19 Settembre 2019 - 10.32

IL bazooka di Draghi rende il Q.E. quasi perenne

di Fabio Rossi.

Un regalo d’addio quello che ha voluto lasciare in eredità Mario Draghi, senza scadenza, in vigore finché non tornerà la crescita con una politica ultra espansiva da 20 miliardi di euro al mese.

Prossimo a lasciare la guida della BCE all’attuale direttrice del Fondo Monetario, Mario Draghi ha praticamente resa perpetua la politica di allentamento monetario comunemente conosciuta come quantitative easing.

I mercati hanno accolto positivamente la notizia, e lo spread, come scritto nell’articolo della scorsa settimana, è sceso ai minimi degli ultimi dieci anni. Un po’ meno felice il Presidente americano Trump, che vede questa decisione pericolosa per gli USA con un possibile deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro ed un consequenziale indebolimento delle esportazioni americane.

Il primo di novembre quindi la BCE inizierà nuovamente ad acquistare obbligazioni statali con un nuovo programma di 20 miliardi di euro al mese. Nel frattempo il tasso sui depositi è sceso di 10 punti base a – 0,50%, mentre resta invariato il tasso di rifinanziamento allo 0,00 %.

Il Q.E. terminerà solamente quando le proiezioni sull’inflazione si riavvicineranno al 2,00%, cosa che non potrà succedere a breve, creando di conseguenza, per questa politica ultra espansiva, un orizzonte temporale molto lungo.

Il bazooka di Draghi ha sparato un ultimo colpo di enorme importanza prima del passaggio di consegne a Christine Lagarde, facendo tornare la BCE in prima linea contro le difficoltà economiche. Può piacere oppure no, ma sicuramente per il nostro Paese avere un Draghi in Europa nella stanza dei comandi è stata una cosa positiva, di cui dovremmo essergli sempre riconoscenti negli anni a venire.

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