11 Gennaio 2021 - 10.25

Frena il mondo, corrono gli speculatori finanziari

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di Stefano Diceopoli

C’erano una volta i mercati finanziari che seguivano l’economia reale. E la logica sottostante era molto semplice, comprensibile anche per i non addetti ai lavori, vale a dire che se le aziende producevano e facevano utili le azioni salivano, se un Paese correva la sua Borsa correva. E ovviamente viceversa. Se l’economia di un Paese arrancava, se le sue imprese erano in difficoltà, i mercati lo registravano con un trend ribassista.
Sembra di parlare di “un piccolo mondo antico” che non esiste più, spazzato via da nuove tendenze che mostrano le Borse impegnate in una sorta di divorzio dalla realtà.
C’è un vecchio adagio che fotografa una simile situazione: “What is good for Wall Street is not good for Main Street”, che tradotto in italiano suona: “Quello che va bene per Wall Street non va bene per Main Street”.
Cosa vuol dire questa frase scolpita nelle menti degli operatori di tutti i mercati finanziari?
Wall Street rappresenta ovviamente i mercati finanziari, quelli delle Banche d’affari e delle Società finanziarie, mentre Main Street l’economia reale, quella fatta da persone in carne ed ossa come noi, quella dei piccoli imprenditori, che lavorano ogni santo giorno, che producono roba concreta, che offrono servizi.
Come accennavo, logica vorrebbe che se Main Street boccheggia, Wall Street non dovrebbe né gioire né fare grandi numeri.
E quello che stiamo vivendo dovrebbe costituire una sorta di paradigma di un mondo in difficoltà. Peggio di così c’è solo una guerra mondiale!
Siamo più o meno chiusi in casa da quasi un anno, gli ospedali sono pressoché al collasso, ogni giorno il numero dei morti sembra un bollettino di guerra, ed il totale dei deceduti nel mondo si avvicina ai due milioni.
Eppure in questa situazione “da tregenda” la divergenza di interessi fra Wall Street e Main Street si è ampliata.
Anzi è addirittura esplosa.
E proprio nei giorni in cui Angela Merkel prospetta i due mesi peggiori della pandemia, chiudendo la Germania, e i “patrioti” trumpiani assaltano il Congresso, i mercati continuano a girare alla grande, inanellando record su record.
Ed il “toro” non imperversa solo a Wall Street, ma coinvolge tutte le borse del mondo, da Francoforte a Tokio, da Milano a Madrid, da Londra a Parigi, dalla Danimarca alla Norvegia, e per continuare a Shanghai, e con i Paesi emergenti: India, Sud Africa, Turchia.
Verrebbe da pensare; ma sono tutti impazziti gli “gnomi” dei mercati?
Ma come fanno a comprare come se non ci fosse un domani, quando dalle economie arrivano segnali sempre più allarmanti, quando, solo per limitarci agli Usa, nel 2020 sono stati persi 9,37 milioni di posti di lavoro, il dato peggiore dal 1939?
Come ragionano questi operatori finanziari, concretizzando con i loro acquisti una disconnessione sempre più profonda fra chi opera sui mercati e chi invece magari fa la fila alla Caritas?
Io credo che, come in tutte le cose, il segreto per capire quelle di cui ci sfugge proprio la logica, è quello di mettersi nelle testa degli altri, ed in questo caso di coloro che maneggiano e muovono migliaia di miliardi ogni giorno sui mercati mondiali.
Innanzi tutto bisogna partire dal fatto che gli operatori di Borsa, come noto, guardano molto al futuro, poco al presente, per niente al passato.
Il loro obiettivo è sempre quello di cercare di anticipare gli eventi, cercando di prevederli, per cogliere tutte le opportunità, il che dalle nostre parti si traduce in “fare più schei posibile”.
E in questo momento l’Affare con la “A” maiuscola ha un nome ben preciso; vaccino.
In che senso? Vi starete certamente chiedendo.
Nel senso che l’approntamento dei vaccini in tempi rapidissimi rispetto agli standard normali, fa sperare agli operatori che le campagne vaccinali possano riportare in pochi mesi la situazione alla normalità. Il che vorrebbe dire ripresa dell’economia, con tutto quel che ne consegue anche per la finanza.
Poi sappiamo bene che i nostri “guru” preferiscono le fasi economiche in cui c’è abbondanza di liquidità. Ed a tal riguardo non fatevi fuorviare dal fatto che la pandemia ha messo in ginocchio milioni di persone, perchè i nostri amici delle Borse sanno che nei prossimi due anni almeno quasi tutti i Governi faranno politiche espansive, iniettando nell’economia un mare di soldi, anche se spesso presi a debito, aggravando i deficit pubblici. Ed è su questa inondazione di denaro pubblico che scommettono oggi le Borse!
Non va poi trascurato inoltre che le famiglie stanno aumentando i propri risparmi, vuoi per la maggiore incertezza del futuro, vuoi perchè i mesi di lockdown hanno naturalmente ridotto le occasioni di spesa.
Ed anche in questo caso di tratta di tanti soldi, parcheggiati al momento nei conti correnti, ma che nel medio periodo troveranno anche sbocchi di investimento. Perchè gli operatori sanno che con la politica dei tassi sotto zero, e con le obbligazioni che rendono di fatto quasi nulla, quando non hanno addirittura rendimento negativo, resta valida la riproposizione del vecchio principio del Tina (There is no alternative), nel senso che non ci sono alternative all’investimento azionario.
Ecco i motivi per cui i broker si stanno leccando i baffi, e stanno facendo correre i listini come non mai.
Se le cose stanno così, se l’immediato futuro ha il sapore della Borsa, tutti a comprare azioni?
Come sempre quando si parla di Mercato azionario, vale la pena ricordare un vecchio principio, secondo cui “in borsa si può giocare quello che si disposti a perdere”.
Perchè alla fin fine di un gioco si tratta, anche se talvolta i brokers tendono a vendercelo come un qualcosa di quasi “matematico”.
Innanzi tutto perchè i fattori che possono influenzare i mercati sono moltissimi, e spesso arrivano all’improvviso.
E soprattutto perchè quando, come sta avvenendo adesso, c’è tanta liquidità in giro, aumenta la propensione al rischio, e quindi la speculazione.
E con la speculazione cresce anche il rischio delle cosiddette “bolle finanziarie”, che prima o poi esplodono, facendo guadagnare a pochi una fortuna, ma lasciando la maggioranza degli investitori a leccarsi le ferite.
Un primo segnale di “bolla” mi sembra si possa coglierlo nell’andamento delle criptovalute, di cui si parla tanto in questi giorni, e che definire “anomalo” mi sembra un eufemismo.
La più nota, il BitCoin nell’ultimo anno è cresciuta del 400%, e si scambia adesso a 41.370 dollari. Roba da fantascienza oserei dire, anche alla luce del fatto che è l’intero mondo delle monete alternative che sta raggiungendo livelli di prezzo mai visti. Sapete quanto valgono tutte insieme queste monete alternative? Un trilione di dollari! Non avete letto male, proprio più di mille miliardi di dollari.
Roba da non credere!
Quindi occhio! Non fatevi coinvolgere in questa euforia “da borsa”, illudendovi che da oggi in poi ci sia solo da guadagnare.
Non è così, non è proprio così, per lo meno per gente normale come me, come voi, che non a caso i guru dei mercati da sempre definiscono “parco buoi”.

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