24 Aprile 2020 - 16.06

Il valore del 25 aprile: prima, ora e dopo il Coronavirus

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

di Umberto Baldo

Solo quattro mesi fa chi avesse ventilato lo scenario di una Pasqua con le chiese vuote, e con il Papa a celebrare i riti  della passione e resurrezione prima in una Piazza San Pietro spettrale, e poi nella Basilica davanti a pochi “intimi”, sarebbe stato preso per un soggetto da sottoporre a “trattamento sanitario obbligatorio”.
Quello che è successo da inizio febbraio, con il “iorestoacasa” diventato la parola d’ordine, lo stiamo vivendo ancora oggi, e come conseguenza è che ad essere di fatto cancellate non sono state solo le festività religiose, ma in questi giorni anche quelle “laiche” del 25 Aprile e del 1° Maggio.
Il 75° anniversario della liberazione dal nazi-fascismo sarà una giornata diversa da tutti i 25 aprile che lo hanno preceduto.
Perché dovremo ricordare la ritrovata libertà dopo le tragedie della seconda guerra mondiale in un momento in cui siamo costretti all’isolamento nella nostre case  per combattere un nemico invisibile, ed in cui la distanza sociale ci rende tutti un po’ più soli.
Sembra un paradosso, ma siamo chiamati a commemorare la libertà riconquistata 75 anni or sono nel mentre la nostra libertà è limitata dall’emergenza sanitaria, e non a caso si parla di clima di guerra.
Certo gli scenari non sono più quelli del conflitto mondiale, non ci sono le bombe, i rastrellamenti, le fucilazioni, ma la sostanza rimane la stessa, e questa volta siamo veri spettatori: ci sono nuove trincee (gli ospedali), ci sono nuovi soldati (medici e infermieri), ed una serie infinita di figure che ogni giorno rischiano qualcosa per alleviare le nostre paure.
Quest’anno non vedremo le piazze piene di uomini donne uniti nei valori dell’antifascismo, base della nostra Repubblica.  Non vedremo manifestazioni, cortei, bandiere, discorsi, ma ciò non impedirà a chi lo vuole, di celebrare ugualmente la festa.  Cambieranno i palcoscenici, che saranno le nostre case ed i nostri balconi.
Per la verità i caduti della resistenza saranno comunque ricordati in forma ridotta, ed al riguardo nei giorni scorsi  era nata anche una polemica fra il Governo e l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, subito superata.
Cos’era successo?
Nella giornata del 25 Aprile, al mattino, in quasi tutte le città e Paesi d’Italia  si svolgono celebrazioni di solito davanti ad un monumento significativo della Resistenza locale.  Si è sempre trattato di manifestazioni partecipate, con la presenza anche di qualche classe di alunni delle elementari e delle medie, quasi a voler dare luogo ad un passaggio di testimone fra generazioni.
Quest’anno il virus di Wuhan impedirà tutto questo.  Il fiore, o la tradizionale corona, sui monumenti saranno depositati soltanto dai Rappresentanti delle Istituzioni: Prefetto, Questore, Sindaco.
Queste limitazioni, disposte da una circolare del Governo, hanno suscitato l’indignazione e la conseguente levata di scudi dell’Anpi, che, sottolineando di parlare a nome di tanti partigiani e partigiane d’Italia, ha scritto: “Questo terribile morbo se ne sta portando via tanti e il gesto di negare loro anche il diritto di vedere un proprio rappresentante deporre un fiore sulla tomba o sul monumento dei suoi compagni caduti è un’offesa inaccettabile. Confidiamo che si voglia, al più presto, sanare questo vulnus istituzionale con un atto di buon senso e di civiltà. Molti sindaci e prefetti, pur costretti da una imbarazzante circolare, stanno cercando, in queste ore, di risolvere positivamente il problema. L’Anpi è al loro fianco, come sempre disponibile a far prevalere le ragioni della pacifica convivenza e del rispetto della memoria costituzionale”.
A stretto giro il Governo ha provveduto a specificare che “la circolare non esclude in alcun modo l’Anpi dalle celebrazioni del 25 Aprile”, i cui rappresentanti potranno quindi affiancare le Autorità civili nel ricordare la difesa della memoria democratica del Paese.
Accennavo prima che nessuno deve sentirsi escluso dalle celebrazioni, anche se, inevitabilmente, saranno basate sulla tecnologia e sui social.
Immagino sarà molto partecipata la manifestazione virtuale #iorestolibera# #iorestolibero# che sarà trasmessa in streaming su Facebook e su numerosi giornali on line a partire dalla 14,30.
Anche se non potremo guardarci negli occhi, stringerci la mano, cantare insieme, sarà comunque un modo di esserci, e la piazza virtuale sarà ugualmente gremita ed animata.
Sottolineo che sarà un modo per sentirci vicini a tutti quei nostri nonni che in questi giorni terribili ci hanno lasciato, abbattuti dalla falce del conoravirus.
Data l’età avanzata erano gli ultimi, fossero partigiani o meno, che avevano ancora vivo nei loro occhi il ricordo della guerra, impresse nei loro cuori le tragedie di quell’ecatombe.  Erano gli ultimi testimoni di quella stagione, ed erano quelli che più di tutti potevano assaporare il valore delle libertà democratiche.
Perchè, diciamoci la verità, sono trascorsi ormai 75 anni dal quel 25 aprile del 1945, e tutte le nuove leve dell’Anpi  sono nate nel dopoguerra, e quindi non possono avere ricordi di vita vissuta, anche se si riconoscono in un’ideale adesione ai valori delle Resistenza.
Questo non vuol dire che non ci sia più bisogno di stringersi attorno a quei valori su cui si basa la nostra Repubblica.
A maggior ragione in questo momento difficile, abbiamo il bisogno di guardare al futuro con speranza e coraggio.
Coloro che hanno lottato per la rinascita del Paese, e molti di loro stanno pagando un tributo ingiusto nelle Rsa, devono costituire un esempio di speranza e di unità, intese come radici su cui costruire un nuovo rilancio sociale ed economico.
E’ necessario conservare intatta la memoria dei valori di quegli uomini e di quelle donne, per rivitalizzarli e fare da argine all’incuria ed al cadere del senso dello Stato.
Ci sono segnali inquietanti in Europa ed anche nel nostro Paese.
Basti pensare alle tesi negazionistiche della Shoah, ai rinascenti razzismi, alle distorsioni interpretative della storia, al rinascere di partiti di ispirazione neo-nazista, all’affermarsi di limitazioni alla democrazia in alcuni Paese europei.
Basti pensare al fatto che una senatrice a vita, che ha conosciuto da bambina gli orrori del Lager, Liliana Segre, è continuamente minacciata tanto da dover essere scortata dalla polizia.
Basti pensare all’inquinamento del dibattito pubblico con formule qualunquiste, demagogiche e nazionaliste, alla sempre più frequente richiesta di “pieni poteri” per governare, all’esaltazione della “volontà del popolo”, forse intesa come piazza”, per bypassare le regole della democrazia rappresentativa.
Quindi, in questo 25 Aprile al tempo del coronavirus, in cui siamo costretti ad un isolamento sociale che in tempo di pace mai noi italiani avevamo sperimentato, in cui rispettiamo gli ordini delle Autorità anche se giorno dopo giorno soffriamo dell’assenza delle piccole cose come fare due passi all’aria aperta a nostro piacimento, non ci resta che riunirci solo virtualmente.
In definitiva questo 25 Aprile 2020 più che una festa diventa un “sentimento”, che pesca nella memoria i valori che vogliamo affidare alle generazioni che verranno.

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA