2 Marzo 2020 - 15.40

La pagliacciata dei numeri del Coronavirus: dalla Russia all’India… agli USA

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articolo del 2 marzo 2020 (P.U.)

…e a Vo’ Euganeo decine. Ma ci credete? I siti internazionali che conteggiano ora per ora i contagiati da Coronavirus danno un quadro sicuramente indicativo per alcune realtà, ma sospettosamente fuorviante per altre. Non perché tali siti sbaglino a pubblicare i numeri ufficiali diffusi dalle istituzioni dei diversi Paesi, ma perché l’ufficialità non sempre è da ritenersi attendibile.

Alcune brevissime considerazioni.

Da subito diverse critiche si sono levate contro il regime Cinese, colpevole, per molti, di non fornire cifre corrette sull’epidemia. Non potremo mai sapere se sono corretti, fatto sta che la Cina da subito, complici le massicce e severe misure prese ha pagato, e sta pagando, i danni da Coronavirus.

Nelle ultime settimane i Paesi europei, dopo i primi casi, legati soprattutto a cittadini cinesi in viaggio in Europa o a passeggeri della nave da crociera Diamond Princess di ritorno in patria, presentavano cifre minime e stabili.

I primi casi in Italia e la campagna di tamponamento in Italia ha fatto emergere centinaia di casi nel nostro Paese. A quel punto è salito il livello di allarme nei Paesi di tutto il mondo e molti turisti o uomini d’affari, o persone in trasferta di lavoro in Italia, che presentavano sintomi influenzali, sono andati a farsi controllare.

Morale della favola: i numeri stanno esplodendo in tutta Europa, tanto che persino Lituania, San Marino e Andorra annoverano dei contagiati, tutti ‘passati per il Nord Italia’.

In questa psicosi, anche altre persone sono state controllate e quindi emerge che in Francia e Germania esistono focolai senza alcun legame con l’Italia (vedi l’esempio della zona dell’Oise in Francia), lo stesso accade in Spagna.

Ma il danno è fatto: l’Italia, colpevole solo per aver iniziato una massiccia campagna di test, è il ‘Paese untore’.

Vogliamo poi parlare della Russia? 4 casi, entrambi relativi a persone guarite e dimesse. Il dato si commenta da solo. Un Paese confinante con la Cina, con quasi 150 milioni di abitanti, conta 4 casi! Come sta procedendo il sistema sanitario della Russia? qualche domanda è opportuna…

Oggi 2 marzo 2020 (Ndr) arriva la notizia del primo cittadino russo di ritorno dall’Italia è stato diagnosticato il coronavirus. Altri tre cittadini russi -fanno sapere da Mosca- stanno ricevendo cure in Russia dopo aver contratto il virus su una nave da crociera in Giappone. Due cittadini cinesi erano stati precedentemente portati in ospedale in Russia con il virus, ma da allora si sono ripresi… (no comment)

India… lo stesso. Con 1 miliardo e 350 mila abitanti conta tre casi, come la provincia di Vicenza. Forse in India il sistema sanitario e i controlli sono stati formidabili, le pratiche igieniche sono state rispettate… Anche qui, qualche riflessione è d’obbligo.

Vogliamo parlare anche degli USA, paese con un sistema sanitario infernale, nel quale senza assicurazione sanitaria puoi morire per strada nell’indifferenza totale e dove il test può costare al cittadino (spese di ricovero, degenza, etc…) dai 600 ai 3200 dollari. Soprattutto dove fino a ieri erano stati eseguiti dolo 500 kit per i test e dove solo ora si sta procedendo ad acquistarne altri? In un Paese stretto nella fra la campagna presidenziale e la necessità di far vedere che le cose sono sotto controllo. Come può essere pensabile che un’influenza non sia passata? A conferma delle considerazioni sui Paesi europei, il fatto che solo ora, dopo il ‘caso Italia’ emergono cluster autonomi, come quello dello Stato di Washington. In quel caso si dice che il virus stia circolando da diverse settimane, indipendentemente dagli italiani.

E l’idiozia si diffonde nel mondo. Turisti italiani respinti, viaggi in Italia cancellati, anche da Paesi del Terzo mondo dove lo stesso Coronavirus farebbe marcia indietro perché in minoranza rispetto alla situazione sanitaria esistente.

A questo punto resta un dubbio. Siamo più bravi perché abbiamo fatto emergere una pandemia esistente, grazie anche alla prontezza di un sistema sanitario pubblico che non lascia nessuno per strada? O siamo dei babbei? Ne riparliamo fra un paio di settimane… Intanto le più rigide misure in Italia sono state prese e forse in futuro avremo poco da rimproverarci. Altri Paesi, vedremo.

Si sa, i numeri alle volte fanno male e qualcuno, molto più astuto, se n’è accorto prima di noi. Ma anche in questo caso la furbizia verrà misurata più avanti. Se non c’è uno screening a tappeto in alcuni Paesi il rischio si riproporrà nel mondo a breve e questo perché? Per dimostrare che le cose, nel proprio Paese, funzionano…

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