27 Settembre 2016 - 15.52

PFAS – Miteni contesta il servizio di Presadiretta (Raitre)

miteni

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Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa della Miteni di Trissino, con il quale l’azienda riferisce di aver contestato la trasmissione Presa Diretta, Raitre, di Riccardo Iacona alcuni errori sostanziali commessi durante il servizio sui Pfas realizzato da Giuseppe Laganà e andato in onda lo scorso 5 settembre e di non aver ottenuto alcuna rettifica.
“Oltre a riportare dati e informazioni oggettivamente errate nel corso del servizio -recita il comunicato- con un montaggio di dichiarazioni strumentale, è stato messo in contrapposizione l’amministratore delegato di Miteni, Antonio Nardone, con la dirigente dell’Istituto superiore di sanità Loredana Musmeci. Una contrapposizione di affermazioni che non esiste nella realtà, come dimostrano le registrazioni, che è stata invece artatamente creata dal giornalista.

Nel servizio Nardone cita dichiarazioni della dirigente ISS sostenendo che l’istituto, come l’OMS, afferma che “non è documentata nessuna correlazione tra la presenza di Pfas e le patologie cancerogene o metaboliche”. Nardone riprende quanto affermato più volte dalla dottoressa Musmeci, come ad esempio nella trasmissione effetto giorno di Radio 24 in cui la Musmeci ha affermato: “ Ad oggi in letteratura non c’è alcuna evidenza scientifica che comunque anche rispetto alla tossicità non cancerogena o alterazioni dismetaboliche vi sia un rapporto di causa effetto”.

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Il giornalista di Presa Diretta, omettendo di far sentire quale domanda ha posto alla Musmeci, che non si sa dunque a cosa stia rispondendo, le fa affermare subito dopo Nardone: “Ovviamente non ho detto questo”. L’autore sottolinea addirittura nel testo che la dirigente smentisce l’Ad di Miteni, fatto evidentemente impossibile e del tutto falso.

Miteni ha chiesto a Iacona di spiegare il comportamento del giornalista e di ristabilire la verità dei fatti, riportando i dati dell’organizzazione mondiale della sanità e le dichiarazioni pubbliche sull’argomento della dottoressa Musmeci, correttamente citata da Nardone, ma non è stata data ad oggi alcuna risposta a tale richiesta.

Riteniamo estremamente grave che una trasmissione del servizio pubblico affronti in modo tanto superficiale un problema così serio, che coinvolge centinaia di migliaia di persone, omettendo di riportare i dati delle fonti ufficiali e montando dichiarazioni che esprimono fatti non veri al solo scopo di sostenere una tesi che nulla ha a che fare coi fatti e con la cronaca.

A questo link l’audio che riprende integralmente le dichiarazioni della Musmeci a Radio 24, la dichiarazione di Nardone e la risposta mandata in onda da Presa Diretta”.

https://dl.dropboxusercontent.com/u/14056057/Dichiarazioni.mp3


ECCO IL TESTO DELLA LETTERA A IACONA

Il servizio contiene inesattezze e cose oggettivamente non vere che desidero segnalarti.
Sinceramente, un servizio così a tesi con evidenti pregiudizi, sul tuo programma, è un vero dispiacere vederlo.
A mio avviso, deontologicamente grave la gestione delle dichiarazioni della Musmeci e delle informazioni sanitarie di cui
scrivo più sotto.
Ecco le mie osservazioni scorrendo il reportage, in italico le affermazioni fatte nel servizio e => i link alle fonti che
sostengono le osservazioni
Stefano Polesello dice: Miteni non avendo limiti e nessun controllo scaricava senza nessun tipo di criterio.
E’ falso. I limiti e i controlli pubblici ci sono sempre stati e l’azienda, che un’Aia e certificazione ambientale, li ha sempre
rispettati, dato oggettivo che nessuno ha mai messo in dubbio => Arpav.
Nonostante Miteni non produca più questi inquinanti dal 2011, Arpav trova livelli molto alti di inquinanti anche in queste
acque di raffreddamento che, come potete vedere, finiscono nel torrente Poscola.
L’affermazione è falsa e priva di senso: le acque di raffreddamento non possono essere contaminate non entrando in
contatto con nessun inquinante. Lo scarico nel torrente Poscola deve rispettare e rispetta i limiti della acque potabili come
documentato e rilevato da Arpav Veneto.
Nardone, AD Miteni: “La pericolosità di queste sostanze è ancora in fase di studio, quello che sappiamo è che è
documentata una loro biopersistenza – taglio – non è collegabile ad alcuna patologia come dichiara anche l‘Istituto superiore
della sanità – taglio – c’è una dichiarazione della Musmeci che dice che non c’è nessuna correlazione tra la presenza di Pfas
o le patologie cancerogene o dismetaboliche”
Subito dopo viene introdotta la Musmeci dirigente dell’ ISS che, dice il giornalista nel testo, smentisce Nardone. Ma la
Musmeci non smentisce affatto Nardone. Sarebbe interessante sentire la domanda fatta alla Musmeci che ha portato lei a
dire “ovviamente non ho detto questo” messo in riferimento all’Ad di Miteni. La Musmeci infatti nell’intervista trasmessa non
parla di correlazioni tra Pfas e le patologie, lo fa solo il giornalista, è lui a smentire Nardone non la Musmeci! Lei ribadisce la classificazione secondo IARC (vedi sotto) e che i Pfas sono sostanze ad attività dismetabolica. Le patologie non le cita nemmeno, proprio come ha detto Nardone. Se una molecola ha attività dismetabolica non è affatto detto che provochi
patologie, è una castroneria e la Musmeci non si è mai sognata di dirlo, anzi dice il contrario. Ecco cosa ha detto a Radio 24 la Musmeci: “non abbiamo ad oggi evidenze scientifiche anche da parte dell’OMS e quindi dell’agenzia internazionale per la
ricerca sul cancro che queste sostanze possano essere una concausa di tumori. Inoltre non c’è alcune evidenza scientifica
che comunque, anche rispetto alla tossicità, anche non cancerogena, nelle alterazioni dismetaboliche vi sia un nesso di
causa effetto”. => Dalla sua viva voce dal minuto 25
La stessa cosa Musmeci ha ribadito nella sua audizione alla commissione parlamentare sui rifiuti, come risulta dagli atti
pubblici. In questa audizione ha criticato la trasmissione Ballarò per avere parlato di causa effetto tra Pfas e patologie, come avete fatto voi => archivio della Camera
Infatti il 23 luglio il registro tumori del Veneto rende pubblici i dati della ricerca che conferma che non vi è nessun incremento di patologie nell’area con elevata concentrazione di Pfas, anzi curiosamente l’incidenza per alcune tipologie di tumori è inferiore alla media ecco => uno dei tanti articoli con i dati
Vincenzo Gordiano ematologo ospedale di Valdagno: lo IARC ha classificato i Pfas come “possibilmente cancerogeno” per
l’uomo.

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La classificazione IARC mette i Pfas nel gruppo 2B insieme alla caffeina e alle onde radio dei cellulari, tanto per chiarire di cosa si sta parlando come pericolo. Più pericolose, per l’IARC, sono le carni rosse che sono classificate 2A cioè
probabilmente cancerogene. Ne consegue che secondo OMS e IARC i Pfas sono dannosi quanto il caffé e meno di una
bistecca, => http://monographs.iarc.fr/ENG/Classification/
Sempre dalle dichiarazioni della Musmeci alla commissione rifiuti: “Un 2B della IARC non vuol dire che la sostanza è
cancerogena, perché prima del 2B ci sono altri tre livelli della IARC. Il possibile cancerogeno vuol dire che, su dieci studi, ne ho nove che dicono che non lo è e uno che dice che lo è, per cui, in via conservativa, dico che è un possibile cancerogeno. A
oggi, la IARC è l’unica che le ha classificate (le sostanza perfluoroalchiliche ndr). Le altre organizzazioni non le hanno
classificate.
L’indagine epidemiologica che avete presentato con ampio spazio e che parla di migliaia di vittime anche per patologie che
non hanno nulla a che vedere con i Pfas è non solo ritenuta inaffidabile e quindi ignorata da tutti gli organismi ufficiali ma scientificamente dimostrerebbe esattamente il contrario di quanto detto dagli autori: se ci sono

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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