10 Luglio 2018 - 8.59

Pillole dal Mondiale (dove non c’è l’Italia)/6 – Semifinali: la Francia sembra favorita, ma…

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Sono stati 11 i gol segnati nelle quattro partite che hanno designato Belgio, Croazia, Francia e Inghilterra come semifinaliste della fase finale dei Mondiali di calcio.

A parte uno, procurato da un clamoroso errore del portiere dell’Uruguay Muslera, su tiro potente, ma centrale, del francese Griezmann, gli altri sono arrivati metà di testa, su palle da fermo, come cross o punizioni, e metà su azione.

Di queste ultime 5, ben 3 sono state comunque di testa e 2 con conclusioni da fuori area, come peraltro era stata anche quella di Griezmann.

Sono dati parziali, e probabilmente poco significativi sotto il profilo statistico, ma evidenziano le difficoltà che hanno le squadre a creare occasioni da rete attraverso il gioco manovrato.

I numeri esposti confermano quindi che stiamo assistendo a un campionato del mondo molto equilibrato, con tutte le squadre, anche molte tra quelle già eliminate in precedenza, ben preparate tatticamente e pronte fisicamente, probabilmente agevolate da temperature non troppo calde e condizioni climatiche favorevoli per giocare a calcio.

Un fattore, quello atmosferico, che invece è stato determinante in altre situazioni, a cominciare dall’edizione del 1994 negli Stati Uniti, e lo sarebbe ancora di più nel 2022 in Arabia Saudita, se non si fosse deciso di giocare la fase finale del Mondiale, per la prima volta, in inverno.

Molti sostengono che l’appiattimento dei valori del Mondiale sia determinato da un generale abbassamento del livello tecnico della competizione.

In realtà si stanno affrontando i più grandi campioni del pianeta, in tutti i ruoli, anche quelli difensivi, dove, alla capacità dei singoli, va aggiunta l’organizzazione a livello di squadra, con uno sviluppo della fase di contenimento, che coinvolge tutti i giocatori, anche grazie a una spiccata predisposizione al sacrificio e all’aiuto del compagno.

In questo contesto, sarebbe logico attendersi molti 0-0, mentre, in tutta la competizione, finora solo un match è finito con questo risultato, e dopo ben 37 partite dall’inizio del torneo. Un record che resisteva dal 1954.

Evidentemente, a ribadire che non siamo di fronte a un abbassamento del livello tecnico, ogni squadra dispone di giocatori che possono sopperire alla poca incisività offensiva della propria squadra, creandosi l’occasione o sfruttando singole situazioni.

Le quattro nazionali che si sfideranno per raggiungere la finale rappresentano in modo evidente questa situazione, in quanto tutte hanno ottima organizzazione di gioco e, allo stesso tempo, dispongono di talenti che possono trovare l’intuizione e il colpo risolutore.

In questa completezza sta la differenza con altre squadre. Quelle più quotate e ricche di capacità tecniche e imprevedibilità, ma meno organizzate tatticamente e sotto il profilo difensivo, come in modo evidente hanno dimostrato l’Argentina e per certi aspetti il Brasile, e quelle molto compatte e difficili da battere, ma prive di quei campioni che potevano portarle più avanti nella competizione, come, ad esempio, il Giappone e lo stesso Uruguay, una volta assente Cavani.

Le due più complete potevano essere Germania e Spagna, ma nel momento decisivo non sono riuscite a dare concretezza al loro maggior tasso tecnico.

Anche per queste considerazioni, dalle prime fasi, avevamo detto che, se si fossero confermate le difficoltà dimostrate già a inizio torneo dalle nazionali più accreditate, Belgio, Croazia e Inghilterra sarebbero potute diventare possibili vincitrici.

Tutte e tre sono ancora in corsa e devono fare i conti con una Francia, che, fra tutte, sembra al momento la compagine con il migliore e più determinante connubio tra organizzazione di gioco, tecnica e talento dei singoli.

Ma, come abbiamo visto, quello di Russia 2018 è il Mondiale delle sorprese e tutto può succedere.

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VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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