11 Gennaio 2018 - 11.00

MONTEBELLO V.NO – I giovani e la droga: la forte testimonianza di un papà

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Una testimonianza di vita, per cercare di condividere l’idea che non solo possiamo sopravvivere al dolore, ma che le sofferenze e le difficoltà della vita ci possono rendere migliori, perché quello che oggi sembra farci cadere può essere quello che domani ci aiuterà a stare in piedi. È questo il senso di Lasciami volare, il racconto – testimonianza che il 16 gennaio papà Gianpietro porterà a Montebello Vicentino, grazie all’organizzazione del Comitato Genitori Montebello con il patrocinio del Comune di Montebello Vicentino. Gianpietro Ghidini parlerà della propria storia e di quella di suo figlio Emanuele, che la notte del 23 novembre 2013, all’età di 16 anni, andò ad una festa con amici maggiorenni che gli proposero della droga, la provò e sulla strada del ritorno si gettò nel fiume che scorre vicino casa. Lo ritroveranno, senza vita, solo dopo dieci ore di ricerche. Da lì papà Gianpietro decide di creare la Fondazione PesciolinoRosso per andare in ogni scuola (oltre 1000 incontri ad oggi) a raccontare la sua storia a figli e genitori. Il 16 gennaio, appunto, al Palazzetto dello Sport (Piazzale del Donatore 23) alle 9 Gianpietro incontrerà gli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Montebello, Gambellara e Brendola, mentre alle 20,30 parteciperà all’incontro aperto a tutti (confermare la propria presenza con una mail a comitatogenitorimontebello@gmail.com). La stampa è invitata. Gli incontri ed il libro LASCIAMI VOLARE trattano come tema principale il rapporto genitori – figli, senza ipocrisie, senza giudizi. Si tratta semplicemente di un confronto fra le due parti, che possa terminare con una tregua e una riconciliazione dolce e piena di amore, quello che solo un padre può avere per suo figlio, quello che solo una madre può provare per la creatura che ha fatto nascere. Il dialogo genitori – figli non è scendere in guerra ogni giorno, non è attaccare o difendersi da un nemico… piuttosto può essere visto come “togliere la maschera” delle proprie certezze, del proprio sé, per fare spazio all’altro, al suo mondo, al suo modo di vedere le cose. Essere genitori è difficile, non te lo insegna nessuno, non c’è nessuna scuola da frequentare; al contempo essere figli è complicato… non sempre ci si sente all’altezza dei propri genitori, non sempre si comprende che sbagliare qualcosa non significa… ESSERE sbagliati.

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