13 Dicembre 2019 - 12.45

Nightmare before Christmas – Buon orrendo Natale a tutti!

di Alessandro Cammarano

È qui! Ritorna!…anche quest’anno…accidenti! Più passano gli anni e più l’idea di un Natale bisestile accarezza la mente di chi scrive e che ad ogni minuto che avvicina al venticinque dicembre lo fa sentire sempre più vicino a quel delizioso esserino ossuto che risponde al nome di Jack Skeleton, protagonista di quel capolavoro dell’animazione in slow-motion – firmato dal genio di Tim Burton – che è “Nightmare before Christmas” e anche un po’ al meraviglioso e verdissimo Grinch.

Il “problema” non risiede tanto nella festività in sé, che per altro porta anche momenti intensi – se si è disposti a vederli e a viverli – ma in quello che i raffinati scicchettoni chiamano “coté”, ovvero quello che al Natale gira intorno e che da marginale si è trasformato in essenziale.

Siccome ci piace vincere facile partiamo dalle luminarie – pardon, dalle “installazioni decorative luminose” – che dovrebbero allietare le passeggiate dei vicentini vascheggiatori in cerca di strenne per parenti e amici. Dunque: Nereo Rocco, il mitico allenatore – famoso per aver importato dalla Svizzera il “catenaccio” e per la sua lingua viperina – quando al termine di una conferenza ricevette un regalo che non riteneva evidentemente adeguato, se ne uscì con il suo marcato accento triestino in un icastico «Beh, la miseria non è vergogna», gelando la platea come solo un gol all’ultimo minuto di recupero in una finale di coppa può fare. Ecco, la frase di Rocco può essere tranquillamente applicata alla scelta delle luci che decorano Corso Palladio e le vie limitrofe. Tragici fiocchi di neve che richiamano gli addobbi che ornavano il seminterrato ove si celebrava il veglione di Fine Anno – quello con la mezzanotte anticipata – organizzato dal geometra Filini nel primo, meraviglioso e profetico, “Fantozzi”. Nessuno pretende nell’austero e fattivo Nordest le illuminazioni salentine, quelle che trasformano Locorotondo o Polignano a Mare in un fantasmagorico set di un Bollywood Colossal, ma qualcosa che assomigli meno ad un moccolo funerario sì però. A pensarci bene c’è da dire che tutto sommato le lucine tristi un merito ce l’anno: lasciano in ombra le capannucce di legno del Mercatino di Natale che, a imitazione di quelle bellissime che animano le piazze sudtirolesi, spuntano come funghi in centro. La prima cosa che colpisce è la mescolanza di odori che diventano puzze; la combinazione “pecorino scoparolo” – eucalipto della Tasmania – cuoio malconciato è fatale per qualsiasi naso.

Segue poi la varietà dell’offerta commerciale, che non cambia mai. Chi ha qualche anno sulle spalle ricorderà senz’altro le bancarelle della Befana in Piazza dei Signori, quelle che vendevano l’orrendo ma fascinoso torrone fatto coi bagigi, le bambole brutte, gli ultimi ritrovati per la casa presentati da fantastici imbonitori: scordatevele! non esistono più o quasi. Io il succhiello spremilimoni e il ferro da stiro a pile li ho comprati, a suo tempo; non funzionano, e chi se ne importa: erano oggetti inutili ma di grande fascinazione. Se il centro storico piange i centri commerciali non ridono ma almeno provano a sorridere. Diciamolo con rassegnata franchezza: il centro commerciale è la versione contemporanea del foro romano e dell’annesso mercato. Decorazioni graziose, kitsch quanto basta, iniziative per i più piccoli, negozi decenti, protezione dalle intemperie: che più chiedere? Magari una cosina ci sarebbe…tipo un po’ di civiltà da parte della marea di gente che si affolla nel novello foro. Famiglie con bambini orrendamente maleducati, spesso mollati a nonni disperati e trascinati – magari col deambulatore – nel vortice degli acquisti. I piccoli Gremlin fiutano subito il negozio giusto e lo segnalano ai genitori con urla da fare impallidire quelli delle scimmie amazzoniche per durata e intensità; seguono scappellotti e minacce di mancato arrivo di Babbo Natale, sedate – solo momentaneamente – dalla comparsa di un folletto strozzapalloncini che regala loro un cigno o un cane. Tutti sembrano non mangiare da secoli e si tuffano su qualsiasi cosa abbia un aspetto anche minimamente edibile: cannoli ripieni di qualsiasi cosa, forse anche di goulasch o di crema di ricotta alla curcuma, gelati stani, cioccolata calda allo zenzero, vin brulé corretto roiboos.

Interessante dal punto di vista socioantropologico le coppiette di fidanzati che iniziano lo shopping innamorati per la vita e tornano a casa litigando come una coppia di novantenni sposati da settant’anni a causa delle divergenze sugli acquisti; meraviglioso. Il sottoscritto, per le imminenti festività ha deciso per un flacone di melatonina da assumere integralmente il 22 dicembre e che gli consenta di risvegliarsi, fresco come una rosa di maggio, intorno al 28. Per l’ultimo dell’anno c’è tempo…ma ne parleremo…

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA