15 Febbraio 2021 - 9.13

Giuseppe Conte: gli applausi ed il flop degli haters dissociati dalla realtà

di Stefano Diceopoli

Giornali e media di sabato, giorno del giuramento del nuovo Governo Draghi, riportavano tutti le foto di Giuseppe Conte mentre usciva da Palazzo Chigi, dopo aver ceduto il mitico “campanello” al nuovo Presidente del Consiglio.
Un commiato fra l’applauso, alcuni hanno parlato di “ovazione”, dei dipendenti (ma era già capitato con altri premier), con Conte che allargando le mani e mandando un bacio fa capire di voler ringraziare tutti. Il tutto sotto gli occhi umidi del suo portavoce Rocco Casalino, l’ex Grande Fratello diventato, secondo i maligni, la vera “eminenza grigia” dell’ “avvocato del popolo”.
Il rito del commiato è stato accompagnato da un post su Facebook: “Da oggi torno a vestire i panni di semplice cittadino. Panni che in realtà ho cercato di non dismettere mai per non perdere il contatto con una realtà fatta di grandi e piccole sofferenze. Ho sempre avvertito l’orgoglio, l’onore e la responsabilità di rappresentare l’Italia”.
Uno di quei quadretti che fanno impazzire di gioia i fotografi, e in prospettiva diventare la scena finale strappalacrime di una fiction.
Ma la vera novità è che quel post di Conte ha ottenuto 140mila condivisioni, 300mila commenti, e 1,1milioni tra like e love (fonte Adnkronos).
Numeri da capogiro, mai raggiunti finora da un politico, tali sicuramente da stordire chiunque.
A maggior ragione una figura come Giuseppe Conte, che da oscuro professore di diritto privato si è trovato catapultato dal destino, che nella specie ha assunto le fattezze del Movimento 5Stelle, nell’arena della politica nazionale ed internazionale.
Senza toglierli nulla, non deve essere stato facile per un “signor Nessuno”, mai presentatosi in una competizione elettorale, privo di qualsiasi immagine pubblica, estraneo a movimenti politici che potessero far trasparire le sue idee ed i suoi valori, passare dall’anonimato all’endorsement di Donald Trump.
Forse è stata proprio la sua vicenda, simile per certi versi ad una favola, ad attirare le attenzioni del popolo della Rete, perchè Conte rappresenta, o forse si potrebbe dire ha rappresentato, una sorta di “miracolo italiano”, nel senso che in questa nostra Italia ce ne sono migliaia di persone con più titoli di lui che avrebbero potuto aspirare alla premiership, ma si sa che la pallina della roulette gira, e il caso ha voluto che si fermasse nella sua casella.
E poi ha sicuramente giocato la sua faccia da persona normale, da bravo ragazzo, sempre misurato ed elegante con la sua pochette, che tanto intenerisce le nonne e le mamme italiane.
Alle quali probabilmente interessa poco che l’uomo Conte sia sorretto da una forte ambizione, e che si sia dimostrato disposto a tutto pur di restare al suo posto, dall’abbracciare qualunque punto di vista, a presiedere coalizioni di governo politicamente antitetiche, a promuovere leggi l’una l’opposto delle altre.
Evidentemente no, visti i quasi 3.650 milioni di follower su Facebook, ed i 970mila su Twitter.
Per non dire delle “Bimbe di Conte”, una pagina Facebook nata agli inizi della pandemia che ora conta circa 115 mila follower, tutte pazze per le foto del premier circondate da cuoricini.
Provare per credere! Entrate nella pagina “@lebimbedigiuseppeconte”, e troverete un clima da culto della personalità che neanche Stalin, con tanto di gadget in offerta, tipo ad esempio la felpa o la t-shirt “Il Governo della luce” a 39,90 euro, in cui campeggia la massima “Questo Governo non lavora con il favore delle tenebre”, o la tazza con il viso di Conte a 13,49 euro.
Certo che bisogna averne di ammirazione per l’ex premier per iniziare la giornata sorbendo il caffè in una tazza bianca con la sua immagine sorridente, con gli occhi celati da due cuori rossi con le stelline gialle!
O per passare la giornata ammirando foto di Giuseppi ritratto in tutte le pose, finanche come un eroe sorridente ed ammiccante, mezzo svestito, mentre viene attirato verso una pozza d’acqua dove sono immerse fra le ninfee giovani nude a seno scoperto.
Anche se vi confesso che mi è venuto il dubbio che le due fondatrici trentenni oltre che per “Giuseppi” avessero anche un interesse per il business, visto che la tazza in questione è così pubblicizzata: “Nel mondo c’è chi vorrebbe fare colazione guardando questo sorriso per sempre… e chi mente. Siate Bimbe fiere e diffondete il verbo di Beppe nel mondo. Ceramica . Bianca e lucida”.
Simili deliri, non saprei come altro definirli, a mio avviso non possono non condizionare, oserei dire disorientare, un leader politico, per quanto misurato come Giuseppe Conte.
E possono innescare una sorta di “sindrome di palazzo Chigi”, come l’ha definita a suo tempo Ugo Magri.
Per chi ha qualche primavera sulle spalle si tratta di un film già visto, di una sorta di malattia che deriva dal ruolo di premier, che innesca un meccanismo per il quale uno dotato di un grande “ego” ad certo punto ritiene di essere indispensabile, insostituibile.
Ne abbiamo riconosciuto i sintomi in leader come Bettino Craxi, Ciriaco De Mita, Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, e a mio modesto parere da ultimo anche in Giuseppe Conte.
Una sindrome che si nutre con le pacche sulle spalle o le strette di mano a leader internazionali come Angela Merkel o Vladimir Putin, e che innesca l’idea di fare parte dell’Olimpo che governa il mondo, rigettando la possibilità che il gioco ad un certo punto possa finire. Una sindrome che rifiuta la sola idea che ci possa essere un altro leader pronto a sostituirti, e che ti spinge, quando il momento del commiato arriva, a lanciare il messaggio: “si è chiuso un capitolo, ma il mio impegno prosegue”.
Non prima però di avere assecondato una sorta di inutile caccia ai voltagabbana in Parlamento, di avere inseguito la loro trasfigurazione da “responsabili” a “volonterosi” a “costruttori”, di aver dialogato con “statisti” del calibro di Ciampolillo o di Luigi Cesaro, meglio noto come “Giggino a’ purpetta”.
Ai tempi di Craxi si diceva che la “sindrome di Palazzo Chigi” era alimentata dai famosi “nani e ballerine”, oggi a farla da padrona è la Rete, una giungla pericolosa piena di “bufalari”, “webeti “ e “haters”, dalla quale è facile farsi ammaliare, perdendo così il senso della realtà.
Che ne sarà di Giuseppe Conte?
Sicuramente non ha avuto un periodo facile, complice anche la pandemia, ma non bisogna mai dimenticare che in politica il tempo corre veloce.
Per cui quello che sembra possibile oggi, domani diventa difficile se non impossibile.
Per quel che vale, io consiglierei Conte di fermarsi a respirare, riassaporando l’aria delle aule universitarie, e di una ritrovata normalità.
Certo Di Maio gli ha scritto “Conte è una persona straordinaria con cui ripartire, per costruire un nuovo cammino” (magari dopo un sospiro di sollievo perchè non gli ha fregato il posto di Ministro degli Esteri); Grillo lo ha chiamato e gli ha detto: “Ci vedremo, parleremo”.
Ma a questo punto non è chiaro quale potrebbe essere un eventuale ruolo di Conte in un Movimento 5Stelle dilaniato da lotte intestine, a rischio di una scissione, confuso sulla propria identità e sul proprio futuro.
Ma neanche dalle parti del Partito Democratico sembra esserci tanto spazio, se è vero come è vero che la sola idea di candidarlo nel collegio di Siena, dove era deputato Pier Carlo Padoan, ha scatenato l’altolà del territorio.
Resta quindi da capire se Zingaretti pensi ancora che Conte sia «il punto di equilibrio politico» di una futura coalizione con M5S e Leu.
Giuseppe Conte sicuramente ritiene di dover sfruttare la sua momentanea popolarità mediatica, ma io credo gli convenga invece rimeditare sul vecchio adagio: “Siamo tutti utili, ma nessuno è indispensabile”.
E per quanto riguarda i follower, dovrebbe realizzare che i fans da tastiera, i supporter della Rete, le Bimbe di Conte, si adeguano naturalmente ed in tempi stretti ad un altro famoso detto: ”Morto un Papa, se ne fa un altro”.
Ed la riprova è che su Facebook sono già attivi due gruppi, su Instagram una decina di profili, ed uno su Twitter, tutti denominati di “Le Bimbe di Mario Draghi”.
In altre parole a Giuseppe Conte farebbe bene un “bagno nella realtà”, perchè in questa società dei media la fama è come il fumo, svanisce presto nell’aria.
Stefano Diceopoli

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