3 Giugno 2020 - 9.50

Ottima annata per gli apicoltori padovani

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Coldiretti Padova ha comunicato nei giorni scorsi che, in controtendenza con l’andamento nazionale, la provincia padovana registra un incremento della produzione di miele.L’annuncio è stata dato in occasione della Giornata Mondiale delle api, voluta dall’Onu nel 2018, e celebrata il 20 maggio di ogni anno, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza degli insetti impollinatori, sulle minacce che affrontano, e sul loro contributo allo sviluppo sostenibile. Non va mai dimenticato infatti che secondo la Fao circa il 75% delle culture utilizzate per il consumo umano dipende dalle api, per cui impedirne la scomparsa è vitale per la nostra specie. Le api sono un insetto speciale: operose e organizzate, vivono proprio di impollinazione, regalando bellezza verde e bontà. Il miele è il regalo delizioso di una funzione più importante: la sopravvivenza della vita verde, della biodiversità, della nostra stessa esistenza sulla Terra. Tornando a Padova, l’ottimo risultato atteso per quest’anno secondo gli apicultori è dovuto al fatto che fino ad ora si è registrato un ottimo rapporto tra umidità e temperature, che ha favorito la fioritura in un momento ideale. In particolare la poca umidità ha determinato condizioni ideali per la fioritura dell’acacia in pianura.Secondo alcuni, anche se non esistono prove scientifiche, le api potrebbero aver beneficiato anche del minor inquinamento conseguente al lockdown.   Che nella zona dei Colli Euganei e nella pianura padovana si prospetti una buona produzione è un’ottima notizia, soprattutto perchè veniamo da un anno, il 2019, che verrà ricordato come uno dei peggiori nella storia dell’apicoltura, e questo in tutta Europa.   Tanto per avere un’idea, l’Italia l’anno scorso ha registrato secondo Coldiretti un calo del 41% della produzione di miele, rispetto alle 23.000 tonnellate del 2018. Nella provincia di Padova gli apicoltori  sono poco più di 1.100, per la maggior parte non professionisti, persone cioè che coltivano l’hobby della cura delle api.  La produzione vera e propria è assicurata da poche decine di addetti ai lavori che si dedicano all’apicoltura professionale.Nel padovano si contano circa 12.000 arnie, con una produzione potenziale di circa 4.000 quintali di miele, oltre ovviamente a tutti i derivati, dalla cera al propoli. Si tratta di un prodotto a km zero molto ricercato dai consumatori. Molto apprezzato in particolare il miele dei Colli Euganei, prodotto in un’area di grande interesse naturalistico, quale il Parco Regionale dei Colli Euganei, in cui gli apicoltori, utilizzando tecniche tradizionali, ne producono di diverse varietà, come quello di acacia, dal sapore leggero e delicato, di castagno, più intenso e amarognolo, di tiglio, aromatico e balsamico, e di melata, prodotto ottenuto dalle api da una sostanza zuccherina che si trova sulle foglie e le cortecce degli alberi. Il miele dei Colli euganei è oggi inserito nell’elenco dei prodotti tradizionali, secondo le direttive del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.Prodotti quindi di altissima qualità, che nulla hanno a che spartire con produzioni analoghe di altre parti d’Europa, o dalla Cina, in cui sono ammesse coltivazioni Ogm.  Al riguardo, come sempre, vale la pena di rivolgersi direttamente ai produttori, agli agriturismo o ai mercatini a km 0, e di concentrarsi sull’etichetta, in cui deve essere riportata obbligatoriamente la zona di origine del prodotto.Per maggiore chiarezza, il miele nazionale deve riportare sull’etichetta la dicitura “Italia”, quello proveniente da più Paesi Ue  l’indicazione “Miscela di mieli originari dalla CE”, mentre quello prodotto in Paesi extracomunitari la scritta “Miscela di mieli non originari della CE”. Quindi comprare a consumare miele prodotto nel padovano ha un indubbio valore aggiunto, e ognuno di noi dovrebbe sostenere questa produzione locale, per la sua qualità, e perchè oltre a tutto costituisce un presidio dell’impollinazione  nei nostri campi.E che si tratti di prodotti eccellenti lo testimonia ad esempio il riconoscimento ottenuto dall’apicoltore di Loreggia Renato Piccolo.  Nel 2017 il suo “miele di coriandolo” è salito sul podio dei Sofi Awards 2017, il prestigioso riconoscimento assegnato ormai da 45 anni dalla Speciality Food Association negli Usa.C’è da sperare che la ripresa produttiva del miele padovano costituisca un segnale positivo per tutto il settore dell’apicoltura, perchè la progressiva scomparsa di questi insetti è un segnale inequivocabile di inquinamento e degrado ambientale. 

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