26 Settembre 2019 - 14.10

La Bertoliana omaggia Meneghello

Con l’omaggio a Luigi Meneghello si chiude venerdì 27 novembre alle 21 a Palazzo Cordellina la Maratona di lettura “Il Veneto Legge” e gli eventi previsti nella sede della Bertoliana per la “1. Notte della Ricerca”, che il Comune di Vicenza e la Biblioteca Bertoliana hanno proposto per l’inizio culturale dell’autunno vicentino.

Sarà Diego Salvadori, dottore di ricerca dell’Università di Firenze, allievo di Ernestina Pellegrini, amica, collaboratrice e oggi attenta studiosa dello scrittore maladense, a proporre un’insolita e originalissima lettura del mondo di Gigi Meneghello, scrittore della natura, con un iconntro intitolato “Tra le forme vere della natura. Gli ecosistemi di Luigi Meneghello”. Nell’opera di Meneghello, i riferimenti continui al mondo vegetale e animale, uniti a loro volta alla rappresentazione del paesaggio veneto consentono di leggere in una nuova ottica la produzione letteraria dello scrittore di “Libera nos a malo”, ormai destinata a far parte del canone greening della letteratura italiana contemporanea. Nei suoi libri dedicati a Meneghello, Salvadori riesce a entrare brillantemente nei meandri della biosfera meneghelliana, esplorando le funzioni metaforiche e analogiche di bestiari, acqua, piante e temporali, proponendo per l’occasione un vero e proprio dialogo tra la Natura e … un maladense.

La Biblioteca Bertoliana è particolarmente affezionata a Meneghello, e ne detiene parte dell’archivio. Le Carte Luigi Meneghello furono donate dallo scrittore alla Bertoliana nel 1999;  nel 2016 i plichi vennero aperti e inventariati. Oggi queste carte sono tornate a vivere e a raccontarsi, offrendo, attraverso la corrispondenza con gli editori e gli scambi epistolari con familiari e amici, uno strategico punto d’osservazione sulla vita pubblica e privata di Luigi Meneghello e la chiave per aprire il suo laboratorio: non offrono nessun prodotto finito e confezionato, ma danno la preziosa possibilità di aggirarsi tra strumenti di lavoro e contesti in fieri, tra scambi dal sapore quotidiano e la vaga impressione che tutto possa ancora succedere.  

I 51 fascicoli complessivi del carteggio contano 4.074 lettere; tra queste, numerose sono le copie e le bozze di lettere scritte dallo stesso Meneghello. Torna costantememente a galla negli scambi epistolari con editori e amici la questione dell’uso del dialetto. Per Meneghello il dialetto (impossibile da tradurre senza disperderne buona parte della carica energetica) non rappresenta semplicemente un insieme di espressioni vernacolari, ma piuttosto un modo di percepire il mondo e certe sue sfumature, al punto tale da affermare in “Pomo Pero” che «morendo una lingua non muoiono certe alternative per dire le cose, ma muoiono certe cose».  E un entusiasta Goffredo Parise gli scrive a proposito di “Pomo Pero” e “Fiori italiani”: “Vi ho trovato delle parole in dialetto (ma sia chiaro che tu non sei affatto uno scrittore dialettale) che hanno agito potentemente. Profumi, odori, sapori, luci sono usciti magicamente da quelle parole come per una infanzia rinata”. 

Sono oltre 700 i corrispondenti delle lettere, scritte tra il 1949 al 1999; tra tutti spiccano i nomi degli amici di una vita, Gigi Ghirotti, Licisco Magagnato, Elio Chinol, Franco Marenco, Giulio Lepshy, Ursula Martindale.  

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