8 Ottobre 2019 - 10.53

La ferrovia Vicenza-Schio fra nostalgia e progetti

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Con la fine di settembre si è conclusa la mostra dedicata alla linea ferroviaria Vicenza Schio e diramazioni, che l’associazione Fermodellisti Alto Vicentino ha organizzato per celebrare il trentesimo anniversario della sua nascita. L’associazione raduna gli appassionati del trasporto su rotaia, sia reale che modello, e che vanta a Schio uno dei plastici ferroviari più grandi d’Italia. La mostra è stata a buon titolo inserita anche nella programmazione degli eventi dedicati al bicentenario dalla nascita di Alessandro Rossi e sostenuta dal Comune di Schio che ha collaborato alla sua realizzazione. Gli spazi dell’ex Lanificio Conte hanno dunque ospitato un’apprezzatissima mostra fotografica con documenti inediti di storia ferroviaria inerenti la Linea Vicenza-Schio e le sue diramazioni nel nostro territorio ed è stata visitata da centinaia di visitatori interessati: cultori di storia, direttori di musei storici del Veneto, stampa, ma anche centinaia di cittadini che hanno “firmato” il proprio apprezzamento e consenso nel quaderno dei visitatori. La mostra è stata aperta per tre fine settimana consecutivi e in quello centrale si è inserita anche una mostra-scambio di modelli libri e oggettistica ferroviaria che ha attirato appassionati da ogni parte del Veneto.

Con la fine di settembre si conclusa la mostra dedicata alla linea ferroviaria Vicenza Schio e diramazioni, che l’associazione Fermodellisti Alto Vicentino ha organizzato per celebrare il trentesimo anniversario della sua nascita. L’associazione raduna gli appassionati del trasporto su rotaia, sia reale che modello, e che vanta a Schio uno dei plastici ferroviari più grandi d’Italia. La mostra è stata a buon titolo inserita anche nella programmazione degli eventi dedicati al bicentenario dalla nascita di Alessandro Rossi e sostenuta dal Comune di Schio che ha collaborato alla sua realizzazione. Gli spazi dell’ex Lanificio Conte hanno dunque ospitato un’apprezzatissima mostra fotografica con documenti inediti di storia ferroviaria inerenti la Linea Vicenza-Schio: presentando oltre trecento foto, il curatore Roberto Sperotto, ne ha fatto conoscere la storia dall’origine ai giorni nostri con una particolare attenzione agli ampliamenti necessari nel periodo della grande guerra. Ampio spazio di immagini e documenti è stato riservato anche alle diramazioni della linea ferroviaria da Schio per Torrebelvicino, Arsiero ed Asiago, come per i Servizi Automobilistici Scledensi con capolinea la stazione ferroviaria di Schio ed i convogli merci carichi di mietitrebbie della Laverda in partenza dalla stazione di Thiene o di Cavazzale.

Tanti sono stati gli appassionati arrivati per visitare la mostra: cultori di storia, direttori di musei storici del Veneto, stampa, ma anche centinaia di cittadini che hanno firmato il proprio apprezzamento e consenso nel quaderno dei visitatori. Alcuni da Padova, Verona e Mestre utilizzando il treno per la vicinanza del lanificio Conte alla stazione ferroviaria di Schio. Nel registro delle presenze figurano visitatori provenienti da Bressanone, Vigevano, Trieste, Salorno, Bolzano e dalla Gran Bretagna. La possibilità di gustare le foto stereoscopiche di fine ottocento ed inizio novecento, con apposito visore, ha incuriosito e catturato l’attenzione di tutti anche per le accurate indicazioni di Umberto Echerle.

La mostra è stata aperta per tre fine settimana consecutivi e in quello centrale si inserita anche una mostra-scambio di modelli libri e oggettistica ferroviaria che ha attirato appassionati da ogni parte del Veneto.

Tra le altre iniziative anche il concerto spettacolo del Coro giovanile di Thiene ‘Trame di voci, intrecci di suoni’ che i Fermodellisti e il Comune di Schio hanno voluto donare alla città, in onore del bicentenario della nascita di Alessandro Rossi: dove un tempo avveniva la filatura e la tessitura della lana, il coro ha ricreato l’atmosfera che caratterizzava l’opificio, tessendo voci, movimenti e suoni sullo sfondo degli antichi macchinari per la lavorazione della lana lì custoditi, e illuminati dalla light designer Clara Stocchero. Lo spettacolo, diretto da Silvia Azzolin, con la partecipazione dell’attrice Marta Dal Santo, del soprano Eleonora Donà, di Giacomo Barone al flauto e Alessandro Barone al pianoforte oltre che di altri giovani coristi come musicisti e solisti, ha avuto un finale a sorpresa: la partecipazione di Marco Paolini, figlio di ferroviere e grande appassionato di treni, che ha omaggiato i presenti con un inedito breve monologo scritto all’indomani della terribile devastazione della tempesta ‘Vaia’. L’artista ha consegnato a tutti un toccante invito alla rinascita: come gli alberi trafitti ora si stanno rianimando grazie alle giovani radici che si intrecciano per ridare nuova linfa al bosco, così l’Europa dilaniata da vecchi e nuovi conflitti, da paure, da grida, da venti di rabbia, può ritrovare il filo della speranza e della rinascita tessendo pazientemente trame di dialogo e tenendo saldi i fili della convivenza, come sapevano fare le antiche filatrici evocate dai canti e dalla musica.

“Questo costante richiamo alla nostra storia è sicuramente importante per conservarne i valori” dichiara Barbara Corzato assessore alla Cultura “come è tuttavia cruciale attualizzarne i contenuti e intrecciare, così come è stato fatto in questa occasione, aspetti diversi che rimandando alla tradizione, attualizzando quanto abbiamo ereditato”

E in tema di attualizzazione, proprio relativamente alla linea ferroviaria Vicenza Schio, il sindaco Valter Orsi ricorda che questa tratta di strada ferrata sta per vedere una nuova rivalutazione: “con il progetto in approvazione del Piano dei Trasporti da parte della Giunta Regionale che prevede il rilancio della linea, già importante ai tempi di Alessandro Rossi, si punta a centrare il cosiddetto obiettivo “363636”, quello cioè di 36 corse, che partono da Schio ogni 36 minuti e impiegano 36 minuti per percorrere la tratta. Ci vorrà ancora qualche anno, ma la volontà è tracciata, sia per stimolare le persone a preferire i mezzi pubblici, sia per ottimizzare i trasporti delle merci, che attualmente viaggiano in prevalenza su gomma”.

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