10 Ottobre 2018 - 10.28

DAL MONDO – La Malattia di Chagas: il “bacio della cimice”

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Lo chiamano “kissing bug”, insetto del bacio, ma a dispetto di un nome quasi romantico (per gli amanti dell’orrido), il “bacio della cimice” può essere tutto meno che poetico. Si tratta della puntura di un tipo particolare dell’insetto attualmente più odiato in Italia, che può dare origine alla malattia di Chagas, il cui nome tecnico è tripanosomiasi americana, una patologia che come spiega la sezione “Scienze” di Fanpage viene innescata da un protozoo che penetra nell’organismo dell’ospite definitivo, che può essere l’uomo o un altro mammifero. Questo tipo di cimici, le cimici Triatominae, sono lontane parenti delle nostre, odiatissime ma innocue cimici comuni – comprese le tanto vituperate “cinesi” – che tanto stanno impensierendo coltivatori e cittadini in questi giorni. Le Triatominae sono tipiche dell’America Centrale e Meridionale, dove per prima è stata individuata la malattia. Ma fa un certo effetto sapere che oggi la famiglia delle Triatomanae si sta diffondendo anche negli Stati Uniti, in Canada, in Oriente e anche in Europa, secondo un recente comunicato dell’American Heart Association.

A rendere subdolo il bacio di questa cimice sudamericana vi è il fatto che la malattia, può essere anche asintomatica. Questo significa che chi ne è affetto può anche non saperlo per lungo tempo, fino a quando cioè non si disturbano i sintomi più comuni: disturbi neurologici, tachicardia, ingrossamento di colon ed esofago, stitichezza e febbre. Se il bacio della cimice viene diagnosticato per tempo, la malattia si può debellare agevolmente con due appositi farmaci, ma non è raro che essa diventi “cronica” facendo la comparsa a 20 anni dal morso.

L’insetto in questione, come ricorda il Corriere della Sera, è un “killer silenzioso” che agisce soprattutto di notte, arrampicandosi sul volto di persone, cani e altri mammiferi, mordendoli vicino a occhi e bocca. Quando questi insetti si nutrono, defecano e lasciano quindi le feci che possono contenere il parassita. Se queste feci vengono sfregate nella ferita del morso o nelle mucose dell’occhio o della bocca, si rischia di venire infettati. La diagnosi della malattia di Chagas può avvenire attraverso gli esami del sangue. Se i pazienti non vengono curati, possono sviluppare la forma cronica della malattia e circa il 30% può accusare disturbi cardiaci. Ciò può portare a ulteriori complicazioni, tra cui ictus, frequenza cardiaca irregolare o insufficienza cardiaca. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità pare infatti che questa patologia uccida in media 10mila persone ogni dodici mesi. Gli infetti sono circa otto milioni e purtroppo tra questi moltissimi non lo sanno nemmeno.  Negli Stati Uniti ci sono addirittura una decina di specie di cimici triatomine che possono portare addirittura a 300mila contagi. La malattia è giunta anche in Europa, dove sarebbero circa 100-150 mila gli infetti, mentre in Italia i casi sarebbero compresi fra i 6 e i 12 mila.

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