancanza di valide alternative a destra.

Peccato perche’ le iniziali premesse facevano ben sperare. Annunci, promesse, impegni, imperativi, scadenze, ultimatum, slogan, parole d’ordine, hashtag, post e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. La verita’ invece e’ che neanche Matteo Renzi ha la bacchetta magica, il Paese è fermo, il PIL non cresce, la gente e’ sempre piu’ sfiduciata, le tasse non calano, il debito pubblico aumenta, come pure la disoccupazione e l’immigrazione.

I privilegi dei politici però non diminuiscono e dopo Monti e Letta e’ il terzo governo estraneo agli elettori.

Peccato, perche’ in un certo momento aveva addirittura tutti ai suoi piedi, dai poteri forti alla stampa alla TV e cavalcando l’onda generava illusioni che poi si son trasformate in delusioni.

Come Berlusconi anche Renzi ha praticamente personalizzato la politica. E pensare che all’inizio tutti speravano in questo giovane e spigliato Premier, credevano nella concretezza del Sindaco di Firenze, credevano in colui che diceva i miei ministri devono lavorare e tacere. Poi invece il suo cammino ha portato alle disillusioni.

Non basterebbe forse un intero giornale per ricordare le tante cose dette che poi per mille motivi non sono state realizzate e/o mantenute.

Costi della casta: Dimezzare subito il numero e le indennita’ dei parlamentari … nulla e’ cambiato e neanche cambiera’ neppure con il prossimo referendum.

Vendita delle auto blu all’asta: non si e’ piu’ saputo nulla.

Burocrazia: certificati on line per dire addio alle code …. Tutto fermo.

Conflitto di interessi: occorre una legge sul conflitto di interessi … Mai vista.

Debito pubblico: nessuna preoccupazione per i conti pubblici e nuovo record: 2168 miliardi. In 6 mesi 100 miliardi in più’.

È impossibile menzionare tutto . Ci vorrebbe troppo tempo e spazio, ma sono tante le cose dette e non fatte: dagli F35 alla flessibilità, dalla giustizia all’Italicum, dal lavoro alla sanità, dalla Rai alle municipalizzate, dal salario minimo alla ripresa, dalla scuola alla spending review, dalle tasse ai vitalizi, per non dimenticarci delle recenti promesse elettorali e la sparata del ponte sullo stretto di Messina, anche se l’argomento è più complesso di quello che possiamo immaginare e magari torneremo a parlarne prossimamente in un altro articolo.

Senza poi contare che forse e’ l’unico a non accorgersi che il sistema

bancario è sul baratro. Si vanta di aver fatto la riforma delle Banche Popolari, senza la quale le Banche Popolari ( in primis quelle

Venete ) sarebbero fallite. Si dimentica di dire, però che indipendentemente dai problemi di gestione avuti sono due signore rispettivamente di 150 e 130 anni, e che in piu’ occasioni hanno sostituito il Governo nel sostenere un Territorio lasciato a se stesso.

Non si ricorda, o non vuole ricordare, quello che e’ successo in Etruria, e non si capisce o si capisce sin troppo bene l’ostinazione con cui ha difeso la sua Ministra Boschi, giocoforza coinvolta nelle triste vicende della banca toscana.

O forse il nostro Primo ministro conosce benissimo la condizione delle

banche italiane ma al posto di mettere in sicurezza i bilanci, ha pensato bene di sistemare, attraverso un fallimento pilotato, le quattro banche a lui care, non trovando una soluzione ai problemi del settore.

Ormai siamo prossimi al referendum, un referendum che lui stesso ha caratterizzato politicamente.

Gli elettori sono pronti a presentargli il conto, per mandarlo a casa e ricominciare con un nuovo corso. Statisti non ci si improvvisa. Per governare l’Italia ci vuole ben altro, purtroppo ed è triste ammetterlo quell’altro ad oggi non esiste: vi è solo una scia di grillismo e salvinismo urlante che non produce null’altro che slogan e ombre inquietanti di calvinismo politico.

 

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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UNICHIMICA

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