27 Aprile 2020 - 9.09

I vescovi contro il nuovo decreto Conte, niente messe: “Si viola la libertà di culto”

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“I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale” si legge in una nota titolata “Il disaccordo dei vescovi” uscita poco dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di ieri sera. La Cei ricorda l’interlocuzione con Palazzo Chigi e il Viminale per arrivare a misure che consentissero “il più ampio esercizio della libertà di culto” come aveva detto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in un’intervista ad Avvenire il 23 aprile (parole ricordate dalla Cei). “Un’interlocuzione – spiega ancora la Conferenza episcopale – nel corso della quale più volte si è sottolineato in maniera esplicita che – nel momento in cui vengano ridotte le limitazioni assunte per far fronte alla pandemia – la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale”.

Ma ora, insiste la Cei, il nuovo decreto che allenta alcune misure “esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo”. Il messaggio è dunque alla presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico scientifico per il “dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia”.

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