23 Gennaio 2019 - 14.15

L’Università di Padova scopre la ricetta segreta del calcio

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Il calcio è uno degli sport più seguiti di tutti i tempi. Tra i motivi del suo successo c’è anche il suo livello di imprevedibilità: ogni partita non è mai scontata, potendo dar luogo a risultati sorprendenti, ed è ancora un mistero quale sia la ricetta segreta che permette ad una squadra di vincere o perdere una partita. Nonostante gli sforzi fatti finora per svelare i segreti del calcio, I classici approcci statistici quali possesso palla, tiri in porta, chilometri percorsi e così via non hanno funzionato (un esempio estremo è stata la vittoria del campionato inglese da parte del Leicester di Claudio Ranieri, con una squadra che costantemente veniva battuta a livello statistico, salvo poi però vincere le partite). Massimo Marchiori, docente al Dipartimento di Matematica dell’Università di Padova, ha presentato al Congresso mondiale della Cyber Scienza (IEEE Cyber Science and Technology Congress) lo studio “The Team Brain: Soccer Analysis and Battles of Mind” che ha ottenuto il premio per la migliore ricerca scientifica. Considerare le squadre di calcio come un cervello in simbiosi con il campo da gioco. È questo il concetto alla base dello studio.  Invece di considerare statistiche come possesso palla, tiri in porta o chilometri percorsi, The Team Brain propone un nuovo modello che consente di vedere le partite come “battaglie delle menti” tra due cervelli pensanti. La ricerca mostra che il singolo funziona solo in simbiosi collettiva con le “zone neurali” del campo e smentisce alcune intuizioni sviluppate finora sul calcio, come l’importanza attribuita al controllo delle fasce laterali e del centrocampo.

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