3 Agosto 2018 - 16.37

Il PD e il cocente imbarazzo sul caso Daisy

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di Assuero

Prima che emergessero i dettagli sul caso delle uova lanciate contro l’atleta azzurra di origine nigeriana Daisy Osakue, la stampa locale e nazionale è stata per un paio di giorni sommersa da dichiarazioni e titoli che denunciavano la dilagante deriva razzista e chiamavano in causa i vertici nazionali della Lega e un presunto silenzio colpevole del Movimento 5 Stelle. Fino a ieri, quando si è scoperto che i responsabili erano tre ragazzi, autori di una goliardia (o almeno ora è definita tale), uno dei quali figlio di un consigliere PD.
Nessuno aveva ascoltato le parole che trapelavano dalla procura di Torino e che escludevano la matrice razzista dell’episodio e nessuno aveva voluto rilevare come altre persone, anche di pelle bianca fossero state vittime della ‘goliardata’.
Il termine razzismo, che ha un significato pregnante, ha permeato tutti i dibattiti. Un’inflazione nell’utilizzo che ha contribuito tremendamente a svilirne il significato.
Nessuno esclude che vi siano episodi di razzismo. Ma l’associazione diretta del 61% di simpatizzanti del governo a moderni arruolati della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale di epoca fascista, prendendo di mezzo gli ex elettori di sinistra insoddisfatti, dalla massaia di Voghera all’operaio di Sesto San Giovanni, ha avuto solo un devastante effetto boomerang su chi la scagliava contro tutto e tutti… Dal tono di alcuni interventi (e di alcuni titoli) viene quasi da pensare che, tragicamente, vi siano nostalgici del fascismo alla ricerca di una smarrita identità antifascista. Un tono che nemmeno la stessa vittima, Daisy, aveva utilizzato. Pur dichiarando di essere stata colpita in quanto nera, nelle interviste televisive aveva sostenuto un tono pacificante, raccontando di una sua esistenza tranquilla da italiana in Italia.

Le parole “razzismo” e “razzista” sono state usata talmente tante volte, e a sproposito, che è facile immaginare gli effetti mediatici di questa operazione, ossia la percezione della sua perdita di significato, l’anestetizzazione dell’utente che si vuole convincere, educare, ‘mettere sulla buona strada’. Effetti secondari, ma non meno importanti? Ogni successiva notizia che riporta (reali) fenomeni razzisti rischia di sbiadire nel suo tremendo significato. Il mero utilizzo ai fini politici di un fatto, senza che se ne accerti la natura, il movente (la dinamica era ovviamente chiara) ha purtroppo effetti imprevedibili. Uno degli effetti chiari è sicuramente l’imbarazzo cocente di una parte politica che si ritrova addosso, di rimbalzo, un fatto di cronaca che vede come protagonista il figlio di un consigliere PD.

Pubblichiamo il comunicato con tanto di titolo, che campeggia (tuttora) sul sito del Partito Democratico Veneto e il comunicato stampa su Daisy del senatore Daniela Sbrollini.

“Il segretario del Pd Veneto contro Salvini: «Vada a trovare la ragazza e chieda pubblicamente scusa»
«Un abbraccio forte e caloroso a Daisy Osakue». Il primo pensiero di Alessandro Bisato, segretario regionale del Partito democratico del Veneto è di vicinanza «alla ragazza e alla sua famiglia» dopo l’aggressione subita la scorsa notte a Moncalieri. «Mi auguro guarisca presto e possa continuare a essere l’orgoglio di tutti gli italiani alle prossime competizioni di atletica, come è stata fino a oggi, testimone vivente di un Paese aperto, accogliente e inclusivo. Le siamo accanto e desideriamo rassicurarla: qualsiasi forma di discriminazione, razzismo e violenza non sono tollerabili. Lavoriamo perché gli italiani, tutti, riescano a esprimersi attraverso le loro qualità migliori».

Il secondo è per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Per anni ha fomentato rabbia e rancore per sfruttare elettoralmente questi sentimenti. Ora che le sue parole di fuoco si tramutano ogni settimana in decine di episodi di violenza fisica nei confronti di persone che hanno il colore della pelle diverso dal suo o hanno origini differenti dalla sua, si nasconde. Chiediamo che come primo gesto vada a trovare Daisy e chieda scusa pubblicamente del razzismo che sta riemergendo in Italia e provi, sempre che ne sia capace, a lavorare per curare le ferite e le lacerazioni sociali da lui stesso provocate».

Daniela Sbrollini (senatrice PD – Vicenza)
“L’aggressione a Daisy Osakue è solo l’ultimo caso di una preoccupante serie di episodi insopportabili. Il ministro dell’interno Salvini non può continuare a minimizzare, o a dare responsabilità immaginarie alla sinistra. Il Parlamento ha bisogno di sapere subito che cosa intenda fare il Governo, aspettiamo che un Ministro si degni a venire in aula a riferire. L’Italia non può diventare un Paese dove si ferisce un’atleta azzurra perché ha la pelle nera. Salvini fermi la propaganda a sondo razzista, che la Lega troppo spesso esercita. Siamo vicini al punto di rottura”. Lo affermano il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci, e la senatrice Daniela SBROLLINI responsabile sport della segreteria nazionale dem

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