23 Maggio 2018 - 15.19

MONTECCHIO M. – Chi era il “priaro”? Un video lo illustra

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In un video un tributo a chi lavorava all’interno delle Priare dei Castelli e allo stesso tempo un veicolo promozionale di questo straordinario complesso ipogeo. Si intitola “La vita del priaro”, è stato ideato e voluto dalla Pro Loco Alte – Montecchio e realizzato dall’Imaze Studio di Alte di Montecchio Maggiore per ricordare alle giovani generazioni la storia antica delle Priare e dell’umile lavoro del priaro, che nei secoli scorsi le famiglie di Montecchio Maggiore tramandavano di padre in figlio.

Renzo Peotta, proveniente da una famiglia di antichi cavatori di pietra, e lo storico Luciano Chilese nel video ci riportano ad un lavoro fatto di fatica e sudore, ma anche di abilità manuali: ci consentono così di conoscere il mondo dei cavatori, degli scalpellini, degli spezzaprede, detti appiunto nel dialetto locale i priari.

E con loro vengono ricordati i carrai, detti carradori, che trasportavano le pietre partendo con i muli dalla strada che si intravede all’uscita delle Priare, detta Strada dei carri, usata per portare le pietre a valle o fino a Vicenza, dove venivano usate per costruire le case dei nobili.

Il video è dunque un doveroso omaggio ad un intreccio di sapere manuale e architettonico che avevano acquisito nei secoli i priari: senza aver frequentato alcuna scuola  di ingegneria o architettura, hanno saputo contribuire alla realizzazione di capolavori di cui noi oggi possiamo ammirare la bellezza, come la Basilica Palladiana, il ponte di S.Michele a Vicenza, il duomo di Montecchio Maggiore e altri magnifici edifici che meritano di essere tutelati.

“Promuoveremo il video in particolare nelle scuole – spiega il presidente della Pro Loco Giuseppe Ceccato – per far capire ai giovani che le statue che ornano le ville e i palazzi che i nostri avi ci hanno lasciato in eredità, non sono stati creati con la stampante 3D, ma con la passione, l’amore e la creatività di chi prima di noi voleva lasciare ai posteri qualcosa per farsi ricordare”.

“Si tratta di uno strumento divulgativo molto importante – afferma il sindaco Milena Cecchetto – perché non solo fa scoprire un lavoro che rischiava di essere dimenticato, ma contribuisce anche a promuovere turisticamente lo straordinario ed affascinante sito delle Priare dei Castelli”.

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