8 Giugno 2020 - 9.53

Mercati finanziari, tempesta o semplice temporale primaverile?

Crisi del 2008 partita dagli Stati Uniti causata dal crollo dei mutui subprime, con notevoli contraccolpi per le banche in termini di capitale, perdite che portarono al fallimento nel 2008 di Lehman Brothers, una delle più grandi banche d’affari al mondo, crisi che venne inevitabilmente capillare a causa del panico che ne seguì sui mercati in ogni parte del mondo, causando milioni di licenziamenti, sfratti, fallimenti oltre ad una paralisi dell’economia e tanta disperazione.

Crisi del 2020, causata dalla pandemia COVID-19, per alcuni una crisi peggiore rispetto a quella finanziaria del 2008, e che per essere superata necessita di uno sforzo globale coordinato di politica sanitaria ed economica.

Due crisi con due pesi e due misure. I mercati nel 2008 impiegarono circa quattro anni per normalizzarsi ed iniziare una fase di consolidamento prima e di ripresa poi. Oggi invece a distanza di soli pochi mesi, sembra si siano quasi dimenticati della pandemia, di cosa è successo a marzo, e delle difficoltà nel far ripartire il sistema economico mondiale.

Qualcosa non quadra.

E’ vero, rispetto al passato ci sono soluzioni ed interventi in tema di politica economica molto diversi, però è altrettanto vero che all’orizzonte ci sono situazioni inquietanti, preoccupanti e tutte da definire, come ad esempio la disoccupazione USA e le prossime presidenziali americane.

Si stima infatti che a causa del CORONAVIRUS gli Stati Uniti abbiano perso ad aprile circa 20 milioni di posti di lavoro, anche se per onore di cronaca, bisogna dire che a sorpresa a maggio sono ripartite le assunzioni con un dato inatteso quanto positivo di circa 2,5 milioni di nuovi posti occupazionali creati. Pur sempre dati comunque preoccupanti specchio di quanto avviene anche nel resto del mondo.

Per quanto riguarda invece le elezioni negli Stati Uniti, bisognerà vedere e capire quanto importante sarà l’influenza delle lobby sul gioco politico, per creare situazioni favorevoli o sfavorevoli all’attuale Presidente Trump, cercando di conciliare gli interessi personali dei cittadini, il federalismo e la democrazia, e senza dimenticare il forte aumento del debito pubblico causato dai massicci sgravi fiscali concessi con la riforma del 2017.

Sappiamo bene che i mercati anticipano sempre il futuro, però non vorremmo fosse solo un tranello di qualche furbacchione con l’intento di attirare gli ultimi polli. Navigare a vista non è sbagliato, soprattutto se dovesse verificarsi nel prossimo autunno un’ondata di ritorno da COVID, unitamente a quanto scritto poc’anzi.

Come sempre quindi, anche se il cielo sembra rasserenato, teniamo a portata di mano un ombrello, perché l’estate sarà lunga, ed un acquazzone più o meno forte e sempre nascosto dietro l’angolo.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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