9 Marzo 2021 - 10.09

Lockdown totale? Crisanti: “Sfinirebbe la popolazione”

Un lockdown nazionale è improponibile. La gente è “stufa, non ci crede più”. La pensa così il virologo Andrea Crisanti su una delle ipotesi sul tavolo del governo, che sta pensando a nuove strette per contenere la pandemia da Covid-19. “Un lockdown nazionale per poter affrontare la sfida di una vaccinazione anti-Covid di massa, con numeri senza precedenti? Ma bisognerebbe farlo una volta per tutte. In realtà penso che la gente sia stufa, non ci crede più. A questo punto facciamo senza. E’ inutile farlo il lockdown, rimaniamo così. Altrimenti si stressa la popolazione, e li teniamo in casa per 3 settimane senza ottenere nulla. Le persone sono sfinite dalle zone” a colori. Un nuovo stop nazionale “sarà improponibile, a meno a che non sia veramente l’ultimo”, sostiene all’Adnkronos Salute il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino.

“Per fare uscire il Paese da questa crisi, serve un progetto con più gambe – spiega – Va senz’altro aumentata la capacità di distribuire vaccini e ci penserà il commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, ma non se ne esce se mancano due o tre punti fondamentali a questo progetto: uno è sicuramente avere un progetto nazionale di sequenziamento delle varianti, la seconda è creare finalmente una rete di laboratori in grado di fare una grande quantità di tamponi. Anche il lockdown sarebbe una delle gambe su cui far camminare la strategia” anti-Covid, “ma siamo in un momento in cui la popolazione non ci crede più”.

Crisanti spiega: “Ipotizziamo che si faccia un lockdown nazionale. Se poi, una volta usciti, non riusciamo a bloccare le catene trasmissione” del coronavirus Sars-CoV-2, “ricominciamo daccapo” col contagio. “Non si può vaccinare tutti in un mese. Quindi una capacità ampia di fare tamponi ci serve. E ci servirà anche per il futuro“. “Una ‘potenza di fuoco’ adeguata sui tamponi ci servirà per permettere a chi viene dall’estero di entrare in Italia e a noi per uscire dal Paese. E infatti, anche se ci vacciniamo tutti, non è detto che nel resto del mondo si segua lo stesso ritmo. La campagna vaccinale non può andare avanti ovunque all’unisono e non sappiamo inoltre quanto dura la protezione dei vaccini. Quindi ci vorrà sempre una capacità di fare test – riflette il direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo cittadino – Una capacità di dimensioni ampie, che l’Italia in questo momento non ha e che non può essere surrogata dai tamponi rapidi che per questo non vanno bene”.

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