2 Aprile 2021 - 12.27

Ora legale od ora solare, questo è il dilemma

Vi siete ripresi dal “cambio dell’ora”?Niente di trascendentale, soprattutto in una fase pandemica come questa in cui tutto passa in sub ordine, ma ognuno di noi registra che nei giorni successivi all’ entrata in vigore dell’ora legale il “ritmo circadiano”, l’orologio interno che regola molte funzioni cicliche del nostro corpo, subisce comunque un temporaneo squilibrio.Temporaneo fin che si vuole, ma alcune persone impiegano fino a tre settimane per abituarsi ai nuovi ritmi.Non starò qui né a fare la storia dell’ora legale, né l’elenco dettagliato dei pro e dei contro.In estrema sintesi basti dire che i “favorevoli” sostengono che dal punto di vista della salute la maggior durata della luce estiva favorisce il buonumore, oltre che la produzione della vitamina D, un fondamentale gruppo di pro-ormoni che ha numerosi effetti benefici per il nostro organismo. C’è poi l’aspetto ambientale, nel senso che secondo i dati di Terna, il gestore della rete elettrica italiana, l’ora di luce in più fa risparmiare oltre 500 milioni di kilovattora, pari a circa 110 milioni di euro (ma sulla reale entità del risparmio le valutazioni non sono tutte coincidenti). I contrari sostengono invece che spostare il proprio orologio biologico ogni sei mesi faccia male alla salute, e che i risparmi non siano poi così importanti.Sul risparmio sono d‘accordo con i detrattori; infatti se sei mesi di ora legale consentono, secondo Terna, un minore esborso di 110 milioni, faccio notare che il solo mantenere in servizio i mitici “navigator”, quelli che dovevano trovare il lavoro ai disoccupati italiani, in 18 mesi è costato 135 milioni.Per certi versi il dover cambiare l’ora l’ultima domenica di marzo e di ottobre è diventata un’abitudine, un sorta di rito collettivo che si celebra senza porsi alcun problema.Eppure si discute da anni sulla possibilità di abolire l’ora legale.Mi rendo conto che in questi tempi di pandemia parlare di ora solare/ora legale possa sembrare inutile, e persino stucchevole, ma badate bene che del problema l’Unione Europea se n’è già fatta carico da qualche anno, e le cose sono ben più avanti di quello che il comune cittadino possa immaginare.A marzo del 2019 infatti, dopo un’indagine demoscopica a livello europeo, che aveva riscontrato che l’84% (4,6 milioni di votanti) della popolazione era favorevole all’abolizione dell’ora legale, il Parlamento europeo ha votato a favore della proposta di abolire la convenzione in base alla quale in tutta Europa durante l’estate l’orario viene spostato avanti di un’ora.Si arrivò quindi ad una proposta della Commissione, che prevedeva l’abolizione dell’ora legale addirittura per il 2019, ma il Parlamento decise di rinviarla al 2021.Il 2021 è arrivato, ma la situazione appare ancora piuttosto “fumosa”, e di fatto la trattativa fra la Commissione ed i Capi di Stato si è arenata.Non va fra l’altro sottaciuto che la citata indagine demoscopica, promossa dalla Commissione, fu piuttosto criticata perchè a partecipare al sondaggio furono soprattutto gli abitanti del Nord Europa, capeggiati da Finlandia e Svezia, contrari da sempre all’ora legale perchè d’estate possono contare naturalmente su giornate già molto lunghe (sentito mai parlare del sole a mezzanotte?). Ad Oslo ed Helsinki, che nei estivi godono di 19 ore di luce, la promessa dell’ora legale di donare un’ora di luce in più sembra quasi una provocazione.Diverso ovviamente l’atteggiamento degli Stati del Sud, fra cui l’Italia, per i quali quell’ora in estate rappresenta un indubbio vantaggio.A mettere ulteriore carne al fuoco della discussione c’è poi un fatto incontrovertibile: la geografia, che è quella, e non si può cambiare. E la geografia ci dice che il territorio dell’Unione europea è compreso tra il 9° meridiano est e il 33° meridiano ovest e comprende tre diverse “zone temporali”: cioè tre diversi fusi orari. Quello di Greenwich, meridiano di riferimento internazionale, di cui fanno parte Irlanda e Portogallo; quella dell’Europa centrale, che comprende 17 Paesi – Italia compresa – e che è un’ora avanti rispetto al Greenwich Mean Time; quella dell’Europa orientale, che è avanti di un’altra ora e comprende otto Paesi: i tre del Baltico, la Grecia, la Romania, la Finlandia, la Bulgaria, e Cipro. Ciò comporta che la spagnola La Coruña, situata sull’Atlantico, e la slovacca Košice, vicina ai confini con l’Ucraina, hanno lo stesso orario, ma a Košice alba e tramonto arrivano in media quasi due ore prima che a La Coruña.La Spagna poi è un’anomalia storica, in quanto, pur essendo territorialmente ricompresa per la più parte nel meridiano di Greenwich, regola l’ora con il meridiano dell’Europa centrale, il nostro per intenderci. E’ un retaggio del ‘900 in quanto il caudillo Francisco Franco preferì che la sua Espana fosse allineata con l’ora di Berlino e Roma, quella dei suoi “amichetti” Hitler e Mussolini, piuttosto che con quella degli odiati inglesi. Si capisce quindi che mettere le mani in questo guazzabuglio sia di per sè alquanto pericolo, e per di più, come sempre succede in Europa, mettere d’accordo 27 Stati è impresa ardua, se non impossibile. E così, se i Paesi del Nord Europa, compresa la Germania, sicuramente sceglieranno per l’abolizione dell’ora legale, la Francia sembrerebbe invece orientata ad adottare per sempre l’ora legale, dando così addio a quella solare.Nel position paper sulla questione, che l’Italia ha consegnato al Consiglio europeo, il governo Conte ha spiegato che per noi la scelta migliore sarebbe quella di mantenere l’attuale sistema di cambio dell’ora (i soliti decisionisti!!!!)La Spagna, da sempre indecisa sul cambio di fuso orario, anche per gli evidenti interessi turistici, sembra al momento allineata con l’Italia, seguita in questo anche dalla Grecia. Come si vede un bel guazzabuglio. Ma a differenza del compagno Mao Tze Tung secondo cui quando “grande è la confusione sotto il cielo, e quindi la situazione è eccellente”, in Europa si rischia un caos totale.Al momento sembra acquisito, il condizionale è d’obbligo, che entro il 2021, a meno di ulteriori proroghe sempre possibili, ogni Stato europeo dovrà decidere se adottare per sempre l’ora legale o quella solare, nonostante l’Unione Europea prema per uniformare il fuso orario in tutti i paesi dell’Unione.    Credo sia evidente che lasciare che ciascun Stato decida da sè sia rischioso.Si creerebbero evidenti sfasature di orario anche fra Stati confinanti, con necessità di spostare avanti o indietro l’orologio ad ogni passaggio di confine.Da mal di testa!Ma pensate cosa succederebbe con l’orario dei voli, dei treni, dei traghetti!Concludendo, ma capite bene come cercare di trovare una quadra su questo tema sia ancora piuttosto azzardato, par di capire che la linea sarà quella della scelta obbligata verso la scelta secca: o sempre ora legale, o sempre ora solare.E di conseguenza come la linea fin qui seguita dall’Italia, che come sempre è quella di non decidere, della conferma dell’attuale normativa del cambio orario due volte l’anno, sia perdente.Osservo che mi piacerebbe che Lor Signori che siedono a Roma, per una volta avessero l’umiltà di sentire noi cittadini, dato che comunque si tratta di un problema che impatta sulla nostra vita quotidiana.Non ci vuole molto. Non oso pensare ad un referendum, ma basterebbe anche un serio sondaggio su un campione piuttosto esteso della popolazione.Ma vedrete che non se ne farà nulla, perchè gli unici sondaggi che interessano loro sono solo quelli sulle intenzioni di voto.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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