22 Gennaio 2020 - 11.57

Liquami nei tombini in 6 Comuni del Vicentino: 8 denunciati. Ecco come facevano (VIDEO)

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Nella mattinata di oggi, i militari del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Vicenza hanno dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal G.I.P. presso il locale Tribunale, sequestrando sei autobotti utilizzate per gli spurghi delle fosse biologiche e perquisendo cinque aziende operanti in provincia nel settore della raccolta e smaltimento delle acque di scarico, i cui titolari o soci sono indagati per ipotesi di reato ambientale.

In particolare, alcuni mesi fa le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno intrapreso un’attività investigativa volta a verificare il corretto smaltimento dei rifiuti liquidi prelevati dalle fosse biologiche di abitazioni private ed aziende.

Le indagini dell’operazione, denominata “CLOACA”, hanno portato ad accertare che, in oltre 100 episodi avvenuti nei Comuni di Arcugnano, Castegnero, Caldogno, Creazzo, Torri di Quartesolo e Vicenza, gli operatori alla guida di autobotti utilizzate per lo spurgo dei pozzi neri, di proprietà di cinque imprese vicentine specializzate, invece di smaltire correttamente il rifiuto liquido presso i previsti impianti di depurazione hanno illecitamente sversato i liquami nei pozzetti o tombini della rete fognaria pubblica.

La vigente normativa ambientale prevede che tutti i liquami che vengono riversati in vasche (fosse biologiche o pozzi neri), sia da parte delle aziende che delle abitazioni private, una volta caricati su un idoneo mezzo di trasporto devono essere tempestivamente conferiti ad un impianto di trattamento di rifiuti liquidi. Nelle varie fasi del trasporto, i rifiuti devono essere obbligatoriamente accompagnati dal F.I.R. (Formulario Identificazione Rifiuti), che è un documento che garantisce la tracciabilità del relativo flusso, nonchè la trasparenza in ordine all’identificazione e ai costi di smaltimento dei rifiuti stessi.

Dalle investigazioni è invece emerso che gli indagati svuotavano le fosse biologiche di abitazioni ed aziende che ne avevano necessità e, per risparmiare sulle spese di smaltimento, sversavano i liquami nella rete fognaria comunale, senza compilare alcun Formulario Identificazione Rifiuti, evadendo al contempo il fisco poiché, in parallelo, normalmente non è stata emessa ai clienti alcuna ricevuta fiscale.

Per tali condotte, M.M., cinquantaduenne, M.M., venticinquenne, C.W., cinquantunenne, E.G., cinquantanovenne, S.A., quarantaduenne, F.L., cinquantunenne, B.D., quarantatreenne e B.V., trentaseienne, tutti residenti in provincia e, a vario titolo, titolari o soci delle cinque imprese vicentine sono stati denunciati alla locale Procura della Repubblica per avere gestito abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti. Nel corso delle investigazioni, inoltre, è stato riscontrato che, al fine di ridurre illegalmente i costi aziendali, una delle imprese investigate si approvvigionava di acqua pubblica sottraendola da idranti antincendio siti nel territorio provinciale, così concretizzando la fattispecie di reato di furto aggravato d’acqua.

Il Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale ha quindi emesso un Decreto di sequestro preventivo delle sei autobotti utilizzate per commettere gli illeciti (di valore complessivo di circa 400.000 euro).

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