11 Dicembre 2018 - 17.26

OVEST VICENTINO – Falde sotterranee, commissionato uno studio all’Università di Padova

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Un rapporto per prevenire nuove emergenze ambientali. Soprattutto in campo idrico. E’ quello che la Provincia di Vicenza ha deciso di commissionare all’Università di Padova, Dipartimento di Scienze Chimiche, per monitorare lo stato delle falde sotterranee dell’Ovest Vicentino. Una decisione che nasce dalla volontà di evitare per il futuro altre situazioni di grande difficoltà come quella legata ai Pfas, e di verificare, tra nuove direttive europee, nuovi prodotti chimici, cambi di classificazione di sostanze utilizzate nei vari comparti dell’economia vicentina, l’interazione tra la produzione industriale e l’impatto sull’acqua in un’una area ad alto sviluppo.

“E’ un progetto che prenderà l’avvio nella prossima Primavera – sottolinea Matteo Macilotti, Consigliere Provinciale Delegato all’Ambiente – e che vede al nostro fianco anche i gestori del servizio idrico integrato presenti in questa area ovvero Viacqua, Acque del Chiampo, Medio Chiampo come pure il Consorzio Arica. Durata prevista, due anni, per un investimento di 250.000 euro ripartiti equamente tra noi e gli enti poc’anzi citati. E’ importante sottolineare che non siamo all’anno zero, tutt’altro. Oltre ai dati, infatti, che sono ricavabili e forniti dalle aziende e dalle comunicazioni che esse fanno ai vari organi regionali e territoriali sull’uso e la frequenza di sostanze chimiche, c’è anche uno studio del 2010 in cui la Provincia provvide a un’analisi delle falde. C’è poi l’esperienza maturata con il Progetto Giada”.

Dunque si partirà da una messe di dati che saranno messi a disposizione della equipe guidata dal professor Andrea Tapparo, che lavorerà proprio nell’ottica di prevenzione delle situazioni emergenziali attraverso una continua verifica delle informazioni. La questione dei glisofati, erbicidi usati in agricoltura o per eliminare le erbacce lungo i binari ferroviari, è un esempio di una materia in continua evoluzione, dove la quotidianità può diventare pericolosità e fattore di rischio in una diversa analisi chimica. “Si tratta – sottolinea il professor Tapparo – di una indagine che va, è proprio il caso di dirlo, alla sorgente, in una ottica di informazione e conoscenza. Sicuramente sono centinaia le aziende e le imprese che saranno interessate dall’indagine, ma non in un’ottica di controllo diretto delle stesse quanto di analisi e ricerca delle sostanze chimiche usate proprio per capire se si possono determinare, come detto, possibili rischi di inquinamento”.

Saranno elaborate schede tecniche e report costanti “ma è fondamentale ha ricordato Andrea Baldisseri, responsabile del Servizio Via-Suolo-Rifiuti della Provincia di Vicenza – che tutti questi enti si mettano sinergicamente assieme con noi per affrontare questa ricerca”. Una necessità dovuta alle evoluzioni della norma ma anche dei costumi, sottolineata sia dal Direttore Generale di Acque del Chiampo, Alberto Piccoli che dal Presidente di Viacqua Angelo Guzzo (accompagnato da Massimo Cornaviera) e da Mirco Zanvettori, rappresentante del Consorzio Arica.

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