25 Febbraio 2020 - 17.50

Online i manoscritti della collezione Beltrame della Bertoliana

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Si è di recente conclusa la catalogazione online del piccolo, ma prezioso nucleo di manoscritti provenienti dalla collezione di Giancarlo Beltrame (1925-2011), parte di un tesoretto di circa duecento pezzi che include anche libri antichi, stampe e autografi di particolare importanza donato dagli eredi alla Biblioteca Bertoliana nel 2015.

I manoscritti del Fondo Beltrame, complessivamente quindici e databili tra il Duecento e l’Ottocento, riflettono il gusto per l’astronomia, l’astrologia, le origini della scienza e l’attenzione al territorio vicentino che caratterizzano la fervida attività di bibliofilo dell’ingegner Giancarlo, che per lunghi anni acquistò sul mercato antiquario opere scelte costituendo una biblioteca ragguardevole, venduta a Londra da Christie’s nel 2016. La loro descrizione è ora disponibile online nel sito Nuova Biblioteca Manoscritta, banca dati della Regione del Veneto dove sono consultabili le schede catalografiche di oltre 50.000 manoscritti delle biblioteche venete, di cui 2.012 relative alla Biblioteca Bertoliana. La catalogazione del Fondo manoscritto Beltrame è stata realizzata dall’ufficio regionale con la collaborazione di Maddalena Battaggia e la supervisione di Paolo Eleuteri dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

La Bertoliana, in collaborazione con la Regione, partecipa dal 2009 al progetto di catalogazione del proprio patrimonio manoscritto, complessivamente costituito da 3.167 manoscritti. Finora il progetto ha portato alla catalogazione di 2.476 manoscritti ma a marzo partirà una seconda importantissima tranche del lavoro: Soroptimist Vicenza ha infatti firmato a dicembre un protocollo d’intesa con la Bertoliana per dare seguito al progetto con la catalogazione di altri 500 manoscritti del fondo storico della Bertoliana.

Tra i manoscritti della collezione Beltrame, sono da segnalare innanzitutto un corposo nucleo di opere di magia, astrologia, alchimia, astronomia, materie pressoché indistinte prima della nascita, con Galileo, della scienza moderna e verso le quali l’ingegnere nutriva un particolare interesse forse derivante dalla sua formazione professionale. L’orientamento del mercato antiquario verso le opere scientifiche, del quale Beltrame può essere considerato un precursore, è del resto molto attuale e parallelo all’affievolirsi dei tradizionali interessi dei bibliofili verso la letteratura, le arti o la religione. Vi sono poi tre testi di gnomonica, affascinante disciplina sulla tecnica di costruzione di meridiane e in generale sulla misura del tempo molto cara all’ingegnere, cui spetta il merito di aver riportato alla luce – e grazie agli eredi alla pubblica fruizione – alcune opere importanti di cui quella di Attilio Parisio sull’invenzione dell’orologio ad acqua, scritta a Treviso nel 1626, è anche strettamente connessa all’ambito culturale veneto. Gli interessi scientifici di Beltrame emergono anche da alcuni manoscritti che si possono considerare manuali scolastici delle rispettive epoche: l’antica e rara aritmetica di origine veneta databile nella seconda metà del Quattrocento e il corso di fisica in due volumi, corredato da immagini acquerellate, dell’abate Giuseppe Zamboni (1776-1846). Particolarmente ghiotta per il territorio vicentino la Descrizione delle miniere del Tretto di Giuseppe Gorlin, opera del Cinquecento copiata nel 1675 da Giovanni Formenton. Da ultimo, non certo per importanza, la splendida Bibbia scritta a metà del Duecento da un misterioso copista che si firma Cambio Vicentino, la cui scrittura rivela una formazione culturale italiana. Il manoscritto ha una storia illustre, provenendo direttamente dalla Biblioteca dei principi Fürstenberg a Donaueschingen, dispersa e venduta all’asta a Londra da Sotheby nel 1982. Qui venne acquistata da Giancarlo Beltrame, cui dobbiamo l’identificazione e il “ritorno a casa” di questo lussuoso esemplare miniato di bibbia parigina, una fortunata versione del testo biblico nata nel XIII secoli su impulso dei numerosi studenti che frequentavano allora la neonata università francese e che necessitavano di consultare l’opera in forma standardizzata e maneggevole, che sostituisse i monumentali esemplari in più volumi, difformi tra loro, fino ad allora in uso.

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