6 Marzo 2019 - 13.39

BASSANO – Sabato 16 marzo i funerali di Andrea Bizzotto: il suo libro best seller su Amazon

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Si svolgeranno sabato 16 marzo e non lunedì 18, giorno del suo compleanno, i funerali di Andrea Bizzotto, 33 anni, originario di Cittadella e residente in Germania, il giovane papà che ha voluto mettere per iscritto in un libro dedicato a Giulia, la figlia appena nata, la sua battaglia contro il cancro. Sin dal primo momento in cui ha scoperto che la sua malattia era incurabile, Andrea, che viveva in Germania ma che da giovane aveva vissuto anche nel bassanese con i suoi genitori, ha pensato a quale grandissimo peccato sarebbe stato il non poter vedere crescere la figlia, non poterla portare al primo giorno di scuola, non vederla ribellarsi al suo controllo una volta diventata adolescente e desiderosa di affermare la propria individualità sulle regole imposte dai genitori. Da questo turbinio di emozioni e rimpianti è nata l’idea di scrivere un libro intitolato ‘Storia di un maldestro in bicicletta‘ in cui si racconta alla figlia. Il libro, buttato giù di getto, è stato messo in vendita ed il suo ricavato andrà in un fondo destinato alla figlia che oggi ha due anni. Al libro Andrea aveva voluto aggiungere anche dei video messaggi da vedere in determinate occasioni della vita, un metodo per fare sentire alla piccola la sua presenza in ogni fase della crescita e trasmetterle tutto l’amore e l’esperienza di cui è stato in grado. Il primo verrà aperto il 10 marzo dalla piccola. Nel frattempo, il libro scritto per farsi ricordare dalla figlia, edito da Brenta Piave Edizioni, diventa bestseller su Amazon.  Sui social, un estratto del primo capitolo del suo libro è condiviso da giorni e giorni. Eccolo:

 

“Mi sparo più volte il Fentanyl su per il naso e i dolori si attenuano. Anche i pensieri migliorano. Non sono più così neri, negativi. Mi scolo due grossi sorsi di grappa, sento un forte calore in corpo e finalmente anche lo stress, causato dagli ultimi litigi con Maria, se ne va. Sono tornato alcuni giorni a vivere da mia mamma a Bassano; io e mia moglie siamo ai ferri corti per molti motivi. Mi manca mia figlia Giulia, lei ha un anno e mezzo ed è una meraviglia. Due anni fa mi hanno diagnosticato un sarcoma alla gamba sinistra. I sarcomi sono tumori rari e se ne contano una cinquantina di tipi differenti, con diversi gradi di malignità. Il mio si chiama ‘Sarcoma Sinoviale’, è molto raro, colpisce con maggiore incidenza i giovani e non è incurabile, se preso per tempo. La prognosi è cattiva se le dimensioni del sarcoma superano i 5 cm. Il mio raggiungeva i 10 cm ed era al terzo stadio, il penultimo prima che il tumore causi metastasi, cioè si presenti in altre parti del corpo. Era tutto compromesso, marcio, intaccato dal tumore. Anche la parte rimanente del polmone era messa male, inoperabile. Ancora chemioterapia, ancora effetti collaterali. L’oncologo mi ha dato pochi mesi di vita, di sicuro non anni, ma io non ci credo e non voglio arrendermi, voglio lottare con tutte le mie forze!(…). È difficile parlare con gli amici perché nessuno può veramente capire cosa sto passando; in certe situazioni non si trovano le parole adatte e si tende a parlare con frasi fatte che funzionano solo ai funerali, quando tutto è finito, per tirarsi su a vicenda. In questi momenti di sconforto penso alla morte e la vedo come una bomba, un’esplosione in cui viene liberato il potenziale costituito da colori, calore, fantasia, amore, creatività, rabbia repressa, odio. Questa energia verrà ceduta al sistema, mentre il mio corpo marcio e dilaniato dalla malattia diventerà solo concime per la terra. Giulia sarà molto arrabbiata e purtroppo non capirà inizialmente. Maria sarà triste e disperata. Mia figlia probabilmente troverà una figura paterna ed io lo spero sinceramente, come spero che mia moglie possa avere un altro uomo, che la faccia sentire bene, amata e rispettata (…). Ora che sono più vicino alla morte, mi pento delle mie azioni negative e sento il desiderio di perdonare me stesso ed essere perdonato. Adesso credo in una vita ultraterrena; se non posso prendermi cura della mia famiglia in questo mondo, voglio credere di poterlo fare dopo la morte, magari sotto forma di Angelo custode (…)”.

 

 

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