17 Giugno 2019 - 11.09

I nomi (spesso) orribili dei bambini veneti

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(E… non osiamo immaginare fuori dal Veneto) – di Alessandro Cammarano

“Sta tenta Scianatal che te dago!!”; non molto tempo fa la piccola destinataria del minaccioso rimbrotto materno si sarebbe chiamata Maria o Francesca o al massimo Susanna.

Da qualche anno, forse dovremmo parlare di decenni, per le vie di Vicenza e paesi limitrofi riecheggiano nomi terrificanti che poi si ritrovano sui documenti e sui registri scolastici.

Il vezzo di un’esterofilia d’accatto contagia i moderni genitori, portandoli a scelte le cui conseguenze ricadranno per sempre sulla loro sventurata prole.

All’inizio, complice la saga di Dallas, furono le Pamela e Sue Ellen, queste ultime declinate in memorabili serie di storpiature che andavano da Suellen a Suella, il tutto per la gioia di inermi ufficiali di Stato Civile, costretti a certificare l’orrenda volontà genitoriale.

Vennero poi schifezze peggiori, del calibro di Sharon, anche questo modificato in Sciaron e pronunciato Siaron, o ancora Diamante o Luna, per arrivare a cose tremende del tipo LaShonda o Shananda, che se non sei membro di una chiesa gospel e non vai in chiesa la domenica con un cappellone di tulle, con piume e fiori, puoi solo sperare che gli amici più sinceri decidano, pietosamente, di ribattezzarti semplicemente Ciccia.

Non va meglio ai maschietti. Di Kevin quarantenni ce ne sono svariati in città e provincia; li si immagina tra qualche anno con una figlia che dirà al nipotino “Su dai un bacino a nonno Chevin” che poveretto non fa la guardia del corpo a una rockstar ma raccoglie la lattuga nell’orto o va a cantieri.

Popolare, purtroppo, l’anglicizzazione di nomi italiani; arrivano i Nicolas – pronuncia Nicoas – gli Alexander, che diventano Aesander, per finire con l’mmancabile Hilary.

Terrificanti pure Gionatan (sic!), Simon, Brianna e Giachelin: tutti pericolosissimi in una città dove non si riesce nemmeno a scrivere e pronunciare correttamente la parola Krapfen – che fantastica idea per un nome! – che diventa di volta in volta Craff, Kraft, ecc…

Ultima considerazione: quando si sceglie il nome per un figlio bisognerebbe tenere conto anche del cognome di famiglia, onde evitare di vedere in giro Brian Pizzigolotto, Topazia Boaron o LeBeuf Rosegato.

Pensateci, genitori! A meno che Suellen e Geiar non siate proprio voi.

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