17 Dicembre 2014 - 11.08

Nomadi: inizia il trasloco

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Polizia locale, uomini delle municipalizzate, un’ambulanza e alcune pattuglie della polizia, un dispiegamento di forze importante e il traffico impazzito questa mattina per l’inizio delle grandi manovre in viale Cricoli. Dopo tante polemiche, le famiglie sinte e rom tornano al campo messo a nuovo dall’amministrazione.
Il trasloco dallo spazio di stazionamento transitorio è iniziato oggi e coinvolgerà la zona per altri due giorni, come da accordi presi in estremis dal sindaco Variati e i rappresentanti della comunità nomade, che, finiti i lunghi lavori, aveva dichiarato la volontà di non usufruire della nuova struttura. Il comune aveva in un primo momento mostrato la faccia dura, con il sindaco che a fine novembre dichiarava: “Se gli abitanti del campo non torneranno in viale Cricoli, toglieremo l’elettricità allo spazio provvisorio”. In seguito le trattative, ultimate lunedì con la pianificazione del trasloco, spostato di 24 rispetto al previsto (doveva iniziare ieri), con la certezza per le famiglie sinte di avere assistenza nella mobilitazione, in particolare rispetto a giovani e persone malate. Il freddo, infatti, era stato una delle motivazioni espresse dalla comunità per rimandare lo spostamento: “Non si è mai visto un trasloco a dicembre” avevano dichiarato i loro rappresentanti.

Il percorso che ha portato al messa in sicurezza del nuovo campo è stato pieno di insidie e polemiche a cominciare dal tema della zona scelta per lo spazio momentaneo, al costo dei lavori che in estate avevano subito alcuni rallentamenti. Infine, la querelle sul trasloco. Tutto alle spalle, ora che le gru stanno ultimando i lavori di spostamento. Le auto, oggetto del contendere tra amministrazione e comunità nomade, resteranno parcheggiate fuori, e ogni roulotte avrà il suo contattore per poter definire consumi e pagamenti di acqua, luce e gas.
Le polemiche però non si sono ancora fermate. Di ieri la notizia che per tutto il tempo dei lavori, l’amministrazione ha pagato straordinari della polizia locale ed una agenzia di sicurezza privata per il controllo del cantiere durante le ore notturne. Scelta motivata da più fattori, primo su tutti l’alto quantitativo di metalli pregiati-rame- nello campo, ma anche il rischio di sabotaggio sia da parte degli stessi nomadi, che appunto inizialmente non volevano rientrare, che di alcuni cittadini per nulla contenti dell’investimento fatto sulla comunità. Durante la stagione estiva, un incendio, ancora avvolto dal mistero, era per altro scoppiato all’interno del campo, episodio che potrebbe aver chiarito la necessità di una maggiore sorveglianza. Spese, però, non contate nel progetto iniziale.
Poz

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