3 Giugno 2019 - 10.23

Povera Italia

E adesso cosa facciamo. Se le elezioni potevano essere un pretesto, ora i problemi del debito pubblico vanno affrontati senza se e senza ma, possibilmente risolvendoli in maniera seria.

Dai seggi elettorali è emerso un segnale importante attraverso il voto espresso dai cittadini che ha visto l’affermazione della Lega. Il popolo è stanco di continue richieste di sacrifici senza avere di contro risultati. La lega ha avuto la bravura di leggere e capire questo malessere generale, parlando alle persone usando la lingua della semplicità, ed avendo ora la grossa responsabilità di risolvere i problemi senza crearne altri. Intanto puntuale come un orologio svizzero lo spread ha iniziato a salire e di conseguenza la commissione europea sta già preparando l’assalto al nostro bel Paese per la situazione dei conti pubblici.

La tensione sui titoli di Stato, viste le tante coincidenze, sembra quasi voluta per attaccare i nostri risparmi, vincolando di fatto gli italiani a regole vecchie che non permettono investimenti a favore della crescita ed a contrasto della disoccupazione.

Purtroppo però, al di là di mille discorsi, l’attuale governo non è riuscito a rispettare i patti, ed il nostro debito pubblico al posto di diminuire in rapporto al PIL, è aumentato. Lo stesso scontro con la Commissione Europea non giova allo spread, ai mercati ed al nostro debito pubblico.

Nel frattempo il tanto auspicato balzo dell’economia, che ci permise di far slittare un eventuale rialzo dell’IVA, non c’è stato, portando quindi un deterioramento o meglio un nuovo rialzo del debito.

Ovvio non può essere solo colpa della Lega. Se ci troviamo in questa situazione bisognerebbe fare una disamina seria su cos’è accaduto nel nostro Paese negli ultimi quarant’anni. Ma sappiamo bene che è più facile trovare delle scusanti piuttosto che cercare delle soluzioni, se mai si è capaci di trovarle.

Se l’Italia si trova in queste condizioni, nonostante l’avanzo primario e le dimensioni della sua economia, è dovuto principalmente per una crescita sempre stentata e per una spesa per interessi su debito pubblico ingestibile, un macigno che ormai ce lo portiamo dietro da moltissimi anni, dal ventennio 1974/1994, dove, soprattutto intorno agli 80, vengono introdotti sistemi d’intervento pubblico e spese incompatibili anche con le più ottimistiche previsioni di crescita.

Non basta quindi parlare solo di argomenti mediaticamente di impatto per portare a casa consensi, bisogna agire concretamente per dare futuro alle attuali generazioni di giovani, cercando di sconfiggere la disoccupazione, la povertà e l’immobilismo economico, creando una politica monetaria espansiva ed una politica economica di sviluppo.

L’Italia ha bisogno dell’Europa, ma non va dimenticato che anche l’Europa ha bisogno di un’Italia forte sana ed indipendente.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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