5 Aprile 2019 - 13.56

In silicone e con un chip: arriva PCup, l’eco-bicchiere smart

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L’alternativa ai bicchieri di plastica usa e getta, che inquinano i mari e intasano le discariche, è un bicchiere in silicone con un chip incorporato. È nato in Liguria dalla mente di due giovani con la passione per le invenzioni e le feste in spiaggia. In poco più di un anno si è trasformato da una “bella idea” a un’azienda che ha già venduto più di 10.000 bicchieri. E ora si prepara per fare il grande salto: Pcup, la startup fondata nel 2018 dai 27enni Lorenzo Pisoni, di Arenzano, e Stefano Fraioli, di Savona, e accelerata da Aquarium Ventures, l’incubatore di startup promosso da Rawfish, agenzia digitale di Vicenza, lancia una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma CrowdFundMe. L’obiettivo del round di investimento, al via il 29 marzo, è raccogliere almeno 150 mila euro in 60 giorni.

La soluzione innovativa è stata già adottata da molti locali e da importanti partner. National Geographic l’ha scelta come buona pratica per la sua campagna “Planet or Plastic” il cui testimonial Marco Mengoni ha voluto Pcup per la rassegna Atlantico Fest in cui ha lanciato il suo nuovo disco, a Milano lo scorso dicembre. La Federazione Italiana Rugby, insieme al Ministero per le Politiche Agricole, durante le partite del Sei Nazioni allo stadio Olimpico di Roma ha dissetato i tifosi con i bicchieri in silicone. Così come l’Alcatraz, uno dei più noti locali di Milano. Trattative sono in corso con grandi stadi italiani, con importanti player del mondo dello spettacolo dal vivo e con alcune amministrazioni comunali.

Come è fatto Pcup

Pcup, il cui nome è la sintesi di “public cup”, è un bicchiere in silicone dotato di un chip montato sul fondo. Il silicone dona al bicchiere flessibilità, in linea con le normative sulla sicurezza (a differenza del vetro e della plastica rigida), e lo rende adatto ai grandi eventi, dai concerti agli stadi. La sua “anima” digitale lo trasforma in un device dell’Internet of Things: i clienti possono collegare chip e smartphone e pagare online saltando la fila alla cassa; i promotori possono raccogliere dati preziosi sulle abitudini di consumo. Ogni consumazione è conteggiata su uno schermo che mostra in tempo reale quanti bicchieri usa e getta (e quanta plastica) vengono risparmiati.

Il modello di business

È il vuoto a rendere il modello di business più diffuso per chi adotta Pcup. All’ingresso dell’evento il cliente riceve un bicchiere pagando una cauzione che, se sceglie di riconsegnarlo all’uscita, gli viene restituita. Ma l’avventore può anche decidere di portare a casa l’oggetto, che si trasforma così in un gadget da conservare.

Per ordinare da bere si può seguire il metodo tradizionale, pagando alla cassa in contanti, oppure quello immateriale: si scarica la app Pcup, ci si registra e si accosta lo smartphone al chip. Da quel momento il bicchiere è collegato al proprio profilo, che può essere ricaricato di una somma di denaro da qualsiasi carta. Per ordinare basta scegliere la bevanda dal listino nella app e presentarsi al bancone, saltando la fila alla cassa. Il barista appoggia il bicchiere a un lettore che gli comunica l’ordine e finalizza il pagamento. Il cliente può disconnettere quando vuole il bicchiere dal suo profilo.

«Siamo i primi a proporre un sistema funzionale e conveniente per accettare, in anticipo, la sfida lanciata dall’Unione Europea – spiega Lorenzo Pisoni, founder e CEO di Pcup e filosofo di formazione – che ha bandito dal 2021 il divieto di consumo dei prodotti di plastica monouso che rappresentano il 70% dei rifiuti marini. Abbandonare l’usa e getta porta a un risparmio immediato in termini di costi di pulizia e smaltimento e, in alcune amministrazioni, anche di Tari. Ma non ci limitiamo a fornire un bicchiere ecologico. Attorno c’è una gamma di servizi che passano per la nostra app: dai pagamenti digitali all’analisi dei dati di consumo e di vendita, fino alla gestione della community dei clienti attraverso contenuti esclusivi e push notification».

«Grazie al chip possiamo tracciare per la prima volta l’ultimo miglio della filiera delle bevande – aggiunge Stefano Fraioli, founder e responsabile commerciale di Pcup -, fornendo una miniera di informazioni utili per nuove strategie di marketing. I bicchieri si possono personalizzare: non più oggetti da buttare a fine cocktail, ma gadget che si possono portare a casa e riutilizzare. Con un guadagno ulteriore per i locali».

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