1 Luglio 2016 - 10.47

NOVE – Il rabbino capo rav Di Segni fila la Seta Etica 100% italiana

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Giovedì 30 giugno rav Riccardo Di Segni, il rabbino capo della comunità ebraica di Roma, si è recato a Nove (VI) per rinnovare in Italia, dopo più di 60 anni, un’antica tradizione legata alla realizzazione del talled, lo scialle di preghiera ebraico – ampio telo di stoffa bianca a strisce azzurre o nere, solitamente di lana, cotone o seta – la cui storia risale ai tempi della compilazione della Torah.
Il talled è un tradizionale indumento rituale ebraico che accompagna il fedele in ogni momento liturgico e nelle tappe religiose della vita, dalla circoncisione alla sepoltura; è ornato da frange – in ebraico tzitzit – fra loro intrecciate a simboleggiare il ricordo degli obblighi religiosi.
Secondo un cerimoniale raro nel mondo (ad oggi si svolge solo in Israele e negli Stati Uniti) ed unico in Italia, rav Di Segni ha partecipato a tutte le fasi di produzione del cordoncino di seta che servirà per la creazione delle frange, che verranno attaccate ai quattro angoli del talled come promemoria dei comandamenti.
Le frange servono per adempiere il comandamento espresso dalla Torah: “Metterai delle frange alle quattro estremità del mantello con cui ti copri” (Libro del Deuteronomio 22:12). Sono formate da quattro fili doppi, per un totale di otto, di cui uno più lungo si avvolge intorno agli altri; sono legate in un determinato numero di nodi, corrispondente al valore numerico delle lettere che compongono il nome di Dio o (in base ad altri usi) al valore numerico dell’espressione “HaShém Echad” (“il Signore è uno”).
Grazie al recente ripristino di una filandina – macchinario che serve per trasformare i bozzoli in filo di seta – un filato interamente prodotto in Italia può tornare ad essere utilizzato nella creazione degli scialli rituali ebraici, nel rispetto delle Antiche Scritture.
Attualmente la filandina, risalente al 1971 è l’unica nel suo genere in Europa per la produzione di seta di alta qualità; è ubicata presso l’azienda orafa D’orica, capofila di una rete d’imprese che dopo circa 50 anni ha ricostruito e riorganizzato l’intero ciclo produttivo della seta in Italia.
Questa autentica seta 100% italiana, dal baco da seta al filato, è oggi prodotta secondo principi etici e a breve anche biologici. Derivata da una filiera certificata 100% Made in Italy sarà destinata all’utilizzo in vari settori: oltre a quello della moda, questa seta oggi può essere impiegata nella produzione di gioielli, cosmetici, farmaci, applicazioni biomediche, alimentari e molto altro ancora.
La sapienza del passato, la passione del presente, l’innovazione del futuro sono le linee guida di questa filiera, composta da un network di imprese, professionisti ed esperti del settore, che ha dato vita a un ambizioso progetto, già selezionato a Bruxelles nel 2015 per ricavarne delle best practice per il settore Ricerca & Innovazione comunitaria, da diffondere alle imprese di tutta Europa.
Un’impresa davvero originale e unica che ha affascinato fin da subito rav Di Segni, tanto che ha voluto organizzarne la visita in tempi brevi. Ad accogliere il capo rabbino a Nove, Giampietro Zonta e Daniela Raccanello di D’orica.
“Abbiamo accolto, fin da subito – spiega Giampietro Zonta – con grande entusiasmo la richiesta del rabbino capo Riccardo Di Segni, nel voler utilizzare la nostra seta per la realizzazione delle frange del talled. Siamo davvero onorati di poterlo ospitare qui oggi e ancor più di aver contribuito alla rinascita di un’antica tradizione religiosa che va proprio ad intrecciarsi con la ricostruzione dell’intera filiera della seta. L’incontro con rav Di Segni conferma ancora una volta la straordinarietà di questo progetto: un filo di seta ci ha condotti a conoscere persone, luoghi e realtà davvero speciali; un filo di seta potrà riunire l’Italia partendo dal Veneto”.
“Siamo qui oggi – dichiara rav Di Segni – perché finalmente, dopo oltre sessant’anni, possiamo rinnovare un’antica tradizione ebraica. Secondo la Bibbia, durante la preghiera, si deve indossare il talled, uno scialle con delle frange applicate ai quattro angoli, frange realizzate artigianalmente da un ebreo osservante. Comunemente veniva utilizzata la lana, ma in Italia lo scialle bianco e azzurro (anziché bianco e nero) veniva realizzato anche in seta. Ogni capofamiglia possedeva un prezioso scialle che veniva tramandato di generazione in generazione. Purtroppo, a causa della mancata produzione di questo filato in Italia, questa nostra tradizione è stata interrotta. Oggi siamo qui in funzione di “operai” perché lavoreremo la seta, guidati da esperti tecnici, per la creazione delle frange destinate al talled, rinnovando così un antico cerimoniale.”
“Dopo lunghe e difficili ricerche – racconta il rabbino Pino Arbib – finalmente siamo riusciti a ritrovare una filanda per poter ripristinare una nostra antica tradizione. Con la seta che produrremo qui oggi, riusciremo a creare le frange e lo scialle lavorati interamente in Italia. Così avremo un talled tutto italiano, dall’inizio alla fine.”
Hanno partecipato all’evento Silvia Cappellozza, direttrice del CREA di Padova, centro di ricerca d’eccellenza mondiale a sostegno della gelsibachicoltura, e alcuni imprenditori industriali interessati al progetto Seta Etica.

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